Ciao,
oggi voglio trattare un altro argomento sempre molto gettonato per quanto riguarda la teoria musicale: voglio cioè parlare della durata delle note, che viene rappresentata con forme diverse, dette figure musicali, date alle note:
Le figure musicali sono formate da alcuni elementi diciamo standard:
- la testa
- la gamba
- uno o più tagli sulla gamba.
Se guardi l’esempio riportato qui sopra vedi che l’ultima nota ha una testa vuota, cioè è bianca, a differenza di tutte le altre note che hanno la testa piena, cioè nera.
Vediamo poi che le quattro note centrali hanno un taglio attaccato alla gamba, mentre la prima e l’ultima no.
Infine noteremo che le prime due note hanno la gamba in giù, mentre le altre in su: in questo caso il valore non cambia, ma solo per una convenzione di scrittura tutte le note che hanno la testa al di sotto della 3° riga hanno la gamba in su e quelle che hanno la testa al di sopra della 3° riga hanno la gamba in giù (il SI, che si trova sulla 3° riga, di solito è opzionale: può avere la gamba sia in giù che in su).
Questa posizione delle gambe vale solo per le note senza tagli, mentre per queste ultime vale solo quando la nota è singola, cioè si trova da sola, non legata ad altre note successive (capirai meglio quello che sto dicendo leggendo un prossimo articolo che scriverò su questo argomento).
In base a queste caratteristiche, possiamo distinguere sette figure musicali, che sono quelle normalmente in uso oggi nella notazione moderna: semibreve, minima, semiminima, croma, semicroma, biscroma, semibiscroma:
Tu mi chiederai:
“c’è un motivo per cui queste figure sono messe in queste ordine”?
La risposta è:
SI!
Praticamente ogni figura vale esattamente la metà della precedente e, quindi, il doppio della successiva, per cui la minima, ad esem-pio, vale la metà della semibreve e il doppio della semiminima.
Noterai che alcune figure hanno il loro nome che inizia in semi…: “semi-” significa proprio metà!
Così, ad esempio sarà più facile ricordare che la semiminima vale metà della minima, la semicroma metà della croma e la semibiscroma metà della biscroma.
Nella nostra notazione moderna abbiamo anche una figura musicale che viene chiamata metà!
Tu mi dirai:
“ma dov’è? Non c’è in quelle dell’esempio precedente”!
In realtà c’è, ma … non si vede 🙂
Infatti è l’altro nome della minima, che vale la metà della semibreve, a sua volta chiamata anche intero, perché è la figura musicale di valore più grande.
L’altra domanda che mi stai per fare è:
“ma perché semibreve? Non c’è un’altra figura prima”!
In realtà questo non è esatto: la figura che vale il doppio della semibreve è la breve, ora non più in uso nel nostro sistema di notazione:
Come puoi notare, questa figura si differenzia dalla semibreve perché ha due taglietti verticali in entrambi i lati della testa.
In un prossimo articolo scenderemo più nei particolari.
Intanto, se vuoi approfondire questo argomento, ti consiglio di leggere questa pagina.