Ciao,
oggi voglio proporti questo video di youtube di un brano classico.
Infatti sto parlando del Capriccio n. 24 che Niccolò Paganini (1782-1840), conosciuto più che altro per essere un grande violinista, scrisse per violino solo.
Intanto vediamo cos’è un capriccio.
Il capriccio è una composizione musicale piuttosto libera come forma, nel senso che non ha regole stilistiche ben precise e può essere, come nel caso dei Capricci di Paganini, di tipo virtuosistico.
Serviva, praticamente, all’esecutore per mettere in mostra tutta la sua bravura, essendo pezzi con notevoli difficoltà a livello tecnico.
Questo capriccio, in modo particolare, è molto virtuosistico, trattandosi di un tema e variazioni: sostanzialmente il tema iniziale viene proposto integralmente la prima volta e poi, ogni volta, viene usato per essere parzialmente o completamente cambiato.
Perché ho detto che è ancora più virtuosistico?
Perché ogni variazione mette in risalto una particolare tecnica strumentale, un particolare modo di usare l’archetto (del violino, s’intende), mette in risalto il fatto che magari in una tale variazione vengono usate più note contemporaneamente (e ricorda che il violino non è come la chitarra che si suona con il plettro 🙂 ) e quindi questo implica che l’esecutore sappia padroneggiare tutto questo in modo molto abile.
“Bene“, tu mi dirai, “grazie per queste informazioni, ma … che mi interessa un brano per violino”?
Giustissima domanda 🙂 .
Ma io non ho detto, finora, che voglio farti sentire un brano per violino eheheheheh!
Effettivamente quella che ti farò sentire è una trascrizione (come si chiama l’adattare un brano musicale originale per uno strumento per un altro strumento) fatta per chitarra (non so da chi, però).
Quello che ti propongo qui sotto, quindi, è il Capriccio n. 24 di Paganini ma suonato (e quindi adattato) con la chitarra.
Perché te lo propongo?
Perché mi è piaciuto molto, il ragazzino (anonimo asiatico, dice la stringa di youtube) è molto bravo, ma soprattutto voglio fartelo sentire perché vengono utilizzate alcune tecniche come gli armonici e la tecnica dello stoppato e mi è sembrato molto interessante da condividere con te.
Spero che apprezzerai questo brano che ti propongo nella versione per chitarra:
e, se ti ho messo un po’ di curiosità, anche nella versione originale per violino:
I capricci di Paganini sono per violino!
Bella scoperta eh?!
Però aldilà dell’affermazione apparentemente demenziale, c’è la verità del fatto che pur se la tecnica chitarristca sia derivata dal violino, vi siano troppe differenze con la chitarra, specialmente in un pezzo così specifico per violino, la chitarra non lo esalta, non riesce a trasmettere l’intenzione di Paganini.
La bambina asiatica lo suona lentamente ed in modo troppo melodico, errore che fanno tantissime persone, il capriccio in questione si suona come fa questo violinista.
QUesto pezzo è tecnica allo stato puro e va fatto in modo impeccabile, un po’ come il Do di petto del tenore, altrimenti meglio fare altro.
Si tratta certo di un artista stupefacente manco Segovia suonava così io comunque pur usando le dita per suonare la chitarra però amo il plettro e mi trovo meglio quindi mi piacerebbe imparare una versione metal neoclassica di questo pezzo
Il pezzo lo conoscevo già perchè ho seguito molto paganini e lo apprezzo anche come grande chitarrista (ho riscontrato che in pochi lo sanno) come anche GIULIANI e LEGNANI, mi piacciono molto i centoni per chitarra e violino di paganini.
In relazione alla ragazzina che ha una notevole preparazione tecnica deduco che non abbia certo avuto vita sociale e CHE SI sia dedicata anima e corpo nella disciplina come facevano i nostri avi, che non avevano molte distrazioni sociali in alternativa ed i genitori molto severi, verso queste discipline, alle quali avviavano i propri figli, non aiutavano di certo.
Ti ringrazio ed apprezzo molto l’esecuzione (mi ha fatto piangere) hai proposto qualcosa di molto bello, continua credo che molti di noi non abbiano tanto tempo da dedicare a queste ricerche, per cui il tuo contributo di sicuro è molto apprezzato da tutti quelli che ti seguono.
Giovanni Rienzo
certi fenomeni bisogna ammazzali da piccoli altrimenti creano danno a noi mediocri…………………
sono entusiasta di certi fenomeni e li ascolto con grande ammirazione.
Tu saresti capace ?
A chi ti riferisci?
Se a me …NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO, almeno non “a freddo” 😉
Questo è un pezzo che va studiato, studiato e ancora studiato, ovviamente per farlo bene con tanto di espressività giusta al posto giusto 😀
ciao Barbara,
ho ascoltato con attenzione l’esecuzione ed è davvvero fenomenale la bravura della ragazzina ma come prima ricordato da un punto di vista strettamente musicale è da preferire a volte un’esecuzione meno trascendentale a favore della musicalità che noi italiani abbiamo nel sangue, scusate se sono campanilista.
Le macchinette non sono per noi umani
grazie
Giovanni
Giovanni, il proverbio dice che il meglio sta al centro 🙂
E forse è cosi’: se si ha una buona tecnica e una buona musicalità, allora si ha il “massimo”.
Ciao
scusate, io non ne capisco nulla di musica però avrei tanto voglia di ascoltare il capricio eseguito dallo stesso paganini, è possibile trovarlo da qualche parte?
Ciao, non so se su youtube puoi trovare qualcosa, altrimenti in qualche negozio di dischi ben specializzato e fornito, forse qualcosa c’è.
Gli asiatici sono stoici per costituzione e per cultura.
Se ascolti con attenzione vedrai che tutto quello che fanno è sempre caratterizzato da una tecnica che presuppone una preparazione da lottatore di Arti Marziali.
Anche la ragazza non è da meno.
Forse tropo meccanici … forse.
Ciao, ho sentito entrambe le versioni del Capriccio n.24 di Paganini, sia nell’ esecuzione di LI JIE che in quella di Eliot Fisk (live al teatro Manzoni di Milano).
L’esecuzione della bravissima Li da un punto di vista tecnico è impeccabile, non una sbavatura, bel suono, musicalità ecc, però è un po’ piatta, suona troppo a metronomo e con poche dinamiche.
Viceversa le esecuzioni di Fisk sono estremamente libere, suono potentissimo, colori e dinamiche in abbondanza, probabilmente negli intendimenti di Paganini.
Il suono però … il “bel suono” dei chitarristi italiani (Aniello Desiderio in primis) è un’altra cosa.
Ovviamente ad averne di chitarristi cosi’.
Grazie Francesco
Bell’articolo, però la chitarra classica non si suona col plettro, ma con le dita della mano destra ed ha una tecnica altrettanto difficile come l’usare l’archetto con il violino.
Ciao
Confermo, carissima Paola!
Quante volte ho provato a fare gli arpeggi e … dopo un po’ ho mollato dicendo che è più facile suonare con … il plettro!
Pero’ cerco, nei limiti del possibile, di farli perché SO PERFETTAMENTE che MI FANNO BENE alla mano destra, alla coordinazione e … alla tecnica!
E allora si … stringono i denti e … si va!
Grazie Paola!
Importantissimo brano nella storia della Chitarra Classica!
Il ragazzino cinese è in realtà una BAMBINA!
Sì è vero con quel caschetto sembrava un bimbo! 🙂 Ma si chiama LI JIE e ora è un po’ grandicella… Conta che quel video apparterrà sì e no ai primi anni ’90 e lei oggi dovrebbe avere circa 30 anni.
La versione è quella trascritta dal grande JOHN WILLIAMS, uno dei mostri sacri della chitarra classica, ma il brano è stato trascritto anche da ELIOT FISK.
L’interpretazione di Li Jie è molto bella, soprattutto è impeccabile dal punto di vista tecnico, magari fossi stato come lei alla sua età!!! 🙂 Ma personalmente preferisco ascoltare, e ti consiglio di farlo se non lo hai già fatto, quella suonata dallo stesso Williams: ovviamente quando è lui a suonare è una garanzia!
Molto interessante anche l’interpretazione a dir poco VIOLENTA di ELIOT FISK che, nella sua trascrizione, ritengo abbia colto ancora di più il messaggio paganiniano ricco di Pathos, ma questa è ovviamente un’opinione e quindi aperta a dibattito.
Per altro la sua versione non è poi così diversa da quella di John Williams. Le uniche 2 differenze piuttosto rilevanti le troviamo nella variazione VIII (quella che precede la parte tappata), dove alla melodia, tenuta dal basso col pollice e accompagnata dall’arpeggio delle corde acute, sostituisce accordi ripetuti in sedicesimi e suonati con le 4 dita simultaneamente.
La seconda differenza sostanziale è nella variazione X, quella lenta. Qui Fisk mantiene la melodia con armonici artificiali accompagnati dal basso.
Ciao
Grazie Davide, andro’ a sentire le altre versioni che dici molto volentieri!
Ciao