Ciao,
oggi ti voglio proporre un mio modo di vedere l’acquisto della chitarra.
Quando si compera una chitarra o uno strumento musicale, spesso si guarda alla cosa con delle false aspettative.
In altre parole, si pensa che un buon strumento potrà cambiare radicalmente la qualità delle proprie esecuzioni.
Si spera che possa migliorare il suono o peggio che possa facilitare la riuscita di prodezze virtuosistiche delle quali di norma non si è sicuri di esserne capaci.
A volte, si può stabilire una sorta di effetto placebo in tal senso ma non dura a lungo.
Se prendiamo ad esempio una chitarra con delle caratteristiche molto definite, saremo portati a pensare che suonerà sempre in una certa maniera garantendoci una tipologia di suono immutabile.
Ebbene.
Puoi fare un esperimento molto semplice.
Invita un tuo amico che sappia suonare anche lui e dagli il tuo strumento.
Suonate per qualche minuto la stessa chitarra alternandovi e registrate il tutto.
Potrai osservare che, oltre alla differenza stilistica che intercorrerà tra voi due, la tua chitarra assumerà delle caratteristiche sonore differenti passando da un musicista all’alto.
La consistenza del suono, il tono, la profondità, il sustain possono subire delle variazioni.
Questo ci fa capire che uno strumento è un attrezzo di lavoro nelle mani dell’Artista ma con la capacità di adattarsi alle peculiarità di chi lo suona.
La Musica non è una entità a sé stante.
In sé non esisterebbe.
Esiste nel momento in cui siamo noi che la facciamo esistere.
Se ci fermiamo, essa cessa di essere.
È qualcosa che generiamo attraverso un insieme di pensiero e azione.
Se riusciamo a prendere questa consapevolezza, cambierà il nostro modo di pensare.
Quando si andrà a comperare uno strumento, lo faremo come un un elettricista sceglie il suo saldatore.
Lo strumento deve servire alle nostre esigenze.
Deve essere comodo quando lo imbracciamo e il più compatibile possibile alle nostre caratteristiche anatomiche.
Io, per esempio, ho molti strumenti di liuteria fattomi costruire apposta.
Questo però, non è sempre necessario.
Le cose importanti da stabilire quando si va in un negozio di strumenti musicali per acquistare nel nostro caso una chitarra sono: valutare che il manico sia dritto, provare l’intonazione confrontando le note delle corde a vuoto alle corrispettive sul XII tasto, accertarsi che le meccaniche mantengano l’accordatura, verificare la praticabilità della tastiera, guardare che lo strumento non presenti lesioni e che le corde vibrino in modo chiaro senza interferenze o ronzii.
Stabilito che la chitarra non presenta difetti di fabbrica, tutto diventa molto soggettivo.
Devi innamorarti del tuo strumento.
Si, in qualche modo è un incontro tra due entità.
Uno strumento sarà il nostro partner e dovrà seguirci in un percorso di vita.
Non lasciarti ingannare dalle marche, dal parere insistente dell’amico più esperto o peggio del negoziante.
Se non ne sei convinto desisti.
Soprattutto per le chitarre acustiche: ognuna è diversa dall’altra (anche se dello stesso modello).
Quindi è importante provare con attenzione stabilendo i punti di incontro e quelli di dubbio.
Non è necessario spendere delle gran cifre per avere uno strumento che davvero ci sarà utile.
Per le classiche e le acustiche, conta anche la stagionatura del legno.
In genere suonano meglio dopo un po’.
Ho una chitarra classica da 30 anni: praticamente lì ho imparato a suonare.
Non è di nessuna marca in particolare.
Ebbene, quando devo registrare in studio una traccia con corde in nylon, uso quella.
Ha un suono meraviglioso e io ci sto bene come in un vecchio paia di scarpe che hanno fatto la forma dei miei piedi (non so se rendo l’idea).
Insomma vorrei mostrarti una maniera diversa di guardare la cosa.
Proporre un punto di vista alternativo che magari può aiutarti a vedere all’evento dell’acquisto di uno strumento in un ottica più distaccata e meno ansiosa con cui spesso giovani musicisti si pongono entrando in un negozio.
(articolo scritto da Davide De Rosa).
Sinceramente non ho capito perchè la chitarra da studio deve essere peggiore di quella da serata.
E’ vero che è sbagliato adottare l’alibi della chitarra per non ammettere i nostri limiti: con la mia fender ci suonò per un periodo un chitarrista vero e mi mandò in crisi (crisi che dopo 20 anni dura ancora).
Il suo commento fu “questa è una buona chitarra”.
Ma se mi esercito io non voglio una chitarra che suoni male.
Al massimo la chitarra meno pregiata (almeno come marca) la uso come chitarra da vacanza.
beh, Francesco, dipende da chi … suona 🙂
Se mi arriva un ragazzino di 12 anni (o meno) che vuole imparare a suonare, di solito io consiglio una chitarra da “battaglia” (come la chiamo io 😉 ), perché magari il ragazzino di 12 anni dopo un mese si stufa e molla tutto (esperienza personale).
Se invece mi arriva una persona già grande di età, sicuramente non consiglio una chitarra da “battaglia”, ma, come dici tu, una chitarra meno pregiata.
Ciao
Quello di besasme mucho?
Se sì, l’ho già commentato.
Un saluto anche a te.
Ciao Paola.
Interessante questa cosa della cordiera “ibrida”.
Mi piacerebbe ascoltare qualcosa.
Insomma: bisogna trovare la misura adatta come per un paio di scarpe.
A proposito ho pubblicato su suonolachitarra un video dove suono una mia nuova chitarra.
E’ molto particolare.
Questa ha montata una cordiera in nylon extra hard tension D’Addario.
Se ti capita mi farebbe piacere avere un tuo parere.
Un saluto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ciao Davide a lungo andare non mi hanno più soddisfatta neanche le La Bella!
Ho provato di tutto ed ora la migliore combinazione è la seguente: D’Addario hard tensione per le prime tre corde e Hannabach media tensione per i bassi.
Ad agosto provo le LIUTHER Concert dark silver 35.
Ho letto che hanno dei bassi bellissimi!
Io spero che vada bene tutta la muta visto che sono pure abbastanza economiche.
Comunque se i bassi vanno bene e sono belli come si dice ,unisco questi ai cantini della D’Addario.
Ciao.
Si, ovviamente ognuno ha una sua dimensione nella quale si muove e dà vita a quello che chiamiamo il Suono.
Devo dire che a me quelle corde piacciono ma proverò anche quelle che dici tu.
In passato le La Bella le ho usate, ma sono passati molti anni.
Ti farò sapere.
Un saluto.
Guarda, le La Bella 2001 vanno benissimo (finalmente!!) e mi è rimasto di capire soltanto se è meglio continuare con le medium-hard tension o se prendere quelle hard-tension!
Del resto sono soddisfatta e ti consiglio di provarle perché hanno una timbrica e un equilibrio sonoro davvero bello.
Delle D’addario ho provato le Hard-tension ma come al solito sento la chitarra troppo rigida e i bassi non mi piacciono granché… sono potenti sì, ma freddi!!
Comunque per me è importante assecondare ciò che vuole il legno e non solo il musicista.
In fondo se sento che la chitarra cambia “sensibilità” o suono mettendo le hard tension, suono male anche io, perché alla fine il suono è tutto ed è soltanto ciò che udiamo che ci stimola.
Se l’udito non è soddisfatto saremo nervosi!
Questo vale per ogni cosa!
Guarda che la scelta delle corde non è una cosa trascurabile.
Nel senso che, come sai, parte del risultato sonoro dipende anche da loro.
Quello che io dico è che il Musicista deve essere al centro delle considerazioni.
Lo strumento è un attrezzo da lavoro e deve assecondarci rendendoci la Vita perlomeno tranquilla.
Scegli sempre secondo le tue esigenze.
Se lo strumento non riesce a coniugarsi con il resto degli “attrezzi”, prendi in considerazione anche altre soluzioni.
Ad ogni modo…
Non so se le conosci ma io ho montato da poco una cordiera D’Addario Pro Artè extra hard tension.
Beh, per dirtela tutta, ho ri assemblato (con l’aiuto di mio padre) una chitarra dalle caratteristiche ibride.
Si, è una via di mezzo tra una classica e una acustica con quattro buche.
La suono usando la tecnica del plettro ma porta le corde in Nylon.
Ovviamente ci suono un repertorio basato su riletture mie di Standards Jazzistici.
Devo dire che mi trovo bene.
Ovviamente per questo genere di cose le corde vengono sollecitate molto di più.
Io poi ho un approccio molto percussivo.
Se vanno bene così figuriamoci nella Classica.
Poi tutto è soggettivo per carità… ma alle volte chissà magari ti trovi bene.
Intendo dire che un basso mi si era rotto da solo quando misi quelli a hard-tension.
Comunque a distanza di tre anni che ho comprato la Bernabè sento dei cambiamenti a livello sonoro e sinceramente con le corde a tensione media o normale sento come se il legno respirasse.
Come mai oggi come oggi non mi trovo più bene con le corde che fino ad ora ho usato e cioè le Hannabach medio-forti??
Avevo scelto questa tensione per fare una via di mezzo, ma ora con queste corde sento il suono un po’ ovattato.
Uno che non conosco e che mi ha risposto in un forum mi ha detto che il legno di cedro essendo un legno elastico (rispetto all’abete) con le corde hard-tension viene stressato e può, a lungo, andare rovinare il suono.
Non credo abbia tutti i torti!
In effetti ora sto col problema: con che le cambio le HannaBach?
Le mie dita non vogliono le corde a tensione normale visto che mi sfuggono un po’.
Ora proverò le LA Bella 2001 a medio-forte tensione e vedrò come andrà.
A presto
Ciao Paola.
Innanzitutto grazie.
Dunque.
Io, sulle chitarre che montano corde in nylon, uso sempre extra hard tension.
Ma questa è una scelta che, come sai, dipende dal tipo di approccio da parte del musicista.
Sinceramente non trovo nessuna relazione tra un legno e una tipologia di corda.
Io non sono un esperto in liuteria ma francamente la cosa mi sorprende un po’.
Ho fatto anche un piccolo sondaggio per vedere se potevo acquisire qualche elemento ma mi sembra che non c’entri niente.
Scusa ma esattamente cosa intendi quando dici non le tollera?
Se quelle sono le corde giuste per te, non puoi farne a meno perchè non piacciono alla tua chitarra.
Un saluto e fammi sapere
Bell’articolo Davide!
La mia scelta è sempre ricaduta su chitarre classiche spagnole.
La prima fu una Rodriguez da studio e come l’ho toccata è stato “amore” a prima vista (ops!… a prima AUDIZIONE)!
Quella attuale invece è una Bernabè mod. 10: anche qui il suono è bellissimo.
Ricordo pure che c’è a chi piace più il suono che produce il legno di abete e a chi, come me, quello prodotto dal cedro!
Davide secondo te è vero che per un legno di cedro è meglio non montarle le corde hard-tension?
Ho notato che la mia chitarra non le tollera granchè, ma quelle medie non mi sono comode per le mie dita e quindi devo mettere perforza quelle medio-forte.
Grazie.
Grazie Michele.
Mi fa piacere sapere che tu abbia colto il senso di quello che volevo esprimere.
Un saluto.
La chitarra e la mano del chitarrista costituiscono una simbiosi non duplicabile, la stessa chitarra suonera’ in modo diverso al cambiare del chitarrista.
Mi e’ piaciuto molto il “cuore” che ci hai messo nello scrivere, bravissimo Davide assolutamente condiviso.
Mike
Complimenti ottimo suggerimento, anche io ho una chitarra classica di 15 anni che strimpello di tanto in tanto, in varie occasioni l’ho prestata ad altri “chitarristi” che suonano sicuramente meglio di me, e spesso mi hanno fatto i complimenti per il suono e per come l’ho curata nel tempo e soprattutto non produce lo stesso suono che ha nelle mie mani 🙁 !! Grazie mille
Ciao Giuseppe.
Lo Studio e la Musica Suonata, sono due aspetti da considerare separatamente.
Lo strumento che uso per la mia “ginnastica”, preferisco che sia impercettibilmente più ostico da gestire.
Attenzione,ho detto impercettibilmente.
Preferisco che non abbia una buona voce e, in genere gli sostituisco le corde molto sporadicamente.
Insomma deve essere uno strumento che non osteggi ma neanche che favorisca l’esecuzione di quegli sciogli mano torci dita che si fanno quando si studia.
Una chitarra da concerto deve essere lo strumento con il quale dobbiamo identificarci a pieno.
Comodo anatomicamente, regolato a puntino, e soprattutto che ci piaccia.
Deve esserci quasi una “attrazione” nei confronti dello strumento (passami la metafora).
Una chitarra da concerto deve essere il vestito che indossiamo nelle occasioni più belle.
Deve essere scelto su questa base.
Tutti e due sono strumenti validi ma con caratteristiche diverse.
Nel caso della mia classica, c’è da dire che non è una chitarra da studio.
Per quello, uso una Yamaha.
La mia vecchia chitarra, uno strumento molto agevole con un suono buono (per quello che devo farci io).
L’ho fatta mettere a punto in modo che oggi la posso usare per il lavoro professionale in Sala di registrazione.
Spero di esserti stato utile.
Per ulteriori chiarimenti non esitare a scrivermi.
Un saluto
Allora che differenza c’e’ tra una chitarra cosidetta da studio e una chitarra da concerto? premesso che tutte e due siano valide.
Grazie
Ciao Davide, intanto grazie per questo tuo nuovo contributo.
Volevo sottolineare due cose:
1) mi fa piacere che anche tu hai una chitarra classica (senza marca) da 30 anni e la usi per le cose piu’ “belle” che devi fare.
Anche la mia “amica” ormai mi segue da 30 anni in tutti i miei spostamenti e non l’ho mai cambiata!
2) mi permetto di aggiungere che, oltre a quanto tu scrivi qui sopra, chi vuole puo’ leggere l’altro articolo (“Come scegliere una chitarra”) su cosa guardare in modo particolare (scendendo piu’ nei dettagli) quando si va a comperare una chitarra.
Gli interventi sono di chitarristi e liutai ed e’ anche possibile richiedere l’e-book gratuito con tanti consigli pratici.
Concludo confermando, comunque, che prima di tutto bisogna avere un “approccio” mentale particolare quando si va ad acquistare una chitarra.