Ciao,
il perché si sceglie un tipo particolare di chitarra è ormai un argomento visto e rivisto, trattato anche da altri collaboratori di suonolachitarra, e direi anche in modo egregio, quindi superata la fase economica e quella dell’occasione da non lasciarsi scappare a nessun costo, ci troveremo a scegliere lo strumento definitivo (chiaramente è un modo di dire) o comunque quello che ci darà quel non so che rispetto agli altri.
Nel 1972 dopo tanto insistere e tanti buoni voti nelle materie scolastiche, mio padre cedette, e mi diede il consenso di cercare una chitarra buona anche se continuava a dirmi che cosa non avesse di buono quella che già mi aveva regalato qualche tempo prima; stiamo parlando di una HOFNER quindi immagina tu.
In quel periodo non c’erano i vari PORTAPORTESE o riviste simili che trattavano strumenti musicali nuovi o usati, e quindi giravo per negozi, il più delle volte a vuoto, altre volte con delle buone proposte, ma non avevo fatto i conti con la disponibilità dei genitori che avrebbero dovuto fare anche a mio fratello un regalo di pari importanza o quasi.
Chiaramente io cercavo una GIBSON Les Paul magari semi nuova, ma non le davano via se non a caro prezzo, e credimi era molto caro.
Poi un giorno venne un gruppo nel locale che frequentavo (il proprietario decise di mettere la musica dal vivo): quel gruppo si chiamava il PUNTO (il batterista era Stefano D’Orazio, che poi diventò uno dei POOH) e Vincenzo il chitarrista aveva una stratocaster bianca meravigliosa e dopo un po’ di tempo mi chiamò: forse si era accorto del fatto che non riuscivo a staccare gli occhi da quella meraviglia anche se non era una Gibson.
Mi prese in simpatia e facemmo amicizia, ma mi fece promettere che mai avrei acquistato una Gibson, per tutta una serie di motivi che adesso non sto qui ad elencare, e mi portò in un negozio dove trovai quella che ancora oggi è la mia più bella cosa (chiaramente a parte i miei figli) che ho.
Il negozio si chiamava Bandiera molto frequentato dai musicisti romani dell’epoca e lì mio padre si dovette svenare, ma la parola era parola, e mi regalò la mia prima stratocaster che tra le altre cose costava meno di una Gibson, ma comunque sempre cara.
Il prezzo era di Lire 250.000, più di uno stipendio medio italiano.
Avevo 17 anni, e mi sembrava un sogno, ma presto dovetti fare i conti con una realtà a me sconosciuta e cioè che non era la chitarra buona a farti suonare meglio ma eri sempre tu nel bene e nel male il protagonista dei giochi, e poi non aveva un suono distorto come Jimmi Page, il mio idolo e quasi cominciavo a pentirmi di quell’acquisto fatto più per necessità o per consiglio di un amico.
Ma poi qualcuno mi fece ascoltare Jimmy Hendrix e tutto cambiò; poi cominciarono i Deep Purple, i Pink Floid e così via ma le possibilità e la versabilità della strato le ho apprezzate con il passare del tempo quando negli studi di registrazione i fonici si mettono le mani nei capelli quando vedono una Gibson, e molti cantanti ti chiedono se hai la stratocaster (è successo spesso) altrimenti te la danno loro (Barbarossa, Gepy and Gepy, …).
Quindi per farla breve: puoi avere mille chitarre ma una strato non deve mancare mai.
(articolo scritto da Giuseppe Nardozzi)
Sono d’accordo con te, caro Giuseppe, ho ben 15 chitarre e, a dire il vero, le amo tutte, ma due anni fa mi imbattei in una Stratocaster Professional I e da allora è ‘la mia chitarra’.
Ho anche una Mexico, una PRS ed altre che non sto qui ad elencare, ma gira e gira ho sempre lei tra le mani,
Semplicemente mi fa stare bene, quindi capisco il tuo punto di vista.
Ciao
Ugo