Io amo definirmi un chitarrista a plettro come diceva il grande Django Reinhardt.
Il chitarrista a plettro è quello che tende a tradurre tutta la letteratura chitarristica, anche quella classica, attraverso una tecnica che agevoli l’uso di questo piccolo ma non trascurabile accessorio.
Il plettro è il primo amplificatore ecologico per chitarra che sia stato mai inventato.
Si impugna agevolmente tra il pollice e l’indice della mano destra con la punta rivolta verso le corde.
Per ottenere un uso ottimale bisogna partire dal nostro corpo.
Rilassare tutto il braccio in questione partendo dalla spalla.
Il polso deve essere sciolto, mai rigido.
Il gioco è tutto lì.
Mai coinvolgere l’avambraccio irrigidendolo.
Premesso ciò andiamo avanti.
Il suono che verrà fuori colpendo le corde con il plettro, avrà delle caratteristiche molto definite: suono netto, percussivo più che pizzicato, definito e aggressivo.
Se non si ha un buon controllo, il suono può risultare sguaiato, spigoloso o addirittura fastidioso.
Nella tecnica classica si suona con i polpastrelli e le unghie.
Usando parte del nostro corpo, avremmo una consapevolezza naturale nel muoverci.
Nella tecnica moderna, delegheremo questo bisogno ad una protesi.
Una sorta di arto fittizio.
Dovremmo imparare ad usarlo.
Non è facile parlare di queste cose in un articolo perciò mi limiterò a darvi qualche notizia su come suonare al meglio un assolo usando questa modalità.
Le possibilità più importanti sono: plettrata alternata, plettrata sweep, plettrata mista.
- La prima è quella che preferisco.
Consiste nell’alternare le plettrate una in giù e una in su.
In giù vuol dire colpire la corda dall’alto verso il basso come se fosse il pollice.
In su vuol dire posizionare il plettro sotto la corda interessata, e plettrare verso su.
Diciamo come quando indice, medio e anulare pizzicano le corde.
In questo modo otterremo un suono che io definisco rullante.
In tal guisa avremo una forte propulsione ritmica nelle note.
Un esercizio molto interessante per migliorare la performance, è quello di suonare le scale partendo da una plettrata in giù alternandola con una successiva in su, in questo modo: giù-su giù-su.
Una volta terminato, risuonare le stesse scale invertendo il senso delle plettrate in: su-giù su-giù.
In questo modo gli accenti forti che prima erano suonati con le plettrate in giù, adesso saranno suonati con le plettrate in su.
In questo modo il suono diventerà più omogeneo sia come volume che come tipologia. - La plettrata sweep è una buona soluzione per suonare in modo melodico un accordo arpeggiato, quando le note si trovano in sequenza su corde adiacenti, come in un accordo.
In questo caso, in fase ascendente useremo tutte plettrate in giù mentre, in fase ascendente, plettrate in su.
In effetti si tratta di scendere di corda in corda e poi di risalire.
Più che dei veri e propri strappi saranno delle spazzolate come suggerisce il nome.
Il plettro colpisce la prima nota e poi resta ancorata ad essa scendendo o risalendo sulle altre.
Per ottenere una buona prestazione, si può fare questo esercizio: suonare sequenze accordali di due o anche tre ottave scendendo di corda in corda come ad esempio: DO MI SOL DO MI SOL.
In questo modo impareremo a controllare il flusso delle note.
Lo scopo è ottenere un suono fluido simile all’archetto di violino quando si muove legando una serie di note velocissime. - La tecnica mista è quella di alternare tutte e due le tipologie in maniera ottimale.
Ma di questo ne parleremo una altra volta.
In conclusione.
La tecnica del plettro nasce da una limitazione.
Bisogna sempre trovare una soluzione per risolvere una situazione.
Questo ti farà essere sempre propenso alla ricerca, alla sperimentazione di nuove forme empiriche.
La scelta del plettro non è una cosa trascurabile.
Ognuno deve trovare quello più adatto a se.
Io uso plettri dalla grandezza regolare, molto duri e con la punta smussata.
Spero di esserti stato anche minimamente utile chiarendoti qualche punto ancora scuro.
Un saluto.
(articolo scritto da Davide De Rosa).
bravo.
Articolo semplice ed efficace