La scelta di un amplificatore per chitarra dipende, in prima istanza, dall’utilizzo che se ne deve fare.
Le domande che ci dobbiamo porre sono innanzi tutto:
“Lo adopererò per studiare (solitamente in casa o sala prove )?
Per performance all’aperto?
Per concerti in piccole sale o in grandi teatri?
Oppure in tutte queste situazioni?”.
Perché a seconda dell’utilizzo sceglierò una potenza adeguata del mio amplificatore.
Normalmente le potenze variano dai 2,5 watt dei micro-ampli fino ai 100 watt ed in base alla potenza variano anche il peso e le dimensioni dell’ampli.
Starà a noi cercare il giusto compromesso tra potenza di suono e maneggevolezza.
Per un utilizzo casalingo, per lo studio, un combo (l’amplificatore combinato, detto semplicemente combo, ospita i tre componenti (preamplificatore, finale di potenza e altoparlanti) nella stessa struttura) di bassa potenza, intorno ai 20W, leggero e maneggevole è senz’altro un buon compromesso.
Infatti nel caso avessi bisogno di maggiore potenza in uscita, microfonandolo, potrei inviare il segnale ad un banco mixer oppure sfruttare l’uscita line out per lo stesso obiettivo.
Per un uso da palco, invece, sarà necessario, almeno, un 60 W che andrà poi, ugualmente, microfonato.
Un altro criterio di scelta, fondamentale nella scelta di un amplificatore per chitarra, è senz’altro la qualità del suono e qui entra in gioco la personalità del musicista ed il suo gusto: devi ascoltarlo e ti deve piacere.
La principale caratteristica dell’ampli che ne determina il tipo di suono è il sistema di amplificazione (valvolare o transistor).
Come senz’altro saprai l’amplificatore valvolare è un amplificatore che utilizza valvole termoioniche nei circuiti del preamplificatore e del finale di potenza, come elementi attivi per l’amplificazione del segnale.
L’amplificatore a valvole è stato il primo a essere stato realizzato, ed ha un timbro caldo ed avvolgente ma anche adatto alla distorsione.
L’ampli a transistor invece utilizza transistor bipolari o, più raramente, MOSFET, nel preamplificatore e nel finale di potenza ed è caratterizzato da un suono che rispecchia più fedelmente il segnale in uscita dai pick-up.
Un amplificatore a transistor, confrontato con uno a valvole, è più economico, meno ingombrante, più solido e produce meno calore ma ha un minor segnale di potenza in uscita.
Normalmente gli amplificatori per acustica sono a transistor mentre per la chitarra elettrica nei generi blues, rock, metal , ancora oggi spopolano gli ampli a valvole; nel jazz, la maggior parte di musicisti adopera ampli a transistor.
In poche parole quando si ha bisogno di un suono pulito, ad un costo più accessibile, è l’ampli a transitor la scelta più frequente.
Naturalmente esistono in commercio, degli ibridi che stanno tra queste due macro-categorie: alcuni utilizzano un preamplificatore a valvole, per ottenere un suono caldo, accoppiandolo però ad un finale di potenza a transistor, per ridurne il costo, l’ingombro e la fragilità, altri invece sono dotati di un preamplificatore a transistor, per evitare la distorsione, e di un finale di potenza a valvole, per garantire maggiore potenza di suono.
Io prediligo un suono caldo, avvolgente, ricco, cristallino, senza ronzii e senza fruscio di fondo quando è a riposo; questo aspetto è per me fondamentale.
Per schiarirti le idee, puoi recarti in qualche grande store dove avrai l’opportunità di provarne molti e senz’altro troverai il suono che ti soddisfa.
Una volta che hai le idee chiare sulla qualità di suono e sulla potenza che ti occorrono puoi scegliere il tuo amplificatore che, comunque, nel caso tu debba amplificare una chitarra acustica, dovrà avere queste caratteristiche di base:
- due ingressi, per chitarra acustica con pick-up piezo elettrico al ponte o con pick-up magnetico passivo applicato alla buca
- un ingresso per microfono voce (XLR mic imput) che può essere utilizzato per cantare, amplificare un’ armonica a bocca o per riprodurre (amplificato) il suono naturale del nostro strumento
- ingresso uscita send-return per effetti esterni
- almeno un riverbero (solitamente di tipo Spring)
- un ingresso phono (Cd, Mp3 ecc…) per chi suona su basi pre-registrate
- un’uscita line out per inviare il segnale ad un banco mixer o ad un registratore
- un’uscita cuffie.
Anche il budget a disposizione, ovviamente, ha la sua importanza in quanto i prezzi oscillano da cifre medio basse a cifre molto alte.
Devo dire, però, che esistono ampli con ottime caratteristiche anche a cifre ragionevoli e in grado di soddisfare le esigenze anche di un professionista.
Ultimamente, ad esempio, ho acquistato un amplificatore da 60W di una casa emergente tedesca, che utilizzo per accompagnare la cantante con cui suono in duo, che ha un ottimo rapporto qualità prezzo.
È un modello molto versatile che utilizzo anche con le chitarre jazz sia a sei corde che a sette corde: ha un ottimo suono pulito e i bassi non gli fanno paura!
Spero che queste poche riflessioni sul mondo degli amplificatori ti possano essere d’aiuto se sei in procinto di acquistarne uno e ti auguro tante buone note … ben amplificate, naturalmente!!
(Articolo scritto da Enrico Del Grande)