Ciao,
oggi ho un’altra domanda, anzi due, arrivatemi qualche tempo fa.
Sergio mi chiede:
“Avrei una domanda tecnica: per la costruzione dei piani armonici delle chitarre classiche ho visto che lo stesso può essere realizzato in un unico pezzo (TAVOLA INTERA CON BUCA) oppure in due metà simmetriche (TECNICA A LIBRO).
La domanda riguarda la qualità finale dello strumento: il pezzo unico o il doppio incollato influisce sul suono o qualità della chitarra e se si quale sarebbe preferibile?
Oppure sono tecniche soggettive dei liutai le quali non influiscono sull’efficienza, ma solo ed unico lato estetico?
L’altra domanda è la seguente: ho una chitarra con tavola in cedro anni 80 che si è filata per 10 cm lungo la venatura (proprio spaccata se si fa pressione con le dita sui due lati): c’è un modo per ripararla senza il liutaio?
Perché la chitarra non vale la cifra.
Mi piacerebbe sapere come si dovrebbe procedere, anche se poi probabile non lo faccia perché al di là delle mie capacità: è una cosa possibile da farsi?“.
Essendo due domande molto tecniche, le ho rivolte al liutaio Luca Milani (qui trovi l’intervista che gli ho fatto qualche tempo fa), il quale ha risposto:
“Non esistono tavole armoniche a un pezzo unico: al limite i fondi.
Anche i mandolini sono costruiti in due pezzi.
Incollando due tavole specchiate si ha la possibilità di mantenere nella sezione centrale la parte della tavola a venatura più fitta (quella più vicina al midollo dell’albero, per intenderci).
Una tavola unica avrebbe lo svantaggio di venature diseguali, quindi di vari problemi connessi: sonorità difforme, tensioni diverse, deformazioni.
Inoltre è un po’ complicato trovare tavole in legno di 38 centimetri di larghezza.
Per la seconda domanda si può usare colla da falegname (NON vinilica) e pressione con elastici per tenere unite le due metà.
La riparazione riuscirà suonabile, anche se non perfetta esteticamente“.
Grazie Sergio e grazie Luca.
Certo che esistono chitarre con tavola armonica in un pezzo unico!
Io l’ho acquistata, è questa