Ciao!
Oggi voglio proporti una nuova intervista fatta a Massimo Valvasori, chitarrista esperto di musica manouche e chitarra gipsy, nonché docente di chitarra elettrica e acustica, che da qualche tempo si sta occupando di una questione molto particolare legata all’ambito chitarristico: i plettri.
Ciao Massimo, come è nato questo tuo interesse, diciamo così?
All’interno della mia scuola di musica abbiamo sempre fatto ricerche assieme ai ragazzi per individuare strumenti, didattiche, tecniche e materiali migliori di quelli in commercio.
Sono ormai diversi anni che utilizziamo plettri artigianali, all’inizio li compravamo in giro per l’Europa, poi abbiamo cominciato a farceli fare da alcuni liutai.
Le varie progettazioni le ho sempre dirette io.
Circa un anno e mezzo sono entrato in contatto con un laboratorio che lavora materie plastiche.
Ho chiesto informazioni e mi hanno fornito una mole di cataloghi con tutte le materie prime a disposizione, assieme a qualche centinaio di additivi vari.
Così abbiamo cominciato una ricerca sui materiali, durata più di un anno, con prove di prototipi, ricerca sulle forme e dimensioni, prove di usura, scorrevolezza, …
Alla fine sono nati i Ninja picks, progettati da me ma fatti fare da un laboratorio.
Attualmente i titolari del progetto sono tre persone, io che ho progettato e testato il tutto (con la collaborazione di una cinquantina di chitarristi) e altre due persone con altre mansioni.
Perché hai deciso di creare questi plettri?
I Ninja picks sono nati da un’insoddisfazione riguardo ai plettri commerciali, che spesso non offrono prestazioni soddisfacenti.
Nel corso degli anni avevo già più volte constatato che molti grandi chitarristi non usavano plettri commerciali, ma artigianali, qualcuno in materiali naturali, altri sintetici.
Il punto era che occorreva considerare il plettro come uno strumento di precisione con caratteristiche tecniche specifiche.
Fra i parametri da considerare c’erano il suono, la scorrevolezza, la durata e la resistenza all’abrasione.
Per cui ogni artigiano ha condotto una sua personale ricerca sui materiali, cercando di individuare il migliore possibile.
Ho usato plettri artigianali, molto buoni, per anni.
Poi mi sono chiesto se era possibile costruire un plettro migliore, così è cominciata la ricerca.
Dopo circa un anno e mezzo siamo stati soddisfatti dalla creazione dei Ninja picks, che hanno delle caratteristiche tecniche assolutamente superiori.
Ma perché è il “plettro migliore che ci sia“?
È il plettro migliore perché possiede delle caratteristiche superiori a tutti gli altri plettri:
- il suono è pieno, grosso, ricco di armoniche, caldo;
- l’attacco è ottimo e il pick noise è decisamente basso;
- hanno una fantastica resistenza all’abrasione e non si dentellano sui fianchi;
- hanno veramente un’ottima durata;
- in più possiedono un grip incredibile, dovuto al materiale utilizzato: non scivolano né si girano fra le dita.
La scorrevolezza e la precisione sono assolutamente superiori, per cui riescono a far aumentare in maniera evidente la velocità e in generale la tecnica del chitarrista.
Riescono cioè a farti arrivare dove gli altri plettri non possono.
Sono quindi plettri da corsa, contengono la differenza che c’è tra una Panda e una Ferrari.
Ecco quindi cosa offrono: velocità, precisione, suono, scorrevolezza, durata.
La precisione è dovuta alla forma, tutto il resto al materiale utilizzato.
Il risultato è veramente il plettro migliore che ci sia.
Abbiamo provato e testato tutti gli altri, e non c’è confronto.
Io ha avuto fortuna perché sono stato aiutato da molte persone che lo hanno fatto in amicizia e dal laboratorio che ha creduto nel progetto, altrimenti i costi sarebbero stati impossibili da affrontare.
Cosa pensi di fare adesso: continua la ricerca oppure ti senti a posto così?
La ricerca non si ferma mai.
Certamente adesso non dormiamo sugli allori, ma continuiamo a testare altri materiali.
Se dovessimo individuarne uno migliore, tanto meglio per tutti!
Abbiamo un paio di ingegneri dei materiali che ci stanno aiutando, con cui abbiamo lavorato per creare il materiale dei Ninja picks.
Il nostro è un lavoro di equipe.
Siamo riusciti a trasmettere loro la nostra visione del plettro come strumento per un lavoro di alta precisione, e si sono appassionati…
Non escludiamo affatto ulteriori futuri sviluppi.
Per quale tipo di chitarra va bene questo plettro?
Abbiamo creato vari tipi di modelli: ci sono quelli per la chitarra elettrica e folk e quelli per la chitarra gipsy.
Diciamo quindi che TUTTI i chitarristi possono usarli.
Grazie Massimo.
Approfitto di questo spazio per mettere il video dove tu provi i Ninja Picks.
Per saperne di più su questi plettri e sulle loro caratteristiche, clicca qui per visitare il sito Ninja Picks.
Io uso plettri dunlop, ne ho tanti altri compresi quelli con punta leggermente ricurva
Ciao,
ho comprato questi plettri per chitarra gipsy ma ho notato che fanno un po di rumore sulle corde… come se fischiassero…
Certo, posso riconoscere che sono più scorrevoli ma non mi aspettavo questo difetto … credo che dovrò tornare al plettro normale….
Bella idea. Li proverò sul mandolino. Ne consumo tantissimi.
ciao Gionata,
sono contento che tu ci ponga questa domanda poichè è un argomento su cui sto già lavorando da un po’.
Ho usato anch’io per molto tempo il thumbpick e, se devo essre sincero, non ne ho mai trovato uno che mi andasse bene totalmente.
Per i miei gusti quelli metallici hanno un suono troppo freddo e una risposta troppo rigida, mentre quelli in materiale plastico li vorrei con forme e spessori diversi.
So bene che ci sono tantissimi chitarristi che li usano ottenendo ottimi risultati, ma sono anche convinto che si possa progettare qualcosa che sia ancora più efficace.
Mi interessa particolarmente un thumbpick per la chitarra elettrica, in modo da poter fare il tapping a più dita senza abbandonare il plettro con la mano destra.
Tieni d’occhio il sito, prima o poi avremo anche il ninja thumb pick!
Massimo
Che bella notizia Massimo!
Allora … a presto con il ninja thumb pick!
Ciao
Salve a tutti!!
ho letto con molto interesse questo articolo, anche e soprattutto perché è sempre stato un argomento chitarristico forse un po’ sottovalutato, ma invece lo ritengo essenziale.
Averi però una domanda.
Io uso spessissimo il thumbpick, e mi chiedevo se uno sviluppo futuro di questa ricerca potrebbe anche interessare i thumpick.
Grazie e complimenti
Ciao ciao
Gionata
effettivamente è un problema che in genere non ci si pone, pero’ gia’ tra i prodotti commerciali si possono notare delle differenze. personalmente preferisco sempre un vecchio peltro meazzi 14 a mio avviso equilibrato sia per la ritmica che per la solista.
ciao Michele,
i Ninja picks partono da 1 mm (fino ad arrivare a 2 mm), spessore che corrisponderebbe a quello di un heavy.
Come risposta al tocco e elasticità, però, si comportano in maniera molto diversa.
Dal punto di vista della flessibilità, comunque, sono decisamente più rigidi del Fender medium, ma molto più scorrevoli
Massimo
Interessante argomento, da anni uso i Dunlop e i Fender Medium, non riesco a suonare con plettri più duri, preferisco modificare il modo in cui tengo il plettro per ottenere una maggiore rigidità quando mi serve.
A quale numero puo’ corrispondere per spessore il Fender Medium rispetto a questi?
Li provero’ volentieri.
Ciao, Mike
ciao a tutti,
cercherò di fornire qualche ulteriore chiarimento in merito ai Ninja picks.
I nostri plettri sono frutto di uno studio molto approfondito sui materiali, i criteri di lavorazione e il design.
Sono un prodotto innovativo, nato da un progetto di ricerca centrato sull’individuazione del miglior plettro possibile per il chitarrista.
Nonostante ci siano, ovviamente, dei parametri soggettivi, i test che abbiamo condotto su un campione di circa un centinaio di chitarristi sono stati assolutamente positivi, per cui siamo onestamente molto soddisfatti del risultato ottenuto.
Il prezzo è dovuto sia alla scelta e alla qualità del materiale utilizzato sia al criterio di lavorazione, che utilizza macchine fresatrici molto sofisticate ed estremamente precise.
Per quello che riguarda il materiale, si tratta di una materia plastica ottenuta in base a particolari specifiche tecniche, quali la scorrevolezza, il pick noise, l’attacco, la resistenza all’usura, la durata, il grip, …
Attualmente sono in corso di espletamento le pratiche brevettuali, per cui non posso approfondire più di così.
Concordo completamente con SirVester sulla bontà dei plettri Stubby e Big Stubby della Dunlop.
Sono stati tra i nostri riferimenti assieme ai Wegen, i Dugain, i Jazz 3, i Paul Gilbert e molti altri.
Massimo
Come i plettri Fender (heavy) non ce n’è… velocità, suono caldo, morbido, si consumano senza “grattare”… fantastici… 😉
E’ comunque importante sperimentare e cercare nuove strade, se quelle già presenti non soddisfano.
Sarei curioso di provare questo plettro.
Molto interessante.
Però l’articolo parla delle caratteristiche di questi plettri ma non dice nulla sul materiale usato e la tecnologia che c’è dietro.
Io per dire, ho un plettro in pietra (agata) che ha molte delle caratteristiche elencate… nell’articolo ma ha anche alcuni lievi svantaggi come l’attacco troppo rapido, un lieve ma percettibile pick noise e un suono, come dire, poco pastoso e freddo.
Ad ogni modo il plettro è qualcosa di davvero soggettivo (come la chitarra del resto).
Io mi trovo bene con i plettri Stubby della Jim Dunlop da 2 e 3 mm, e un plettro in fibra di carbonio da 1 mm del quale non ricordo la marca.
Sinceramente ho sempre sottovalutato il plettro, credo di averne di ogni forma e spessore, spesso li compro nei negozi per arrotondare il resto :).
Però è anche vero che scivolano via, ho provato ad appiccicarci del nastro adesivo in carta quello che usano i tappezzieri per avere un pò di grip in più e asciugare le dita, ma ho avuto scarsi risultati :(!!.
Proverò questa fantastica innovazione.
Grazie per l’articolo ragazzi 0__0