Ciao,
torniamo oggi a parlare in modo più approfondito della melodia e vediamo come è costruita e come si può variare.
Ti ripropongo il nostro esempio del Te Deum di Charpentier:
Puoi notare come su tutti i movimenti della battuta, ad eccezione della terza battuta di tutte e due le righe, ci sia una nota.
Queste note costituiscono l’ossatura della melodia e sono le note portanti, potremmo definirle, dell’intera struttura del periodo musicale:
Come vedi, questa melodia è ridotta all’osso, ma funziona lo stesso: il periodo musicale è comunque di senso compiuto!
Confrontando i due esempi noterai che le note che ci sono in più nel primo, e, in questo caso specifico, sono tutte crome, non sono altro che note che mi servono per dare più melodicità alla frase o mi collegano le varie note sempre in modo più melodico.
Queste note aggiunte alla struttura principale della melodia, me la variano e quindi avrò una variazione (gli autori classici si sono divertiti a comporre molti temi e variazioni, mentre oggi si può parlare di cover).
La variazione può essere fatta seguendo vari metodi che possono coinvolgere anche il ritmo (quindi non solo la melodia), mentre se andiamo a lavorare anche sull’armonia a quel punto parleremo più di arrangiamento che non di variazione.
Vedremo in altri articoli quali sono queste note che io posso aggiungere all’ossatura della mia melodia per renderla più melodica (scusa il gioco di parole).
Se però vuoi avvantaggiarti 🙂 clicca sull’immagine qui sotto per scaricare subito il pdf GRATUITO con tutte queste informazioni sulla variazione e trasformazione di una melodia.
Come sempre molto interessante.
Grazie