Ciao,
oggi propongo una pausa per quanto riguarda gli articoli su esercizi, teoria e cose del genere e pubblico volentieri quanto mi ha mandato Lucia, alcune sue riflessioni sul suonare ad orecchio.
In questo caso, più che mai, ti invito, qui sotto l’articolo, a lasciare il tuo commento e a rispondere a Lucia o a raccontare la tua esperienza in proposito.
Ma vediamo cosa dice Lucia:
“Suonare senza orecchio…
Mi preme affrontare questo argomento e vedere se può interessare ad altri.
Chi è stonato non può cantare, perlomeno in un gruppo o come solista, ma può farlo sotto la doccia, nessuno lo vieta, ma chi non ha orecchio può suonare?
La mia domanda appunto è questa.
Basta sapere tutto su:
- Tempo: la velocità di esecuzione di un brano
- Note: conoscerle e applicarle
- Pentagramma: conoscerlo e saperlo suonare
Ancora, quanto è svantaggiato nel suonare uno che non ha orecchio in confronto a chi lo possiede?
Basta saper leggere la Musica per poter suonare in maniera professionale o serve anche saper sentire se la nota deve scendere o salire?
Quanti ragazzi o adulti sanno suonare ad orecchio, gli fai sentire un pezzo e dopo poco tempo lo sanno suonare, non sapendo assolutamente che nota stanno eseguendo, in che tempo, perché questo bagaglio di notizie lo hanno nel loro DNA, infatti hanno orecchio verso la musica.
Chi sono quindi i veri musicisti?“.
Grazie Lucia.
A te che stai leggendo, ora, passo la palla: mi farà piacere sapere cosa ne pensi e se sei tra le persone che suonano ad orecchio oppure sei tra le persone che conoscono la musica.
Lascia pure il tuo commento nello spazio che trovi qui sotto.
Personalmente penso che bisogna allenare l’orecchio cosi come studiare le scale e gli accordi.
Per l’orecchio basta stare li ad ascoltare un’ora al giorno tutti i giorni per il resto un buon metodo Armonico Melodico anche perche’ all’inizio la chitarra e’ una PERFETTA SCONOSCIUTA e quindi bisogna orientarsi bene e’ necessario per capire le tensioni degli intervalli . Quale metodo ? questo e’ il problema.
Naturalmente io suono ad orecchio, ho sentito suonare chitarristi che studiavano al conservatorio con la chitarra scordata, e le dita andavano sulla tastiera, premendo sulla nota che per loro leggendola era un Si, per chi ascoltava era un Ma !…
Ecco quello non diventerà mai un musicista, ma un bravo insegnante …
La Musica serve a far vibrare l’anima che abbiamo dentro, e se la si ha nella mente, questa viene trasmessa, altrimenti non si capisce come un Beethoven da sordo riuscisse ad ascoltare la musica nella mente, tipo la nona sinfonia, scritta già quando era completamente sordo …
Ma questi avevano tutte e due le cose, orecchio e studio …
Oggi per fare un’orchestra basta prendere musicisti che sappiano leggere uno spartito, non si hanno problemi …
Io però ascolterei meglio un’orchestra di orecchianti, tutta un’altra Musica
Beh, in realtà bisognerebbe saper fare entrambe le cose, anche se l’orecchio ti rende veramente consapevole di ciò che sta accadendo in un brano, inoltre, non esistono partiture di tutti i brani, per cui anche un mostro di lettura potrebbe non saper suonare mai la sua canzone preferita, se qualcuno non la trascrive prima, e questo è molto limitante secondo me. La cosa molto sottovalutata è che l’ear training viene trattato poco e niente dai corsi di musica, a differenza della tecnica (ovviamente) e in varie scuole poi c’è il corso complementare di solfeggio (quindi lettura). Secondo me ci vorrebbe oltre al corso di solfeggio anche quello di ear training. Ma come si insegna l’ear training? A quanto ho capito il parere più comune suggerisce come prima cosa di interiorizzare tutti gli intervalli, cosa che sto provando a fare grazie all’aiuto di software per pc e cellulare. Quali sono le vostre esperienze/conoscenze in merito?
Ormai l’ho detto tante volte nei miei interventi precedenti: io suono a orecchio da sempre anche se strada facendo ho imparato le regole principali più per deduzione che per studio.
Da sempre mi hanno considerato un buon musicista, spontaneo e che non stecca mai (non è vero ma è proprio il mio orecchio che mi tira fuori quando io so di aver steccato e loro non se ne accorgono o quasi); io mi considero un mediocre che, se avesse studiato sarebbe stato un buon musicista.
Da qui si evince il mio pensiero: che obiettivi hai?
Ti vuoi divertire, fare concerti quando capita?
Allora va bene andare avanti come sai fare anche solo ad orecchio.
Vuoi diventare un professionista?
La strada è tracciata dal tuo orecchio ma se ci aggiungi lo studio puoi aggiungere la tecnica, e la conoscenza puo’ darti quell’accelerazione che potresti raggiungere anche senza studio ma con più tempo ma mai cosi’ in profondità…
E se vuoi veramente essere un professionista tra professionisti……non c’è storia: studia.
Senza orecchio puoi essere un buon esecutore (basta leggere e usare la tecnica studiata), ma per me non sarai mai un vero musicista che ci mette l’anima, l’espressione, e quella piccola dose di follia che rende cio’ che fai unico.
Con l’orecchio riesci a contravvenire le regole e ottenere qualcosa che le stesse regole ti impedirebbero se non forzate consapevolmente.
Ho suonato con tanti musicisti, anche diplomati al conservatorio, maestri e professori d’orchestra o semplici orecchianti come me ed ho sempre fatto la mia bella figura con tutti.
Per finire solo un aneddoto di molti anni fa, mi sembra il 1972 o 73: ero col mio gruppo “Assuefazione” formato da amici orecchianti musicisti, eravamo a Pandino in un bellissimo locale vuoto, poi scoprimmo perché e non dipendeva né da noi né tantomeno dal gruppo ospite “I Delirium” e sapete chi erano.
Ebbene ad un certo punto per non stare con le mani in mano decidemmo di fare una jam tutti insieme tanto per vedere se fosse arrivato qualcuno nel frattempo: noi eravamo tutti presenti e suonavamo improvvisando con solamente il loro sassofonista (inglese) perché gli altri non riuscivano a farlo (dichiarato da loro: non sappiamo cosa fare).
Evidentemente loro si erano talmente concentrati sui propri brani che eseguivano benissimo ma avrebbero voluto la parte scritta.
Mi è successo anche con molti diplomati che senza partitura…niente.
Ma non è né una critica né un demerito, è solo la conferma di quanto detto sopra e meritavano e meritano tutt’oggi il massimo rispetto e un saluto.
Concludo con un’esortazione: se l’orecchio mostra il vostro talento….studiate, non commettete il mio stesso errore.
Un abbraccio e scusatemi se mi sono dilungato.
Michele
…. la verità stà nel mezzo.
Suonare ad orecchio a volte serve per provare qualcosa che hai sentito ma non conosci, serve a tirarti fuori dai guai quando stecchi …. ma se non studi, non dico frequentare il conservatorio, ma studi teoria con USO di METRONOMO, non andrai mai lontano.
I veri musicisti?
Io li cerco nel mondo del Jazz …..
Ciao!
Ciao!
Personalmente, suonando, faccio più affidamento sul “mio orecchio” in quanto di note e pentagramma so poco e niente!
Per rispondere alla domanda di Lucia, a mio parere, i “veri musicisti” sono sicuramente coloro che uniscono ad un “buon orecchio” la conoscenza delle note e la lettura del pentagramma e penso che, entrambe queste capacità, con un po’ di allenamento e tanta volontà possano essere acquisite!:-) … in tutto questo mai tralasciare il cuore e la passione, le due “note” davvero importanti da non trascurare!:-)
Se si conosce la musica non è indispensabile avere orecchio.
Non è indispensabile neanche avere l’udito.