Ciao,
con questo articolo di oggi, che si occupa degli armonici, posso dire di aver concluso, almeno idealmente, un mini ciclo di lezioni teoriche iniziato con la trattazione sui diesis e i bemolli, seguita da un articolo in cui abbiamo visto che i diesis non sono uguali ai bemolli se non per convenzione, e l’ultimo articolo in cui ho cercato di spiegare il nostro sistema musicale occidentale, il sistema temperato.
Il suono armonico non è altro che un suono appartenente alla serie delle armoniche e si divide in armonico naturale e armonico artificiale.
Gli armonici naturali (detti anche armoniche) sono tutti i suoni prodotti da qualsiasi corpo vibrante: questi suoni non sono mai puri, ma sono formati dalla nota fondamentale e da tutti i suoni più acuti e meno intensi che si generano.
Questi armonici sono fondamentali per determinare il timbro di uno strumento e per definire gli intervalli musicali, ma sono il risultato di un insieme di suoni.
Ora cerco di farti capire come funzionano in modo semplice, almeno spero 🙂 : mi ricordo, quando ero bambina, che giocavo d’estate con le mie amichette a corda: una ad un capo, un’altra ad un altro, la giravamo e una terza bambina saltava nel centro.
Ecco, immagina le armoniche come quella corda che gira: la traiettoria di quella corda è il suono fondamentale delle nostra armoniche.
Nel disegno qui sopra (scusa l’imprecisione, ma l’ho fatto a mano non avendo trovato nulla su internet) puoi vedere che il I primo armonico è praticamente la metà della fondamentale, che qui ho rappresentato con una riga, il II armonico è la metà del I, il IV è la metà del II, l’VIII è la metà del IV e si può continuare fino all’infinito (nel disegno ho fatto le forme d’onda tutte della stessa altezza, ma man mano che aumenta il numero dell’armonico, anche l’ampiezza (cioè il volume) diminuisce)!
Che significa questo?
Significa che, ad esempio, la mia fondamentale è DO, il I armonico sarà ancora DO ma all’ottava sopra, il IV armonico sarà sempre DO ma un’ottava ancora sopra e così l’VIII armonico: praticamente, dimezzando il numero dell’armonico, la nota si alza di un’ottava.
Apro una brevissima parentesi dicendo che questo raffigurato nel disegno, ad esempio, non può essere un suono di clarinetto, in quanto il clarinetto, per come è fatto e per la sua configurazione, ha SOLO armoniche dispari.
Quindi se io suono la nota più grave del clarinetto in SIb (che normalmente è un RE grave, anche se alcuni strumenti arrivano al RE BEMOLLE), sento quel determinato timbro perché se vado ad analizzare il suono con un oscilloscopio, vedrò che compariranno nello spettro delle frequenze, solo quelle di ordine pari.
La serie completa degli armonici naturali, è questa:
In questa serie, alcuni armonici sono calanti, altri crescenti, ma sostanzialmente sono rapporti preordinati proprio per il temperamento equabile che abbiamo visto la volta scorsa.
Sulla chitarra gli armonici naturali si suonano pizzicando una corda con la mano destra e sfiorandola, ma senza bloccarla, con la sinistra all’altezza del XII tasto per ottenere l’armonico di 8°, del VII o XIX tasto per ottenere l’armonico di 5°, del IV o IX tasto per ottenere l’armonico di 3° (e potrei continuare ancora).
Gli armonici artificiali, invece, sono tutti quei suoni che sono prodotti sulla chitarra premendo una corda con la mano sinistra su un qualsiasi tasto e pizzicando-sfiorando con la destra la corda ad un tasto uguale al tasto premuto dalla sinistra + 12 tasti per ottenere l’armonico di 8° della nota premuta dalla mano sinistra.
Per esempio se metto il dito sul II tasto del La avrò un DO; pizzicando-sfiorando con la destra il XIV tasto (12 + 2) avrò l’armonico artificiale di 8° e il suono risultante sarà un DO all’8° sopra di quello premuto con la sinistra.
Se vuoi approfondire questo argomento, leggi questa pagina.
Io non ho mai capito come produrre un armonico artificiale:
su internet leggo che si deve diteggiare la prima nota con la sinistra ovviamente, poi la seconda sulla stessa corda a 12 tasti di distanza, con un dito della mano destra (ovviamente.. perchè altrimenti servirebbero delle mani da gigante…).
Ok fin qui ci sono.. ma…
Come faccio a plettrare la corda se ho la destra occupata a diteggiare il secondo tasto???
di solito viene usato l’indice della mano destra per suonare il tasto interessato e un altro dito (l’anulare o il medio) suonano quella corda pizzicandola.
Ciao
Eh!! però che bravi… mi viene in mente mio nonno quando andò da Rimini a Santarcangelo di Romagna (meno di 10 km!) e disse: com’è grande il mondo e quante cose ci sono!
Bene, complimenti a Barbara e a tutti i suoi amici che addirittura “aggiungono” qualcosa alle sue belle ma complesse spiegazioni…
Vi leggo con passione e voglia di capire un giorno, pur non sapendo per ora minimamente di cosa state parlando..
Saluti sinceri a tutti… in attesa di qualcosa che permetterà anche a me di “partecipare”.
Ivano
Ivano, piano piano, da Rimini puoi anche andare un pochino più in là 🙂
L’importante è “immagazzinare” le informazioni perché prima o poi ti tornano alla mente e allora … capirai cose che avevi intuito o credevi di non aver capito.
Ciao
Bell’ariticolo, ma un po’ complesso…
Vedo che nell’ ultimo periodo scrivi molti articoli riguardanti la teoria, cosa noiosa ma fondamentale.
Penso sarebbe necessario anche qualche aggancio alla pratica, per rendere le idee più chiare.
Comunque scrivi davvero bene, riesci a rendere arogmenti difficili, cose elementari
Ti ringrazio Matteo, il mio intento è proprio quello 🙂
Aggancio alla pratica?
Ok, cerchero’ di fare altri articoli in questa “direzione”.
Ciao
Barbara l’articolo è ben fatto e poi sinceramente più semplice di così non potevi renderlo visto che stiamo parlando di musica associata a cose scientifiche!
L’altra cosa bellissima della musica è che non rimane mai un’arte a sé stante ma abbraccia varie materie!
L’unico problema simpatico di questo articolo è che, essendo un argomento complesso, dentro puoi farci un trattato intero!
eh già Paola, ma l’importante è cominciare a capire un po’ come funziona, a livello elementare.
Poi per addentrarsi di più nell’argomento e per approfondirlo … c’è sempre tempo 🙂
Sulla Wiki inglese c’è una bella immagine che indica i nodi che generano gli armonici su tutte le corde della chitarra.
(e nell’articolo completo ci sono anche le forme d’onda 🙂
Il concetto è sempre quello di imporre un nodo, cioè di far suonare solo quelle armoniche che nel punto in cui appoggio il dito sono “ferme”.
Es. se appoggio il dito a metà della corda (il famoso 12° tasto) vado a cancellare tutte le armoniche che invece in quel punto prevederebbero la corda in movimento, è cioè la fondamentale (che li ha la massima escursione) e tutte le armoniche dispari, ottenendo quindi un suono di sole armoniche pari, con fondamentale di frequenza doppia della corda originale.
E’ proprio questa differenza di composizione armonica che rende comunque il suono dell’armonico di Mi cantino al 12° tasto diverso dal suono che avrebbe in un eventuale 24° tasto.
PS sapevo che il suono della corda libera è la fondamentale mentre quello da te indicato come primo armonico in realtà è la seconda armonica (frequenza doppia della fondamentale)
Ciao!
Grazie Stefano per questa ulteriore specificazione.
La corda libera è la fondamentale con frequenza “x”, il primo armonico ha la frequenza doppia, quindi “2x”, almeno io li ho sempre chiamati cosi’ (cioè le armoniche vengono DOPO la fondamentale)
Il maestro ha ragione ma tu non hai torto, mi spiego:
non sempre l’armonico si ottiene sul fret, qualche volta si ottiene poco piu’ avanti, quasi in mezzo al tasto.
Provate l’armonico sulla 3° corda (sol) al 3°capotasto (sib) e ditemi se riuscite ad ottenere un RE (armonico). Se non ce la fate provate solo a spostarvi avanti di poco oltre il fret. Dipende anche da fattori come le corde, il diametro, la taratura del ponte.
Seguendo STEVE MORSE (Deep Purple) ho imparato un modo diverso di ottenere gli armonici: ferma la regola di pizzicare la corda 5 tasti o 12 tasti piu’ avanti, provate a tenere il plettro tra il medio e il pollice, pizzicate la corda ma sfiorate con l’indice la corda al 5° o 12° tasto avanti rispetto al tasto che premete con la sinistra normalmente. Ci vuole molto esercizio per spostare la mano destra non solo perpendicolarmente alle corde ma anche a mantenere la stessa distanza tra il dito della mano sinistra e l’indice della destra.
vedi: lezione di STEVE MORSE
vedi uso pratico: sometimes i feel like streaming (Deep Purple) cliccando qui.
perdonatemi i link ma era il solo modo di dirvi esattamente cosa vedere.
Alla prossima, Mike
Grazie Mike per questa tua ulteriore precisazione!
quoto!
🙂
Scherzi! Si dà e si riceve 🙂 Grazie a te invece per quest’opera colossale che hai messo in piedi!
Mmm… il mio maestro di chitarra mi ha detto e dimostrato l’opposto… l’armonico suona sopra il fret nei tasti che tu hai detto e sfiorando come tu hai detto….
Laura, effettivamente ha ragione il tuo maestro!
Il fatto è che io ho usato gli armonici pochissime volte e quelle poche volte l’ho sempre fatti come ti dicevo, sfiorando in mezzo al tasto.
Ho provato pero’ a farli sul fret ed effettivamente suonano molto meglio.
Il tuo maestro è proprio bravo!
Ti ringrazio tantissimo per questa tua “premura”: mi fa piacere avere a che fare con persone come te!
Eh, non si finisce mai di imparare!
🙂
Sì sì ottimo, grazie! Ma come mai sulla chitarra non tutti i punti sopra le barrette suonano con un armonico? Io non posso ottenere il Mi cantino del XII° tasto tentando di suonar l’armonico sopra il capotasto, giusto?
No, se tu ti metti sopra la barretta (o fret), non otterrai nessun suono, se non un suono “stoppato”, brutto tra l’altro a sentire, se “spingi” troppo e non sfiori la corda.
Poi c’è anche una legge fisica per cui una corda va sfiorata in determinati punti per ottenere una nuova nota (non tutti i punti, infatti, ti fanno ottenere un armonico)
Wow… ma a che servono? Li troviamo in qualche canzone?
Beh, è una delle tante tecniche chitarristiche (che andro’ a trattare in apposita sede).
Grazie agli armonici è possibile suonare note che altrimenti non si potrebbero suonare perché sarebbero troppo ‘acute’ per lo strumento.
Ad esempio, se tu suoni un armonico naturale appoggiando il dito della sinistra sul XII tasto del Mi cantino, ottieni un Mi all’ottava più acuta di quello che ottieni se “premi” quel tasto.
Quella nota, quindi non potresti suonarla perché avresti bisogno di altri 12 tasti!
Non so se sono riuscita a spiegarmi