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“Cos’è il “capotasto mobile” e quando si usa”?

di Barbara Pubblicato in Capotasto mobile .

capotasto mobileCiao,

ecco un altro argomento che mi viene chiesto sempre più di frequente: cos’è il capotasto (in inglese nut)? e, nello specifico: cos’è il capotasto mobile?

Intanto vediamo cos’è il capotasto: wikipedia dice, a proposito del basso elettrico (ma che vale anche per la chitarra) che:

“è un componente di alcuni strumenti musicali cordofoni (ad esempio archi e chitarre) che si trova all’estremità della tastiera e tiene sollevate le corde dalla medesima“.

Quindi il capotasto è la parte iniziale della tastiera di una chitarra.

Per estensione possiamo dire che la parola capotasto può intendere anche il dito indice o, meglio, la sua posizione sulla tastiera, tanto che con questo dito viene fatto il barrè.

Il capotasto mobile è uno strumento meccanico che si aggancia sui vari tasti della chitarra e viene usato in molti generi musicali: folk, country, bluegrass, pop, rock, flamenco, ecc., ma difficile trovarlo nel jazz e nella musica classica.

Esistono vari tipi di capotasto: quello piatto generalmente usato sulla chitarra classica che ha la tastiera piatta, quello curvo invece utilizzato sulla chitarra elettrica e sulla chitarra folk, in quanto la tastiera è più curva.

Ci sono poi i capotasti che:

  • quando si chiudono spostano le corde (a volte stonandole tutte 🙁 !)
  • sono fatti con materiali che mangiano il suono
  • sono detti a pinza, che si possono spostare facilmente durante l’esecuzione del brano
  • sono fatti a staffa che si regolano con una piccola vite sul retro, in modo da decidere con precisione la pressione da dare (questo capotasto però non si sposta mentre si suona).

Per evitare la scordatura delle corde è bene posizionare il capotasto il più vicino possibile alla barretta del tasto e non al centro di esso, lasciando uno spazio di circa un millimetro tra bordo del capotasto e tasto: in questo modo la rigidità delle corde non permettono al capotasto di piegarle e quindi di stonare e non serve molta pressione per avere un’adeguata aderenza per suonare in modo pulito.

Inoltre si deve usare un capotasto che abbia la stessa curvatura del manico, altrimenti certe corde vengono tirate più di altre (generalmente la terza corda si tira meno mentre la sesta più delle altre).

Con le accordature aperte, usando corde allentate, potrebbe essere necessario l’uso di una muta di corde adattata a quel tipo di accordatura (le corde 0.12 sarebbero l’ideale).

Le caratteristiche importanti in un capotasto mobile sono:

  • la qualità, la densità e la forma della gomma o del materiale plastico: deve esercitare la giusta pressione ma nello stesso tempo non deve smorzare e mangiarsi le vibrazioni
  • la qualità, la forza e l’elasticità della molla che non deve premere troppo (altrimenti si rischia che si rompa).

Inutile dire, quindi, che ogni capotasto dà risultati diversi l’uno dall’altro, anche se apparentemente non sembra!

Il capotasto mobile si può usare per diversi motivi:

  • è molto comodo quando si suonano parti impegnative di acustica su pezzi composti in tonalità come REb o MIb ad esempio
  • quando si vuole dare un suono particolare alla chitarra
  • per trasportare la tonalità di un brano.

Invece non si usa come SOSTITUTO DEL BARRÈ!

Sulla tab o sullo spartito di solito viene indicato con la dicitura capo on x fret, cioè capotasto sul tasto x.

Altre volte invece può essere indicata un’accordatura diversa di quella tradizionale e quindi si può dedurre l’uso del capotasto mobile anche da questo particolare.

24 Commenti
« “Cosa sono gli armonici?”
“Come si fa il barrè?” »

24 Responses

  1. Carlo says
    30 Aprile 2021 in 06:26

    Capita talvolta di utilizzare il capotasto, sia per la comodità di adattare l’accompagnamento al canto, sia per suonare in alcune tonalità “ostiche”, come ad es. in Mi Bemolle.
    La difficoltà è quella di leggere lo spartito in originale ma suonandolo nella tonalità alterata dal capotasto.
    Ad esempio, con il capotasto sul primo fret, suonando un accordo di RE maggiore il risultato è un MI bemolle: leggo MI bemolle ma suono in posizione di RE.

    Rispondi
  2. Lucio says
    9 Gennaio 2018 in 21:09

    Io sinceramente dico la verità e cioè da quando ho imparato a fare il barre il capotasto non lo proprio mai usato..

    Rispondi
  3. giada says
    2 Agosto 2015 in 09:57

    Ciao, sono una ragazza amante della musica, sopratutto della chitarra classica; mi piacerebbe tanto imparare ad differenziare le parti della chitarra, qualcuno potrebbe inviarmi un sito dove potrei imparare?

    Rispondi
    • barbara says
      3 Agosto 2015 in 08:05

      Ciao Giada,
      qui puoi richiedere e scaricare un e-book gratuito in cui si parla di tutte le parti che compongono una chitarra:
      https://www.suonolachitarra.it/OP/componenti-di-una-chitarra/
      Spero possa essere utile.
      Ciao

      Rispondi
  4. mirkus says
    11 Marzo 2013 in 19:28

    Ciao, giusto una piccola precisazione.
    Il capotasto mobile in Inglese si traduce come “Guitar Capo”.
    Nut invece e’ utilizzato per il capotasto fisso, per le noccioline o per offendere simpaticamente qualcuno 🙂

    Rispondi
    • barbara says
      12 Marzo 2013 in 10:35

      grazie Mirkus per la tua precisazione 😉

      Rispondi
  5. giovanna says
    13 Dicembre 2012 in 17:14

    Ero a conoscenza che esistono dei capotasti mobili, ma non conoscevo tutti i tipi e che c’è differenza tra un capotasto mobile e un altro come suoni ad esempio.

    Rispondi
  6. massimo says
    30 Ottobre 2012 in 12:28

    Ciao.
    Volevo aggiornarvi su questo accessorio spesso usato da chitarristi acustici….. esiste in commercio un capotasto che ha la funzione di capotasto nelle singole corde e non di quello tradizionale che le alza tutte e sei ma bensì posizionandolo al tasto desiderato posso scegliere quale corda posso alzare oppure lasciare a “vuoto” cioè libera.
    Ecco il sito per visionare questo capotasto ultima generazione

    Rispondi
    • barbara says
      30 Ottobre 2012 in 16:43

      Bellissimo Massimo.
      Grazie per questa info che, in un certo senso, rivoluziona un po’ il concetto di “capotasto” e fa si’ che questo accessorio diventi un vero e proprio “strumento” nello strumento 😉
      Ciao

      Rispondi
  7. Billy says
    12 Ottobre 2012 in 10:31

    Mi potete dire cosa ne pensate di questo Marshall??
    Dovrei regalarlo ad un amico ma non sono pratica e mi farebbe comodo un consiglio!!
    http://www.emp-online.it/marshall-capo-keyring-capocorda/art_201073/

    Rispondi
  8. francesco says
    25 Giugno 2012 in 15:09

    Beh, Davide, sì sarebbe meglio. Oltretutto non è un accessorio chissà quanto costoso.

    Rispondi
  9. DAvide says
    23 Giugno 2012 in 11:26

    Ciao, quindi se mi compro un capotasto mobile (per sostituire il trattopen con l’elastico che sto usando) per una chitarra classica, più avanti dovrò comprarne un altro diverso per l’acustica?

    Ciao, grazie! DAvide

    Rispondi
    • barbara says
      25 Giugno 2012 in 07:45

      dipende tutto da come è fatto il manico.
      Se vuoi un buon capotasto e il manico è completamente diverso, direi di si.
      Ciao

      Rispondi
  10. Umberto says
    22 Gennaio 2012 in 22:44

    Ne ho uno ma devo capire di cosa si tratta

    Rispondi
  11. francesco says
    17 Gennaio 2012 in 23:02

    Non sarà un sostituto del barrè, ma è improprio, anche se sono rassegnato, chiamarlo capotasto mobile, vista la definizione di capotasto.
    A mio parere è proprio un barrè regolabile, visto che con la sua presenza esclude il reale “capotasto” e fa diventare capotasto la tacca che termina il tasto in cui è posizionato.
    Hai scritto bene che se non è buono è piu inutile che dannoso.
    Al di la del fatto che serva sicuramente anche per gli usi che hai scritto tu, è utile anche perchè permette, cambiando una tonalità, di continuare a usare parzialmente il barrè (quello propriamente detto, col dito) in l posizioni avanzate, o dita su alcuni tasti avanzati ma solo su alcune corde, pizzicandone anche altre vuote: senza il “capotasto mobile” le corde vuote sarebbero corde stonate, salvo accordature aperte (che io neppure mi sogno di imparare).
    Quanto al non essere usata nel repertorio classico aspetto prima di contraddirti, perchè la mia memoria non è infallibile: magari hai ragione.
    Comunque l’ho visto usare a fior di chitarristi moderni.

    Rispondi
  12. Davide says
    6 Dicembre 2010 in 12:28

    Sono utili per lavorare da solo o in duo.
    Li uso per ottenere i bassi a vuoto, la risonanza delle corde a vuoto e la particolarità di alcune posizioni dal suono cantabile che si ottengono solo facendo suonare le corde libere.
    In alcune tonalità questo non sarebbe possibile sul nostro strumento ma, grazie a questi attrezzi, diventa possibile.
    Perciò sarebbe meglio vincere quei pregiudizi da parte di qualcuno nei confronti di questi accessori.
    Come dicevi tu, usarlo come sostituto del barrè non ci porta lontano e poi non serve a un gran che.

    Rispondi
  13. Carlo says
    27 Agosto 2010 in 17:54

    Li uso e sono comodissimi

    Rispondi
    • barbara says
      27 Agosto 2010 in 18:12

      Carlo, tu quali usi?
      Preferisci un certo tipo oppure scegli in base a cosa devi suonare e, se ne hai più di una, in base alla chitarra che suoni?

      Rispondi
  14. antonio siliberti says
    17 Agosto 2010 in 16:36

    non mi attraggono.

    Rispondi
    • barbara says
      17 Agosto 2010 in 19:08

      beh, c’è chi ne fa un uso anche massiccio perché magari per suonare dei brani in certe tonalità sono più “comodi”.
      Comunque, anch’io li uso praticamente mai.
      Secondo me, poi, è una questione di abitudine

      Rispondi
  15. Pierluigi says
    10 Agosto 2010 in 20:46

    Bello esteticamente se poi funziona…bingo !!!
    Ciao
    Pierluigi

    Rispondi
    • barbara says
      10 Agosto 2010 in 22:00

      Non l’ho mai provato quindi non so dirti, perché anch’io ho il capotasto classico con la vitina!
      Se lo provi, poi … facci sapere 🙂

      Rispondi
  16. Pierluigi says
    9 Agosto 2010 in 23:16

    Non ero a conoscenza di capotasti mobili che si potessero spostare addiritttura durante l’esecuzione del pezzo. Ne possiedo di due tipi citati nell’articolo ma una volta correttamente posizionati è impensabile spostarli “on the fly”.
    Saluti
    Pierluigi

    Rispondi
    • barbara says
      10 Agosto 2010 in 18:18

      Sono dei capotasto a “molla”, se cosi’ vogliamo dire, che si “infilano” sul manico.
      Ho trovato un’immagine di un Kyser, che è appunto fatto cosi’:
      http://www.kysermusical.com/product.php?productid=16133&cat=265&page=1
      e qui più ravvicinata:
      http://www.boutiquemusicinc.com/e-store/images/Kyser/KG6prod.gif

      Rispondi

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