Ciao,
in passato, in altri articoli, ho parlato dei semitoni, del fatto che il DO diesis non è uguale al RE bemolle e di altre cose inerenti a questo argomento specifico.
Oggi invece voglio parlare dell’intervallo musicale e voglio dare una sua definizione.
L’intervallo musicale è la differenza di altezza che c’è fra due suoni vicini o tra due suoni sovrapposti:
In base a quanti suoni ci sono fra le due note che compongo l’intervallo (ma dobbiamo contare anche le due note di partenza e di arrivo 😉 ), questo può essere più o meno grande: l’intervallo più piccolo è quello composto da due suoni consecutivi (nell’esempio qui sopra è il primo caso, in cui abbiamo DO-RE che, nella scala, sono due suoni consecutivi o congiunti) ed è l’intervallo di 2° (perché ho due suoni), mentre il più grande, all’interno dell’ottava, è quello di 8°, appunto, cioè la stessa nota ma a distanza di otto note.
Esaminiamo ora nel dettaglio questi intervalli.
Già con gli intervalli di 2°, quindi quelli compresi tra due suoni consecutivi, notiamo una differenza di ampiezza: alcuni sono più piccoli di altri.
Per spiegarti meglio questo concetto, ti voglio far osservare la tastiera della mia chitarra:
Puoi vedere che il manico è suddiviso da tante barrette verticali.
Ogni barretta delimita un tasto e ogni tasto corrisponde ad una nota: l’intervallo più piccolo che posso trovare sarà quello tra due tasti successivi.
Questo sarà l’intervallo che viene detto di 2° e sarà una 2° piccola, che chiamerò MINORE; se salto un tasto avrò sempre un intervallo di 2°, ma questa volta sarà una 2° MAGGIORE, cioè più grande rispetto al primo intervallo (fisicamente devo saltare un tasto).
Di quanto è più grande?
Del doppio!
Quindi:
- se ho una 2° minore, ho un intervallo formato da due note distanti un solo tasto, quindi avrò un semitono
- se ho una 2° maggiore avrò un intervallo formato da due note distanti due tasti e quindi avrò un tono.
Un altro esempio visivo può aiutare ancora di più a capire questo concetto.
Prendiamo ora la tastiera di un pianoforte:
Bene, in questo caso dirò che il semitono è quello che c’è tra due tasti vicini: tra un tasto bianco e quello nero successivo, tra uno nero e quello bianco successivo, tra due tasti bianchi purché non ci sia un tasto nero in mezzo!
Il tono invece sarà quello che c’è tra due tasti vicini, saltando però quello intermedio.
Ora mi chiederai:
“ma perché nel pianoforte ci sono quei tasti bianchi consecutivi?
E a quali note corrispondono?”.
Ti rispondo subito, facendo un po’ di riferimenti storici (ho già parlato precedentemente di questa cosa, ma la ripropongo anche qui).
Qualche annetto fa :-), più o meno alla fine del XVI secolo, si decise per praticità di istituire il semitono fisso dando così origine al nostro sistema musicale occidentale, detto anche sistema equabile, sistema in cui furono unificati ARTIFICIALMENTE i semitoni che appartenevano ad altre scale in vigore all’epoca (come la scala pitagorica e la scala naturale di Zarlino): in quel contesto l’ottava fu suddivisa in 12 semitoni tutti uguali!
Si decise che tra il MI e il FA e il SI e il DO ci fosse un semitono, mentre tra tutte le altre note ci fosse un tono.
Torniamo perciò alla nostra tastiera di pianoforte e a questo punto puoi intuire che il MI e il FA saranno i primi due tasti bianchi consecutivi e il SI e il DO saranno gli ultimi due.
Tra tutte le altre note, quindi tra DO e RE, tra RE e MI, tra FA e SOL, tra SOL e LA e tra LA e SI c’è un tono, infatti c’è un tasto nero intermedio.
In un altro articolo vedremo tutte le varie classificazioni degli intervalli.
Se vuoi approfondire questo argomento, ti consiglio di cliccare sull’immagine qui sotto e di leggere la nuova pagina.
Ciao barbara le tue spiegazioni sono molto chiare ma riguardo gli intervalli mi sfugge un particolare che forse è scontato o non sono stato attento.
Si prende come esempio la nota Do, ma se io parto con la fondamentale Mi gli intervalli 4 e 5 risultano sempre giusti?
Voglio dire con qualsiasi nota parto è una regola fissa che l’intervallo di quarta e quinta siano giusti.
Grazie Barbara
Si, Maurizio, è una regola: gli intervalli di 4°, di 5° e di 8° di QUALSIASI SCALA, quindi maggiore o minore non importa, partendo da QUALSIASI NOTA, saranno sempre giusti.
Se tu sei, ad esempio, in MI maggiore, in SOL# minore, in DOb maggiore o in SIb minore avrai sempre che questi tre intervalli sono giusti.
Ciao
ciao barbara siccome sto facendo gli esercizi in diesis degli intervalli mi potresti dare una mano
Ciao Antonio,
cosa vuoi sapere esattamente?
Dimmi più nel dettaglio cosa ti interessa e vedro’ di chiarirti i dubbi.
Ciao
Ciao Barbara,
fino a qui tutto chiaro.
Non vedo cosa c’entri con la domanda che ti ho fatto a proposito del giro di SOL, ma seguo il tuo consiglio e proseguo la lettura.
beh, siccome mi hai detto di non avere una grande consocenza della teoria, in quegli articoli ci sono un po’ di spiegazioni degli intervalli che magari possono esserti utili per capire il concetto.
Se poi non trovi la risposta … continua a chiedere e ti rispondero’ sicuramente 😀
Ciao