Ciao,
oggi ti voglio far conoscere più da vicino Antonella Col, chitarrista classica di Roma, diplomata in Chitarra Classica presso il Conservatorio di Musica “Gesualdo da Venosa” di Potenza con la votazione di 10/10.
In queste interviste voglio occuparmi di chitarristi particolari.
Tu mi dirai: “chitarrista classica: che particolarità è?”.
Andiamo a scoprirlo insieme, facendoci raccontare il suo curriculum. Prego Antonella.
Inizio a suonare molto piccola a 5 anni.
Come tanti volevo imparare a suonare Lucio Battisti (era quella l’epoca!). A 12 anni inizio a studiare con il mio primo maestro, Luciano Cauzzo, che intuendo il mio talento mi avvia allo studio della chitarra classica. Divoro in poco tempo Asturias, i preludi di Villa Lobos, i valzer di Lauro. Verso i 15 anni il maestro mi confessa, molto umilmente e onestamente, che tutto quello che sapeva me lo aveva insegnato e mi indirizza dal maestro Claudio de Angelis. Da qui in poi il conservatorio e il curriculum.
Con la maturità musicale, inizia una maturità personale di musicista, che si rende conto di alcune tematiche riguardanti l’esecuzione musicale e la conduzione della professione musicale.
Come molti mi rivolgo allo sport: la scherma, il nuoto, il jogging … poi, di nuovo, vista l’epoca, allo yoga, perché sento che il mondo emotivo preme dall’interno nel momento dell’esecuzione musicale. Ma la vera rivelazione per me è stata la bioenergetica, in quanto, a differenza di altre discipline, è molto meno mentale e molto più corporea, nel senso attivo del termine. Nelle discipline orientali, generalizzando, si esercita la mente a governare i sentimenti, le emozioni, per non esserne schiavo; con la bioenergetica si fa il contrario. La nostra cultura europea si fonda storicamente sulla supremazia della ragione e quindi era necessario uno strumento che ci consentisse di riappropriarci delle nostre sensazioni ed emozioni, senza temerle come qualcosa di negativo o da identificare con la debolezza, ma accoglierle come un punto di forza e … salute! Se si pensa infatti alle nevrosi, hanno alla base la paura dei sentimenti e delle emozioni e il disperato tentativo dell’individuo di tenere a bada il suo temuto mondo emotivo, col risultato di allontanarsi dalla sua vera essenza e dai suoi desideri, perdendo una risposta equilibrata alla vita …
Per tornare alla musica, la bioenergetica sembra nata apposta per i musicisti, i quali per professione si confrontano in continuazione con le proprie emozioni ed è quindi fondamentale averne un buon rapporto.
Che cos’è il Metodo Globale di Musica Bioenergetica (o MGMB)?
Il MGMB è un metodo da me codificato e depositato che utilizza la bioenergetica di Alexander Lowen come lavoro di base sulla consapevolezza del musicista di se stesso, delle sue emozioni e del suo potenziale energetico, liberandolo dalle tensioni e contratture che ostacolano il libero fluire dell’energia.
Ottenuto ciò il musicista ha uno strumento in più e basilare per lavorare sulla interpretazione corporea dello spartito e sulla esecuzione.
Come si gestisce e si contiene l’ansia?
Per questo compito impegnativo ma non impossibile, bisogna raggiungere una condizione tale per cui si è sempre presenti, attimo per attimo, nello spartito che dobbiamo eseguire, il che presuppone il lavoro bioenergetico su se stessi e l’analisi bioenergetica della partitura insieme alle altre parti costituenti il Metodo.
In sostanza si applicherà al suonare il principio di base della bioenergetica e cioè il grounding, il radicamento, in se stessi e nella realtà, unica condizione per non perdersi.
Ecco perché il MGMB è indispensabile per il musicista moderno, sempre più sollecitato dallo stress e dall’ansia performante nella professione.
Perché hai ideato questo Metodo?
L’ideazione del MGMB è venuta dall’osservare che il musicista che avesse bisogno di un sostegno poteva trovarlo nel maestro o in un terapista o terapeuta, ma non esiste a tutt’oggi un professionista in grado di conoscere ed integrare i due mondi, la musica e la disciplina umana.
Un po’ hanno realizzato ciò i musicoterapeuti, ma il loro obiettivo è curare con la musica.
Il MGMB, invece, si prende cura del musicista, nella globalità della sua personalità umana e musicale.
Anche il metodo alexander, molto utilizzato in campo musicale, può dare un aiuto ma il MGMB ha almeno due punti in più rispetto a tutti:
- l’integrazione del mondo emotivo
- l’essere una disciplina che ti supporta nel movimento, durante l’esecuzione musicale, intanto che suoni.
Un mio allievo mi portò la sua interessante esperienza, dicendomi che aveva praticato per tanti anni l’alexander ma era una tecnica statica cioè presupponeva che ti esercitassi attraverso attività statiche di concentrazione, di percorsi di immaginazione, ma quando si suona non si può stare fermi a concentrarsi.
Col MGMB poteva utilizzare le sue risorse mentre suonava, cogliendo il punto focale del Metodo.
Come sono strutturate le tue lezioni?
Le lezioni prevedono gli esercizi di bioenergetica prima di tutto, perché il primo strumento di cui prendersi cura è il corpo, poi si passa al lavoro musicale sulla partiture e sullo strumento.
A chi si rivolge il tuo Metodo?
A tutti i musicisti classici e non e ai cantanti, e a tutti quei professionisti o allievi avanzati che vogliano trovare una risposta appropriata alle problematiche portate dal suonare e condurre una lunga carriera in salute fisica ed emotiva.
Cos’è la Sedia Ergonomica per Musicisti?
È una parte integrante, ma non sostituiva, del Metodo, un sussidio che non esiste per dare la giusta seduta, personalizzata per il musicista che spesso utilizza sedute occasionali o al più il famoso panchetto da pianoforte che non offre nessun tipo di appoggio alla schiena.
Si creano così stress e malposture che oltre a danneggiare la salute penalizzano pesantemente la resa esecutiva.
Grazie Antonella per la disponibilità.
Molto interessante e condivido il principio: come danzatrice conosco lo sfogo emotivo e la ‘ragione’ che impedisce l’espressione piena delle nostre emozioni.
Sto lavorando su un progetto simile, che prevede la sessione spirituale prima di quella tecnica.
Esso però parte da basi bibliche e dalla guarigione di Dio per l’uomo e l’artista.
Complimenti, ottimo lavoro!
Molto interessante. Barbara ma li conosci tutti tu ?? 😉
Avevo letto cose simili su delle riviste specializzate e mi avevano aiutato ed incuriosito parecchio.
Grazie ancora
Hai visto Diego che belle persone ti faccio conoscere?
E presto con Antonella ci sarà un seguito … ma ne parlero’ a tempo opportuno!
Ciao