Ciao,
ritorno oggi a parlare degli abbellimenti nella teoria musicale: dopo aver trattato l’acciaccatura, l’appoggiatura, il gruppetto e il mordente oggi mi occupo del trillo e dell’arpeggio.
Trillo
Il trillo si ha quando si alternano la nota reale e quella superiore (mai inferiore), che è sempre per grado congiunto (quindi a distanza di tono o semitono), per tutta la durata del trillo stesso:
Non è possibile quantificare in termini di durate il valore delle singole note perché la durata di queste varia a seconda dell’andamento del brano (più lenta se in un Adagio, più veloce se in un Allegro); è possibile, poi, per scelta personale o dettata dall’estetica del brano, accentuare la prima nota facendola durare più a lungo di tutte le altre note che formano il trillo.
Viene contrassegnato con la sigla tr seguita da una linea ondulata lungo tutta la durata della nota o, comunque, per l’intera durata del trillo:
Il trillo può essere:
- diretto quando comincia con la nota reale e termina con quella superiore
- rovesciato o indiretto quando comincia con una nota (che può essere un’acciaccatura) superiore o inferiore alla nota reale
- doppio quando è eseguito su due suoni sovrapposti, normalmente ad intervallo di terza, maggiore o minore
- con preparazione quando ci sono delle note (tipo acciaccature scritte davanti alla nota reale) di piccolo valore prima dell’inizio del trillo vero e proprio.
Se l’ultima nota della preparazione corrisponde alla nota superiore, questa causa il rovesciamento del trillo - con chiusura quando, alla fine del trillo (davanti alla nota che segue il trillo stesso), ci sono delle note di passaggio, anche in questo caso come delle acciaccature, quindi eseguite con una durata inferiore a quelle delle note del trillo stesso
- con alterazione quando trovo un’alterazione (bemolle, diesis o bequadro) sopra il simbolo stesso del trillo che si riferisce alla nota ausiliaria
- posto su una nota puntata: il suo valore, in questo caso, dura fino alla durata della nota reale escluso il punto, che sarà occupato dalla nota reale
- posto su due note legate: il suo valore dura fino alla durata della nota reale esclusa la nota legata
- misurato quando, a seconda dell’andamento del brano, ci sono figure ritmiche prestabilite
- libero quando posso effettuare variazioni, per la durata dell’intero trillo, sia di velocità, sia di intensità di suono, sia infine di interpretazione.
Nel caso la nota successiva a quella abbellita sia uguale alla precedente, bisogna evitare di ripetere la nota reale prima di tale nota.
Arpeggio
La parola arpeggio deriva da arpa, in quanto questo abbellimento era usato, inizialmente, in questo strumento per poi diffondersi tra gli strumenti a tastiera.
L’arpeggio è segnato con una linea ondulata posta verticalmente davanti all’accordo:
Si applica a un accordo in cui le note vengono eseguite melodicamente, e quindi in successione più o meno rapida anziché simultaneamente, di solito dalla nota più grave a quella più acuta: normalmente il suono nelle note suonate continua fino al completamento dell’accordo:
Tuttavia può essere eseguito dalla nota più acuta a quella più grave (avremo allora l’arpeggio rovesciato) e questo viene indicato con una lineetta trasversale sull’accordo (o anche da un freccia posta verso il basso): se la lineetta va dal basso verso l’alto l’arpeggio va dalla nota più grave alla più acuta; se invece la lineetta sia dall’alto verso il basso l’arpeggio va dalla nota più acuta alla più grave.
Se non c’è questa lineetta, l’arpeggio può essere eseguito a libera interpretazione di chi lo suona.
Nelle partiture pianistiche se il segno dell’arpeggio si trova su tutti e due i pentagrammi (in chiave di basso e di violino) possiamo avere due tipi di esecuzioni:
- se il segno dell’arpeggio è su tutte e due i pentagrammi ed è continuativo allora le note dell’accordo devono essere eseguite una dopo l’ altra partendo dalla più grave in chiave di basso fino a quella più acuta in chiave di violino (o viceversa):
- se il segno dell’arpeggio è su tutte e due i pentagrammi ma è interrotto allora le note dell’accordo sono eseguite arpeggiate su ogni pentagramma ma i due arpeggi (quello in chiave di basso e quello in chiave di violino) sono eseguiti contemporaneamente:
Ti do’ appuntamento alla prossima puntata, dove andremo a scoprire insieme altri abbellimenti.
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