Qualcuno, pochi giorni fa, mi chiedeva: ma cos’è una blue note?
Magari se ne sente parlare, si trova scritta in giro (io stessa ne faccio uso in determinate circostanze) ma forse non si sa bene cosa sia.
Bene, ora cerco di spiegarlo in questo articolo.
Una blue note è una nota tipica del jazz e del blues e che da’ a questo tipo di musica una caratteristica indefinitezza tonale: infatti se mi trovo in una tonalità maggiore, questa nota si presenta abbassata di circa un semitono, quindi viene suonata o cantata in modo calante e non mi permette di capire bene se mi trovo in una tonalità maggiore o minore (per questo ho parlato di indefinitezza tonale).
All’inizio la blue note corrispondeva al III e al VII grado della scala della tonalità in cui è il brano, ma dagli anni 1940 anche la dominante della tonalità (quindi il V grado della scala) diventa una nota calante.
“Il significato dell’aggettivo inglese blue è connesso all’associazione tra il colore blu e un senso di nostalgia e tristezza tipico della musica afro-americana, così com’essa era percepita dall’orecchio di uditori europei abituato alla dicotomia maggiore-minore“,
dice wikipedia a proposito delle blue notes.
L’origine di questa nota è da ricercarsi nella scala pentatonica in primis e in tutte quelle scale che furono alla base della scala blues.
Queste note sono suonate nei modi più diversi, a seconda del tipo di strumento che si ha a disposizione: i cantanti e i trombonisti usano il portamento (una specie di piccolo glissando) e il glissando o glissato tra la blue note e la nota reale della scala maggiore; i chitarristi usano la tecnica del bending; i pianisti invece possono suonare tutte e due le note contemporaneamente a distanza di semitono (quindi, ad esempio, SOL naturale e SOLb insieme) oppure può essere suonata come appoggiatura o acciaccatura.
Spero di averti chiarito un po’, ma se hai domande o dubbi o semplicemente vuoi lasciare il tuo commento, lo spazio qui sotto è a tua disposizione, quindi … chi apre le danze?
Chi ascolta un brano jazz ed è privo di conoscenze musicali,può avvertire col semplice orecchio,quando un musicista suona le blue note ?
Chiedo scusa anticipatamente per la domanda di lana caprina.
Adriano.
Buongiorno Adriano,
forse NON avvertirà la “blue note” in quanto tale, ma percepirà sicuramente questa sfumatura particolare del blues.
Ciao
Ho capito perfettamente grazie mille per la disponibilità e praticità!!!
Grazie per questo articolo Barbara 🙂 mi sono sempre di grande aiuto.
Eh si ho ancora tanto da imparare!!
Grazie di cuore, Barbara e anche a Francesco! 🙂
cinque più quattro commi in un tono (due semitoni: uno cromatico di 5 comma e l’altro diatonico di 4, se non erro)
Ringrazio infinitamente Barbara e Francesco per le risposte esaurienti.
Ho saputo da un mio amico violinista che le comme (i comme – non so se sono femminili o maschili), sarebbero 5 e cioé tra un semitono e l’altro intercorrono cinque micronote (o microaltezze di note), diverse.
O forse è tra un tono e l’altro?
Boh… comunque ringrazio per info e comunque ribadisco che anche in questo caso si possono applicare le BLUE NOTE, solo che sono espresse con i bendings.
Grazie ancora!
Ciaooooooooooo!!!
Stefano
Stefano, nell’articolo citato da Francesco ( https://www.suonolachitarra.it/diesis-uguale-bemolle.html ) mi occupo dei comma (maschile 🙂 ), quindi puoi leggere tutto là.
Ciao
Benchè non sapessi cosa fosse una blue note, o almeno che si chiamasse così, mi permetto di rispondere a Stefano: al di là del fatto che si potrebbe aprire una discussione dedicata proprio alla continuità delle frequenze musicali, io ti rispondo con le mie reminiscenze di fisica: certo che in tutti i casi, oltre alle note ufficiali (naturale e alterata), ci sono le frequenza intermedie.
E un’osservazione simile alla tua sui comma l’avevo postata nel forum sul diesis e il bemolle
https://www.suonolachitarra.it/diesis-uguale-bemolle.htm
Al di la del fatto che non sapevo come si scrivesse “bending” (c’è sempre un momento per rimparare le cose), ci si arriva d’intuito, sia pensando, chi suona la chitarra, al bending appunto, sia pensando a quando l’accordi, che i comma valgono per tutti gli strumenti in cui si può giocare con l’estensione della nota.
A meno che tu non abbia l’orecchio assoluto ti sarà pur capitato di stare qualche ora o giorno con la chitarra senza aver dietro l’occorrente per accordarla, e scoprire poi che quando regolavi ogni tanto l’accordatura essa diventava relativa: le corde tra di loro erano accordate, ma il la era leggermente diverso dal la del corista come pure le altre corde dalla nota teorica.
Eppure è un suono anche il la imperfetto, o il mi imperfetto.
Ti dirò di più: anche i comma costituiscono una semplificazione: le frequenze sonore credo siano infinite, ma ovviamente non possiamo inventare infiniti codici per scriverle e nominarle, no?
Scusa, ma volevo chiederti una cosa che spero non vada troppo fuori tema: secondo te, quando si fa un bending, si può anche parlare di comma come per i violinisti e quindi considerare che ad esempio un FA# non corrisponde un SOLb?
Te lo chiedo semplicemente perché io (suonando prevalentemente blues, ma non solo), faccio una caterva di bendings e mi capita di alzare la corda (tirandola verso l’alto o il basso, a seconda dell’espressione che voglio dare, ma soprattutto dalla corda dove mi trovo), e suonarla tirando su di 1 Tono o di mezzo Tono, o ti 2 Toni, 2 Toni e mezzo, ma a volte capita anche di tirarla di 1 quarto di Tono e questo non comporta una stonatura, o comunque ci sta bene ugualmente.
Insomma… se non è l’argomento giusto ti chiedo scusa, ma ovviamente anche in questo caso si possono trovare le BLUE NOTE, solo che sono espresse con il bending.
Ti ringrazio per la risposta e scusa se sono uscito un po’ dall’argomento.
Ciao!
😉
Ciao Stefano,
la mia risposta è SI!
Certo che puoi usare tutti i “micro-intervalli” che vuoi quando fai il bending perché in quel caso il suono della corda non è “standardizzabile”, appunto.
Ciao
Grazie di cuore! 🙂
Ciao, Barbara!
E’ un po’ che manco dai post del tuo blog.
Desideravo anch’io dire la mia.
Scusa, ma io so che la “BLUE NOTE” in una Scala Pentatonica minore (ad esempio di la) è il MIb e cioé il V grado diminuito.
Quindi avrò: LA (I grado) – DO (III grado minore) – RE (IV grado – MIb (V grado diminuito – “BLUE NOTE”) e MI (V grado giusto).
In questo modo si aggiunge una nota alla Scala Pentatonica Minore, quindi le note diventano 6 (viene detta anche “Scala Blues”).
Mentre nella scala pantatonica maggiore si aggiunge il III grado minore.
Prendendo sempre ad esempio una pentatonica di LA (in questo caso maggiore), avrò questa sequenza:
LA (I grado) – SI (II grado) – DO (III grado minore – “BLUE NOTE”) – DO# (III grado maggiore) – MI (V grado giusto) – FA# (VI grado che corrisponde anche al VII diminuito).
In questo modo avremo la Scala Pentatonica Maggiore di LA con l’aggiunta del III grado minore e cioè il DO, quindi avremo anche in questo caso 6 note.
Quindi il III grado che aggiungo (mi riferisco alla BLUE NOTE) della Scala Pentatonica Maggiore, è minore mentre la Scala è maggiore.
Aggiungo che si crea una minicromatica tra II grado, III grado minore e III grado maggiore (nel caso della Scala Pentatonica Maggiore con l’aggiunta della BLUE NOTE), mentre nel caso della Scala Pentatonica Minore si crea una minicromatica tra il IV grado, il V grado diminuito ed il V grado giusto.
Io concepisco così il tutto:
Scala Maggiore = 1 2 3 4 5 6 7
Pentatonica Maggiore = 1 2 3 5 6
Pentatonica Minore = 1 b3 4 5 b7
Scala Blues = 1 b3 4 b5 5 b7
Dimmi se sei d’accordo o se no correggimi, altrimenti continuo a sbagliare non accorgendomi.
Ti ringrazio molto per la risposta.
Ciaooooooooo!!!
Ciao Stefano,
piacere di rileggerti 🙂
Si, il concetto (eil ragionamento) è giusto: si abbassa la 5° della pentatonica minore e (di conseguenza) avro’ la 3° minore nella pentatonica maggiore.
Ciao
la tua disponibilità e chiarezza, nella semplicità di “spiegare” denota un grande amore per la musica.
Grazie.
Claudio
Avevo precedentemente ascoltato su youtube alcuni assoli blues ma non sapevo che si trattasse di blue note, ho notato comunque che si usa molto il bending tra una nota reale e la ble note, gran bell’effetto.
Grazie comunque per la tua spiegazione.
Giuseppe
Pur soffermatomi poco nel genere, ho sempre captato un ingrediente particolare nei generi musicali da te citati, per la pur scarsa conoscenza del genere, ma non sapevo querste cose, ovvero che si chiamasse nota blue, e ti ringrazio per l’ennesima cosa che mi fai sapere.
Oso però confutare una cosa: da come hai scritto “spingere su” (visto come si tiene la chitarra) la corda nello stesso tasto con la sinistra alza la nota della corda, mentre il “tirare giu” la abbasserebbe: penso che si tratti di un lapsus, visto che, tanto tirando la corda in alto (o ciò che è lo stesso spingendola su, che è il bending piu diffuso), tanto tirandola in basso (meno usato ma neppure troppo difficile), la nota della corda stessa aumenta.
Al massimo c’è una differenza indefinibile di timbro.
A meno che tu non ti riferissi (ma dubito) al ritorno della corda alla sua posizione originale dopo che si è suonata “tesa”: esempio un re che diventa mi “tirando” e poi torna re “mollando la spinta”.
Cosa che tra l’altro succede raramente, visto che quando la tiri difficilmente torna se stessa senza costringerti a tirarla dalla chiavella.
grazie per queste delucidazioni
di nulla 😉
Per quel poco che ho imparato io la tua è la scala di LA nella Posizione 5 che io ho imparato così (‘n’=blue note)
———————————–10-’11’-12
—————————–10-13———-
————————9-12—————-
——————10-12———————
————10-12—————————
10-’11’-12———————————-
Sono quelle che tu hai indicato come ‘scuole’ che rendono diverse le nostre idee sulle bluenotes?
oppure sono solo poco informato io?
E’ giusto quello che dici.
In fondo una scuola cos’è?
E’ il “preferire” alcuni elementi, alcune caratteristiche, ad altri ed i motivi possono essere tanti: stile, geografico, ambiente culturale, …
Ciao
non proprio…in termini di teoria non so molto.
la scala di DO pentatonica sarebbe
————————–9-12——–
———————9-12————-
—————-9-11——————
———-9-11————————
—–9-11—————————–
9-12———————————-
Poi so tutte le altre posizioni ma non sto qua a scriverle.
In questa scala come posso colorare un assolo con qualche nota in più?
Allora:
pentatonica di DO:
E————————————————10-12-15-12-10————————————————–
B—————————————10-13———————–13-10—————————————–
G——————————-9-12—————————————–12-9———————————-
D———————-10-12——————————————————-12-10————————–
A————-10-12————————————————————————–12-10—————–
E–8-10-12——————————————————————————————–12-10-8—–
Inserimento delle blue note:
E————————————————————————-10-11-12-14-15-14-12-11-10—
B————————————————————10-11-13———————————————-
G————————————————9-11-12———————————————————–
D———————————–10-12-13———————————————————————–
A——————-9-10-12-13————————————————————————————-
E—8-10-11-12—————————————————————————————————–
Ti scrivo solo l’andata per problemi di “spazio”, ma il ritorno sarà uguale.
Ovviamente questo è solo un esempio di quello che si puo’ fare.
Non è detto che devi per forza mettere tutte e tre le blue note, puoi metterne solo una o due oppure metterne una quando sali e metterne un’altra quando scendi.
Ti puoi proprio sbizzarrire a fare cio’ che vuoi.
Spero di esserti stata utile, altrimenti … continua pure a chiedere 🙂
Ciao
Ma se posso, come le inserisco nelle pentatoniche?
Certo che puoi 🙂 !
Inserendo queste note nella scala pentatonica, praticamente la “trasformi” nella scala blues.
Infatti se io “aggiungo” il III, il V e il VII grado bemolli, avro (nel caso, ad esempio, della scala di DO), il MIb, il SOLb o FA# e il SIb.
Spero di averti chiarito, senno’ … continua pure a chiedere.
Ciao
Molto interessante e ho trovato un po’ strano che prima non si usasse la “blue note” sulla dominante visto che è un grado importante per le settime diminuite.
Comunque il blues è carino e il Jazz è affascinante, infatti un giorno dovrò farmi la chitarra jazz che mi piace tanto!
Grazie Barbara
Vorrei trovare in questo sito qualche spartito e testi di chitarra flamenco!
Grazie!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ciao Antonio,
se provi a guardare nella categoria “i video di youtube”, vedrai che ci sono attualmente due brani del chitarrista flamenco Roberto Valle.
Ciao
Ciao Barbara,
parlo di QUARTA perchè mi riferisco alla semplice scala blues “esatonica” che differisce dalla scala pentatonica minore per la presenza della quarta diminuita della scala stessa.
In una scala pentatonica minore di DO, ad esempio (DO, MIb, FA, SOL, SIb) la quarta diminuita diventa il SOLb che è la nota che va a trasformarla in scala blues.
Ecco, come “blue note” io ho sempre individuato quella, in modo meccanico forse, ma stabile e sicuro.
Ora chiaramente comincio ad avere dubbi, mi rendo conto, ad esempio, che anche la prima eccedente suona “blue” e tante altre cose che mi fan pensare che la blue note è più un concetto che un vero grado della scala.
Pensiero a volte consolante ed a volte inquietante, se si cercano sicurezze.
ciao
Ciao Rocco,
sono d’accordo con te quando dici che forse è più un “concetto”.
Diciamo che si tratta, per noi “occidentali” abituati al nostro sistema musicale, di capire un po’ di più un tipo di musica che non ci “appartiene” fino in fondo e quindi si è cercato di codificarla in un certo qual senso.
Ho capito il tuo concetto di QUARTA, ok, anche se quell’intervallo di DO-SOLb risulta essere una quinta diminuita sempre perché noi abbiamo in testa che l’intervallo DO-DOL è una quinta, anche se “spostata” in un altro ambito tonale.
Ciao
Quindi la blue note non ha niente a che vedere con quella che si aggiunge alla pentatonica (4 diminuita) per farla diventare una scala blues?
Ciao Rocco, forse ti riferisci alla QUINTA diminuita o quarta AUMENTATA?
Ci sono diverse “scuole”: c’è chi considera blue note solo la 3° e la 7° (se siamo in DO maggiore, tanto per fare un esempio, trovero’ il MIb e il SIb) e c’è chi mette anche la il FA diesis o SOL bemolle (sempre in DO maggiore).
Ciao
Barbara hai un dono, sai spiegare le cose complicate con un linguaggio semplice.
Anche le ghost note le posso a volte identificare blue note ??
Dimenticavo grazie per l’articolo 🙂
Le ghost note, per definizione, sono delle note che vengono suonate o pianissimo o velocissime.
In entrambi i casi quasi non si devono sentire (ghost, infatti, significa “fantasma”).
A questo punto, qualsiasi nota puo’ essere “ghost”.
Sulla TAB viene indicata da un numero scritto tra parentesi.
PS: grazie per il tuo commento 😉
Sei stata molto chiara nel spiegare un concetto poco “equabile” per così dire.
Si, sono quelle note che danno al Blues quella forma bi-tonale che fa oscillare la melodia tra la tonalità maggiore espressa negli accordi e un’altra minore che si sovrappone rendendolo unico.
Blue appunto.
Congratulazioni per il modo chiaro e competente che hai usato per esprimerlo.
Un saluto!
Grazie Davide per il tuo commento e per aver aggiunto un’ulteriore tassello al nostro mosaico!
ho molto da imparare eheheheh
Grazie!
…così anche chi è alle primissime armi, impara…impara… e magari un giorno suonerà… suonerà….
Ciao Sonia,
beh, questo e’ il mio “obiettivo” principale: trasmettere le mie conoscenze a chi vorra’ approfittarne!
Ciao
Ahhhh le “blue note”… per me (ci tengo a sottolinearlo OPINIONE PERSONALE) vero e proprio cruccio del mio strumento (fisarmonica) in cui più che “blue” risuonano di “azzurro intenso”. Metafore più o meno azzeccate a parte se è vero, come dici nell’articolo, che posso appoggiarle o suonare le due note contemporaneamente (la blue e la non blue) per raggiungere l’effetto, niente di tutto questo fa accapponare la pelle come una blue note suonata con “altezza” leggermente incerta di uno strumento a fiato.
Ottimo articolo.
Bye
Grazie Barbara,
come sempre sei grande………
Un abbraccio
Salvi
Grazie a te e tutti quelli che mi danno fiducia!
Buona domenica
Barbara