Ciao,
ritorno oggi a parlare di scale e precisamente del fatto che le singole note che le compongono non hanno tutte lo stesso ruolo e valore, ma alcune sono molto più importanti di altre.
Se, ad esempio, mi trovo nella tonalità di DO (maggiore o minore che sia) la nota DO su cui è costruita la scala sarà la nota principale, quella che dà un senso di riposo e può essere usata come nota conclusiva: questa nota si chiama tonica e si dice che la tonalità della frase in questione è, appunto, in DO (o, ancora, che un brano è in DO).
La nota SOL, che nel nostro esempio di tonalità in DO è la quinta nota della scala, ha anch’essa un ruolo importante all’interno della scala in quanto è la nota più vicina alla tonica a livello armonico, dà un senso di incompletezza ed è attirata verso la tonica.
Quindi usando questa nota creeremo un senso di sospensione per l’orecchio che si attende una risoluzione verso la tonica.
Essa viene chiamata dominante.
Nella musica classica (ma anche in numerose arie e melodie popolari) si trova molto spesso una melodia che ha la dominante come nota di riferimento alla quale segue un’altra melodia che, invece, si conclude con la tonica.
Quindi la tonica e la dominante sono le note fondamentali e indispensabili di una scala e di una tonalità.
Parlando invece di accordi, bisogna interessarsi alla cosiddetta funzione di un accordo.
Mi spiego meglio.
In rapporto alla tonalità data, ogni intervallo ha una determinata funzione armonica che è indipendente dalla natura dell’intervallo considerato.
Cioè: lo stesso intervallo può suonare più conclusivo o più sospeso in base al contesto in cui è inserito.
Questa nozione di funzione è importantissima per classificare gli accordi al momento dell’armonizzazione di una scala.