Ciao,
dopo aver visto le varie marche di chitarre elettriche, andiamo oggi ad occuparci dell’amplificatore, strumento indispensabile per la chitarra elettrica (ma che è usato anche per la chitarra acustica), un dispositivo elettronico che permette di trasformare il segnale di bassa potenza proveniente dai pick up dello strumento in un segnale sonoro che, attraverso un altoparlante, è possibile ascoltare con un volume maggiore, in modo che il chitarrista elettrico possa farsi sentire da quante più persone possibili: non è un caso che i primi esemplari di amplificatori sono legati proprio alla comparsa delle prime chitarre elettriche (siamo intorno agli anni ’50).
Nel corso del tempo questi apparecchi hanno subito grandi cambiamenti, passando da strumenti semplici dotati di interruttore per l’accensione, alimentazione, cono e circuito semplicissimo, a strumenti più complessi dotati di testata, cassa e comprendenti funzioni, effetti o controlli vari.
I primi amplificatori avevano delle valvole termoioniche che producevano fastidiosi ronzii: allora furono sostituiti da amplificatori a transistor dalle caratteristiche timbriche differenti ma sicuramente più affidabili.
I primi produttori di amplificatori sono Marshall e Fender, marche che continuano ancora oggi a produrre ottimi strumenti.
Abbiamo detto qui sopra che lo scopo di un amplificatore è ampliare la potenza del segnale dei pick up della chitarra elettrica.
Questa potenza è espressa in watt ed è importante tenerlo presente per scegliere l’apparecchio più adatto per le nostre esigenze: infatti se suoniamo in spazi ristretti, un amplificatore di 10-20 watt è più che sufficiente mentre per un concerto dobbiamo salire di molto (almeno 100 watt).
Un amplificatore per chitarra (attenzione che quelli per basso o per microfono possono avere caratteristiche differenti) ha tre componenti principali.
Abbiamo, prima di tutto, un preamplificatore (chiamato anche semplicemente pre) che consiste in un circuito elettrico che dà guadagno, colore e spessore al segnale proveniente dai pick up: il suo compito, quindi, è quello di aumentare la potenza del suono (che acquista corposità e morbidezza) tramite un’equalizzazione del segnale stesso.
Abbiamo poi il finale di potenza che modifica l’equalizzazione del segnale amplificandolo fino al livello desiderato.
Infine troviamo gli altoparlanti (chiamati anche indifferentemente coni, diffusori o casse) che hanno il compito di convertire il segnale elettrico in onde sonore; essi possono essere singoli o diversi, di diametro variabile tra 8 e 15 pollici (maggiore sarà il diametro del cono, migliore sarà la resa delle basse frequenze) e con impedenza di 4, 8 o 16 Ω.
L’amplificatore è provvisto di due canali indipendenti tra di loro, con controlli separati per l’equalizzazione, che sono selezionabili tramite uno switch: quello clean che ci da’ un suono pulito e quello lead, tipico della distorsione del segnale.
Gli amplificatori oggi sono valvolari, a transistor o ibridi e si differenziano per la riproduzione più o meno fedele del suono: è possibile allora trovare amplificatori specifici per questo o quel genere, per uno strumento particolare, ecc., in modo da dare al chitarrista la possibilità di crearsi un suo sound personale.
In un prossimo articolo andremo a vedere nel dettaglio questi vari tipi di amplificatore.