Ciao,
nell’articolo precedente sugli accordi consonanti di tre suoni ho dato un po’ la definizione di accordo e ho detto che questo ha (almeno) tre suoni dal nome diverso, suonati simultaneamente.
Ma … come si costruisce un accordo?
Come si fa, cioè, a trovare le (almeno) tre note che stanno bene insieme (accordo vuol dire che le tre note sono accordate tra di loro, quindi non tre note prese a caso, cosa che potrebbe generare della cacofonia)?
Bene, andiamo a costruirlo insieme.
Prendiamo una nota qualunque.
Se si sovrappone a questa nota la terza e la quinta giusta (cioè la terza e la quinta nota della scala costruita a partire dalla … nota qualunque 🙂 ), si ottiene un accordo perfetto.
La nota usata come base di questa aggregazione sarà la nota più bassa dell’accordo: essa prende il nome di fondamentale e darà il nome all’accordo.
Ad esempio, l’accordo perfetto di DO maggiore sarà formato dalla nota DO che sarà la fondamentale, dalla terza nota della scala a partire da questo DO, quindi la nota MI, e dalla quinta nota della scala, sempre a partire dal DO, cioè la nota SOL.
Per cui l’accordo di DO maggiore avrà le seguenti note: DO – MI – SOL (nota che qui ho usato il termine maggiore: continua a leggere per avere la spiegazione).
Ma per definire un accordo avrò bisogno di altre nozioni che, alla fine, vengono trasformate in sigle e mi dicono che tipo di accordo avrò a disposizione.
Avrò quindi il nome della nota fondamentale, che mi dice a quale scala (e tonalità) appartiene l’accordo stesso.
Ma avrò bisogno di sapere che tipo di accordo ho: infatti in base agli intervalli che formano le note sovrapposte con la fondamentale, il tipo di accordo cambia, soprattutto a livello di colore.
Bene, per quanto riguarda il nome, questo è semplice da trovare; più complicato è sapere che tipo di accordo ho a disposizione: infatti questo implica la conoscenza degli intervalli.
Partiamo allora con la triade, che costituisce la categoria principale degli accordi: essa è formata dalla fondamentale (la tonica), dalla terza e dalla quinta (chiamata dominante).
Qui sopra ho scritto un accordo che parte dalla nota DO (fondamentale) a cui ho aggiunto il MI (terza) e il SOL (dominante) e questo tipo di accordo lo posso costruire su qualsiasi nota della scala di DO maggiore.
Bene, nell’accordo di DO maggiore avrò che la terza (il MI) è maggiore e la quinta (il SOL) è giusta.
Se ora prendo la scala di DO minore e costruisco la triade sul DO, vedrò che il SOL resta uguale (infatti è una quinta giunta) ma il MI ora è bemolle, quindi avrò una terza minore.
Nel primo caso, abbiamo a che fare con un accordo perfetto maggiore (che viene indicato con il nome della fondamentale, senza la “M” maiuscola), nel secondo caso con un accordo perfetto minore (che viene indicato con il nome della fondamentale seguito dalla “m” minuscola).
Chiameremo il nostro primo esempio accordo di DO maggiore, il secondo accordo di DO minore.
A queste due triadi possiamo aggiungerne altre due che però non sono perfette (ne parlerò più in dettaglio in un prossimo articolo):
- la triade diminuita, formata dalla fondamentale, dalla terza minore e dalla quinta diminuita (che viene indicata con il nome della fondamentale seguito da dim).
- la triade aumentata formata dalla fondamentale, dalla terza maggiore e dalla quinta aumentata (che viene indicata con il nome della fondamentale seguito da aum o dal segno “+”).
Possiamo dire che queste quattro triadi sono le triadi essenziali al punto che tutti gli accordi possono essere considerati come costruiti a partire da esse.