La prima volta in cui mi è capitata la richiesta di un giovanissimo, un bimbo di 5 anni, di imparare a suonare la chitarra, risale a un bel po’ di anni fa.
I genitori, perplessi per la richiesta così chiara da parte del proprio figlioletto, mi sottoponevano il quesito: sarà presto per iniziare? qual’è l’età giusta?
Bella domanda.
Effettivamente, quale sarà l’età giusta? … ma ne esiste poi una?
A mio parere non esiste una regola!
Quale occasione migliore di quella in cui si percepisce questo richiamo?
Non esiste un momento migliore di quello in cui ognuno di noi, sente sia quello giusto; indipendentemente dall’età.
Non è mai troppo presto per iniziare come “non è mai troppo tardi” per citare, nell’ultimo caso, il famoso maestro Manzi.
È ovvio che per un allievo giovanissimo esistono delle oggettive difficoltà: nella lettura delle note ma anche nella postura sullo strumento, nella capacità di concentrazione.
Tutto però è superabile se c’è l’ interesse del bimbo nel giocare con la musica e nella capacità dell’insegnante di trovare un linguaggio adeguato a trasmettere le nozioni tecniche e teoriche stimolandolo, senza annoiarlo: alla base di tutto è il gioco.
Divertirsi con le note musicali come se fossero dei mattoncini delle scatole di costruzioni; assemblare così le melodie facendole nascere sullo strumento: un bellissimo gioco.
Passo dopo passo.
Ci ricordiamo tutti, chi più e chi meno, di quando abbiamo imparato a leggere e scrivere, il nostro primo anno di scuola.
Moravia sosteneva che le scuole più significative nella sua vita erano state le elementari e poi l’università.
In effetti la maggior parte di noi, ricorda proprio con grande affetto le elementari, il maestro o la maestra e poi l’ università (per chi ha avuto il piacere di frequentarla).
Così anche per i bimbi è l’apprendimento graduale del linguaggio musicale.
Il primo maestro di musica ha un ruolo determinante perché è colui che dovrà saper trasmettere la propria passione al giovane allievo: l’humus sul quale fare attecchire la tecnica.
Esiste una vasta letteratura a cui far riferimento per l’insegnamento rivolto ai più piccoli sia per la teoria che per la pratica.
Bellissimi e divertenti libri a fumetti che gradualmente guidano il giovanissimo a familiarizzare con lo studio delle note, il pentagramma, il solfeggio e poi nella pratica a muovere le dita sulla tastiera sino ad approdare gradualmente all’esecuzione di piccole melodie.
Un crescendo di nozioni e tecnica stimolanti davvero.
Un bimbo che sceglie sin dalla tenera età di avvicinarsi al linguaggio musicale lo fa per istinto seguendo un richiamo che nasce da dentro e che appartiene allo sperimentare il mondo che lo circonda: un mondo fatto anche di suoni.
La musica nasce dal cuore, la elaboriamo nella testa e la doniamo con le dita.
Se nasce in un bimbo perché non fornirgli gli strumenti per farla materializzare?
Un caro saluto e tante, tante buone giovani note ai più piccini.
(articolo scritto da Enrico Del Grande)