Ciao,
torniamo oggi a parlare in modo più approfondito della melodia e, dopo aver visto come è costruita, vediamo ora come si può variare.
Dicevo nell’altro articolo che posso avere delle note che io posso aggiungere all’ossatura della mia melodia per renderla più melodica (scusa il gioco di parole).
Abbiamo diverse tipologie di note e le andremo ad analizzare una per una.
Partiamo oggi con le note di passaggio.
Le note di passaggio sono note estranee all’armonia: non sono, cioè, note che fanno parte di quel determinato accordo che sto suonando in quel determinato momento, ma sono note che mi collegano due note dell’armonia e dell’accordo stesso.
Le ritrovi nella prima battuta delle due righe nell’esempio del Te Deum (che ti riporto qui sotto): è il RE croma che lega il DO e il MI del II e del III tempo della battuta:
Come vedi, questa nota di passaggio si trova non sul battere del secondo movimento della battuta, ma sul levare, cioè sulla parte debole del movimento.
Questo succede anche se io ho un tempo ternario (tipo 6/8, ad esempio): anche qui la nota di passaggio sarà sulla parte debole del movimento e posso trovarla sia sulla seconda che sulla terza suddivisione.
Inoltre è una nota estranea all’armonia perché in quel momento sono in DO maggiore, quindi sia il DO che il MI appartengono all’accordo di DO maggiore, mentre il RE no ma, come puoi notare, questa nota di passaggio mi rende questo frammento molto più melodico che non le sole note DO-MI.
La prossima volta vedremo altri modi di variare una melodia.
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