Ciao,
dopo aver parlato della triade e dei suoi rivolti, oggi voglio affrontare l’accordo di 4 suoni che è chiamato, generalmente, quadriade.
Questo tipo di accordo è considerato come un accordo dissonante, indipendentemente dagli intervalli che ci sono al suono interno.
Gli accordi dissonanti, come per gli intervalli dissonanti, hanno bisogno di appoggiarsi, e quindi di risolvere, su un accordo consonante successivo, a meno che, come nel jazz, l’accordo dissonante venga usato più per il suo colore che per la funzione armonica.
Andiamo ora ad analizzare uno di questi accordi più nel dettaglio.
Partiamo con il principale degli accordi dissonanti usato sia nella musica classica che in quella leggera: l’accordo di settima di dominante.
Dai, fai la tua domanda che ti vedo che stai fremendo :-)!
“Ma che razza di accordo è? Io non l’ho mai trovato!”
Certo, questo è il nome … scientifico 🙂 : magari se io ti dico acido acetilsalicilico tu mi guardi storto, ma se ti dico aspirina allora ti tranquillizzi perché è una cosa che conosci, anche se questi due termini sono la stessa cosa: l’acido acetilsalicilico è il principio attivo dell’aspirina!
Torniamo a noi: se io ti parlo, per esempio, di SOL7, l’hai mai incontrato?
“Ah, si, ma certo che lo conosco”!
Bene: tutti gli accordi che hanno il nome della nota seguiti da un 7 sono accordi di settima di dominante.
Cerchiamo di capire perché sopra ho detto che è il principale degli accordi dissonanti.
I motivi sono diversi:
- intanto è l’unico tipo di accordo di settima che troviamo nella scala: è formato dalla triade maggiore e dalla 7° minore: SOL-SI-RE-FA (questo è il nostro SOL7 di prima), mentre tutti gli altri accordi di settima hanno intervalli diversi
- un altro motivo è che è costruito sulla dominante di una tonalità (la dominante di una scala, dopo la tonica, cioè la nota che dà il nome alla scala stessa, è il grado più importante perché dalla successione V-I si ha il senso di conclusione di una melodia o di un’armonia)
- in questo accordo troviamo tre note su quattro che sono tra le principali della scala: il SOL che è la dominante, il SI che è la sensibile e il FA che è la sottodominante (ovviamente della scala di DO maggiore!).
Possiamo dire, pertanto, che questo accordo si può appoggiare benissimo all’accordo di tonica (DO-MI-SOL nel nostro caso) e anzi: tra questi due accordi c’è una forte attrazione!
Vediamo perché.
Il SOL, come dominante, andrà alla tonica (DO), il SI, sensibile, risolve sulla tonica (DO), il FA, 7° dell’accordo, è attratta dal MI sottostante su cui riposa, tanto che è anche chiamata controsensibile: la sensibile (SI) sale di 1 semitono, la 7° dell’accordo (FA) scende di 1 semitono!
Vediamo l’esempio che, spero, chiarirà questa successione:
Il RE è l’unica nota dell’accordo di 7° che non ha una particolare necessità di andare verso una nota precisa, per cui può benissimo andare al SOL, in modo da avere la triade di tonica completa, cioè con tutti e tre i suoni.
Inutile dire che questa successione di accordi si trova oserei dire al 99,9999% delle volte nella conclusione di una brano.
Anche questo accordo può essere usato con i rivolti.
In questo caso, però, avendo una nota in più rispetto alle triadi, avrò un rivolto in più: il III rivolto che vede la 7° dell’accordo al basso.
Ovviamente la risoluzione delle singole note dell’accordo verso quello di tonica non cambia, ovunque esse si trovino.
In un prossimo articolo andremo a vedere un altro tipo di settima, molto interessante 🙂
Se vuoi approfondire questo argomento ti consiglio di cliccare sull’immagine qui sotto e leggere la nuova pagina.