Ciao,
nell’armonia jazz c’è molta più libertà nel trattare la famosa teoria musicale rispetto all’armonia classica: molte situazioni musicali sono meno rigorose e, forse, più facili da … spiegare.
Qui non è impossibile vedere gli accordi più complessi come, ad esempio, la sovrapposizione di accordi più semplici.
Quindi qui i ragionamenti sono più semplici perché nel jazz si va all’essenziale 🙂
Vuoi un esempio pratico?
Allora prendiamo l’accordo di tredicesima con la nona minore (accordo di dominante del modo maggiore):
Qui possiamo leggere, grazie all’enarmonia, la triade superiore (SI – MI – LAb, dove il LAb sarà uguale al SOL#), come un accordo di MI maggiore mentre la triade inferiore (SOL – FA – SI) possiamo leggerla come un accordo di G7.
Potremo allora numerare questo accordo come E/G7.
Quest’altro esempio possiamo numerarlo come Db/G:
Possiamo poi avere un accordo alterato, cioè un accordo di settima di dominante dove possiamo trovare contemporaneamente la quinta aumentata e quella diminuita oppure un accordo di nona con la presenza delle due none.
Quindi potremmo avere un accordo formato da:
- fondamentale
- terza (maggiore)
- quinta diminuita
- quinta aumentata
- settima (minore)
- nona minore
- nona aumentata.
Per fare un esempio pratico, avremo: DO – MI – SOLb – SOL# – SIb – REb – RE#, il tutto numerato con C alt.
Questo accordo è difficile da suonare, quindi lo strumentista si limiterà a scegliere le note che gli sembrano indispensabili dando così origine a delle soppressioni … forzate.
Questo accordo possiamo associarlo ad una scala alterata, costituita solo con le sue note, cioè DO – DO# – RE# – MI – FA# – SOL# – SIb – DO.
Se vuoi approfondire ulteriormente questo argomento, ti consiglio di cliccare subito sul pulsantino qui sotto e di leggere la nuova pagina: sono sicura che ti interesserà 🙂