Ciao,
oggi ti voglio far conoscere Luigi Sabbatini, liutaio marchigiano, che costruisce chitarre classiche.
Nel suo sito troverai tutte le chitarre costruite da lui fino a questo momento, tante foto interessanti sul processo costruttivo di una chitarra e tante altre informazioni di notevole interesse.
Ti ricordo che Luigi ci ha dato i suoi preziosi consigli per acquistare una chitarra.
Luigi, tanto per cominciare parlaci un po’ di te.
Ho iniziato i miei studi musicali ad Ascoli Piceno, mia città natale, con S. Torlontano.
Dopo il diploma in Chitarra, conseguito nel 1994 al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro, ho partecipato a vari corsi e concorsi ottenendo lusinghieri riconoscimenti.
Durante questi anni, ho sempre affiancato all’attività concertistica quella didattica fino all’ingresso, nel 1997, come docente di Chitarra in una scuola media ad Indirizzo Musicale della mia provincia; ho elaborato trascrizioni per diversi organici destinate ai ragazzi e composto brani originali, alcuni dei quali pubblicati dalla casa editrice Sinfonica.
Sono da sempre interessato alla liuteria.
Dopo una lunga e appassionata ricerca su testi specifici, contatti con esperti del settore e, soprattutto, innumerevoli esperimenti, è nata la mia prima chitarra.
Da allora sono nati diversi strumenti: alcuni ispirati alla tradizione, altri veri e propri prototipi sperimentali di mia concezione, ricercando comunque qualità costruttive, estetiche e, soprattutto, acustiche in termini di volume, equilibrio e timbro.
Oggi i miei strumenti, che sono la sintesi di tutte queste esperienze, conservano uno spazio dove la ricerca è ancora viva, perennemente protesa all’ideale di perfezione richiesta dal più esigente dei miei clienti… me stesso.
Quali materiali si usano per avere una cassa armonica? Sono tutti uguali i materiali o si usano più materiali nella costruzione?
I legni utilizzati per la cassa armonica di una chitarra classica sono essenzialmente due: uno per la tavola ed uno per le fasce ed il fondo, se ne possono usare altri nella decorazione della rosetta, nei filetti (i bordini che contornano tutta la cassa e per eventuali fregi ma chiaramente questi hanno un aspetto semplicemente estetico.
La tavola armonica invece gioca un ruolo di primaria importanza per il suono.
I legni che maggiormente si usano sono: il cedro canadese o l’abete rosso.
Il tipo di legno va ad incidere in modo sostanziale sul timbro dello strumento, è difficile spiegare a parole la differenza tra i due timbri, ma c’è un detto che a mio parere può dare un’idea “il cedro è per chi suona, l’abete per chi ascolta”, vale a dire che la tavola in cedro avrà un suono pronto e potente che gratificherà il musicista mentre l’abete ha un suono più dolce e con una proiezione maggiore che colpirà l’ascoltatore.
Chiaramente queste sono solo le caratteristiche dei due legni, ma sarà il liutaio a dare la voce allo strumento.
Per il fondo e le fasce invece il palissandro è il più usato: esistono diversi tipi di palissandro, da quello rio al cocobolo messicano, da quello del Madagascar a quello indiano, che è il più frequente nelle chitarre classiche.
Il più ricercato è quello brasiliano ma è specie protetta quindi meglio evitare.
Si possono usare anche altri legni come il mogano, l’acero, ed altri ognuno dei quali avrà il suo peso nella personalità del suono.
La vernice, e il modo o il posto in cui viene usata, influenza il suono?
La verniciatura dello strumento influenza molto il suono.
Io personalmente lucido lo strumento a gommalacca, che è un prodotto naturale estratto dalle secrezioni di un insetto che vive nelle foreste indiane e che, opportunamente lavorato, dà origine a scaglie di colore ambrato solubili in alcol.
La gommalacca è da sempre usata per la lucidatura del legno ed in particolare nella liuteria.
Con questo materiale si riesce a creare attorno allo strumento una sottilissima pellicola che vibrerà insieme al legno ma senza bloccarlo in modo da donare allo strumento caratteristiche acustiche che nessun’altra lucidatura riesce a dare.
Il processo di lucidatura e molto lungo e richiede una pazienza notevole, ma i risultati sia timbrici che estetici mi hanno convinto a sposare questa tecnica.
La lucidatura a gommalacca dona valore allo strumento ma di contro è assai delicata e richiede grande cura ed attenzione.
Come o perché hai cominciato questo lavoro?
Ci tengo a precisare che io non sono un liutaio professionista, ma da sempre ruoto nel mondo della musica.
Mi sono diplomato in chitarra al conservatorio di Pesaro e da allora insegno strumento in una scuola ad indirizzo musicale della mia città.
Sono sempre stato attratto dalle chitarre di liuteria tanto che ne ho acquistate diverse prima di iniziare a costruirle.
Un bel giorno decisi di realizzare un sogno che ormai giaceva chiuso in un cassetto da troppo tempo: costruire una chitarra con le mie mani.
Da lì iniziai a documentarmi, ed avendo una buona manualità nel giro di circa un anno la mia prima chitarre emise il suo primo suono.
Obbiettivamente non fu un capolavoro ma capii che potevo migliorare molto; nel giro di poco tempo ne costruii un’altra e poi un’altra ancora, ed ogni volta mi emozionavo in modo indescrivibile.
Continuai a sperimentare fino a trovare un mio strumento con caratteristiche soddisfacenti sia estetiche che acustiche, ma la ricerca non è finita e spero non finirà mai.
Grazie Luigi per la tua disponibilità.
Ciao Saverio,
ho letto il tuo post e spero di poter rispondere esaurientemente alle tue domande.
Riguardo alla prima domanda, la gommalacca viene stesa a tampone, dopo aver chiuso a dovere i pori del legno con pomice in polvere ed un tampone intinto con gommalacca molto diluita,si procede alla stesura della gommalacca vera e propria intingendo il tampone e facendo dei movimenti circolari o ad otto con molta pazienza fino a quando si sarà raggiunto il grado di lucidatura che si desidera.
Potrebbe sembrare semplice detto così, ma per raggiungere una buona lucidatura occorre tantissima pazienza ed esperienza.
Il fondo nella chitarra classica è sempre ricavato da due pezzi “specchiati” cioè un pezzo di un certo spessore diviso a metà ed uniti di testa in modo da rendere il disegno delle venature più bello possibile. Detto questo non escludo che ci siano strumenti con il fondo in un unico pezzo, ma non è la consuetudine.
Al contrario è abbastanza frequente incontrare strumenti con il fondo unico negli strumenti ad arco violino viola ed in alcune chitarre semiacustiche (jazz).
Il peso di una chitarra classica si aggira normalmente tra 1,5 e 2 Kg. Non ci sono regole riguardo al peso complessivo di una chitarra, ma in genere uno strumento di qualità non è mai troppo pesante.
Su l’ultima domanda non ho ben capito cosa intendi per “manico e tavola in un solo pezzo”, sulla chitarra classica il manico e la tavola devono essere fatti con diversi legni.
A meno che tu non ti riferisci ad alcune chitarre elettriche le così dette “neck through body” il manico che attraversa il corpo, questa tecnica contribuirebbe ad aumentare il sustain.
Spero di esserti stato utile Luigi
Grazie Luigi per queste ulteriori informazioni molto interessanti.
Barbara
La gomma lacca viene stesa a tampone o a spruzzo?
Il fondo deve per forza essere ricavato da due pezzi simmetrici o esistono chitarre di un certo valore col fondo in un solo pezzo?
Il peso complessivo della chitarra deve essere limitato al massimo o non esiste una regola fissa?
Le chitarre col manico e tavola in un solo pezzo hanno una timbrica diversa e sono adatte solo a particolari generi musicali?