Ciao,
torno oggi a parlare di armonia jazz, trattando un argomento che forse può’ sembrare strano su un sito che parla di chitarra 🙂
Infatti vorrei vedere con te come è trattato il pianoforte nell’armonia jazz, argomento che va al di là della chitarra: l’armonia in generale e quella jazz in questo caso specifico, si adatta a tutti gli strumenti, quindi mi permetto di fare questa … digressione.Bene, torniamo al nostro pianoforte in quanto la scrittura per questo strumento nell’armonia jazz è molto particolare e varia in base al fatto che il pianoforte sia solista o meno.
Quando il pianoforte è inserito in un’orchestra o in un esnsemble orchestrale, ovviamente il pianista deve un po’ sottomettersi alle esigenze del gruppo e avrà più che altro la funzione di accompagnatore: in questo caso l’arrangiatore (o il compositore) gli dà una parte ben precisa da suonare che normalmente sarà scritta per intero.
Ma il pianista potrebbe avere soltanto la griglia degli accordi con, eventualmente, una notazione ritmica da seguire.
Altre volte, invece, potrebbe avere dei passaggi obbligati che, in questo caso, saranno scritti con le note in partitura, come per esempio:
- una frase: qui l’arrangiatore scriverà la griglia degli accordi su un pentagramma e scriverà le note della frase (spesso più piccole come dimensione) al momento opportuno
- una parte obbligata come ad esempio i bassi degli accordi o la tessitura degli accordi stessi: in questo caso il nostro pianista troverà scritto il primo accordo che funge da modello da seguire negli accordi successivi
- la realizzazione particolare di alcuni accordi: qui l’arrangiatore scriverà la griglia degli accordi su due pentagrammi e gli accordi obbligati al momento opportuno
- un ritmo particolare degli accordi, lasciando comunque la libertà della loro realizzazione al pianista.
Quando il pianoforte è conduttore, nella partitura il pianista troverà una guida con i temi principali suonati dagli altri strumenti, normalmente scritti con note di piccole dimensioni e il riferimento allo strumento che sta suonando.
Attenzione comunque a non confondere questo modo di scrittura con le riduzioni per pianoforte, che sono un’altra cosa: in questo caso, infatti, tutti gli strumenti vengono (tra)scritti su due pentagrammi, in modo tale che un pianista possa suonare da solo quella partitura, sostituendosi così all’orchestra.
Un tipo di scrittura che è molto usato ed è utile per … tutti, è quella su tre pentagrammi, scrittura tipica del variété: qui avremo i due pentagrammi canonici del pianoforte a cui è sovrapposto un terzo pentagramma in cui viene scritta la parte del canto (con le parole, se ci sono, e la numerazione degli accordi).
In questo caso il pianoforte può’ avere una parte completamente autonoma rispetto al canto oppure essere semplicemente un accompagnamento del tema.
L’interesse di una partitura del genere è che essa è praticamente universale: chi non conosce la numerazione degli accordi può leggere tranquillamente la parte del pianoforte, mentre chi conosce la numerazione può interpretare il tema come preferisce.