Ciao,
oggi rispondo a questa domanda di Matteo: “non riesco proprio a trovare un ritmo con gli accordi e le pennate di “Heart of the Highland” dei Capercaillie; mi perdo continuamente e non so come fare“.
Intanto diciamo subito che gli accordi di tutta la canzone sono quattro: DO – FA – SOL – LAm, anche se in realtà il video è un semitono sopra, quindi in DO# maggiore o REb maggiore.
Per comodità, però, usiamo questi quattro accordi; eventualmente si può sempre mettere un capotasto mobile sul I tasto e … et voilà, les jeux sont faits.
Il ritmo della canzone è di tre tempi, quindi ogni battuta sarà formata da tre movimenti, come si chiamano in gergo musicale le parti in cui si suddivide il tempo all’interno della battuta.
Questo significa che dovremo dare tre pennate principali e le daremo in giù, accentuando la prima.
Questo è il video dove si può ascoltare il brano.
Andiamo ora a vedere le parti che formano la canzone.
Inizialmente abbiamo un’introduzione (che poi ritroveremo dimezzata a metà canzone), in cui troviamo i quattro accordi:
| DO | FA | SOL | LAm | (per 4 volte)
e le pennate da suonare saranno, per ogni accordo:
↓ ↓↑ ↓↑ cioè: giù sul primo movimento, giù-su sugli altri due.
Il primo movimento, perciò, possiamo dire che vale il doppio degli altri due e questo ritmo possiamo usarlo per tutta la canzone con delle piccole varianti, come vedremo.
Allora, abbiamo l’introduzione che fa così:
| DO | | FA | | SOL | | LAm | |
| ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | |
il tutto ripetuto 4 volte identiche.
Dopo questa introduzione e prima dell’inizio della strofa, per due volte, c’è la sequenza:
| DO | FA | DO | FA |
La strofa è così formata:
| DO | | FA | | SOL | | LAm | |
| ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | |
per 3 volte, mentre l’ultima, prima del ritornello, vede il SOL ripetuto per due battute e quindi sostituisce il LAm, in questo modo:
| DO | | FA | | SOL | | (SOL) | |
| ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | |
Qui la seconda battuta del SOL può avere, volendo, un piccola variante ritmica, cioè fare tutte pennate giù, così:
| ↓ ↓↓ ↓↓ |
Poi si procede con:
| FA | | SOL | | LAm | | (LAm) | |
| ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | |
ripetuto due volte e:
| DO | | FA | | SOL | | (SOL) | |
| ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | |
Il ritornello vede:
| DO | | FA | | SOL | | (SOL) | |
| ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | |
| LAm | | FA | | SOL | | (SOL) | |
| ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | |
| DO | | FA | | LAm | | SOL | FA | |
| ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ ↓↑ | | ↓ ↓↑ | ↓ | |
In quest’ultima battuta vedi che ci sono due accordi: il SOL e il FA e vedi come il SOL occupa i primi due movimenti mentre il FA solo l’ultimo ed ha una sola pennata in giù.
Arrivati a questo punto la canzone praticamente ricomincia da capo con l’introduzione che ora viene dimezzata, dicevo prima, cioè viene eseguita solo due volte.
Un’altra piccola variante ritmica che si può fare è quella di suonare ogni battuta tutta giù-su, giù-su, giù-su, quindi mettere la pennata in su anche nel primo movimento.
Matteo, spero di essere stata chiara, altrimenti … aspetto commenti, consigli o quant’altro!
Ciao
vorrei fare un commento lunghissimo da insegnante… ma riuscirò a trattenermi.
Personalmente preferisco 5000 persone mediocremente in grado di capire la musica, ma che si aiutano a vicenda per farla crescere, a cinque geni inarrivabili, di cui posso fare benissimo a meno per vivere ed i cui risultati si raggiungeranno lo stesso anche se in tempi più lunghi….
Pur non utilizzando gli insegnamenti di base proposti qui, trovo che la signora Polacchi stia facendo un ottimo lavoro, che non è solo quello di dare soddisfazione nel suonare subito uno o due pezzi, ma anche di spiegare ad avere pazienza e tempo nell’apprendimento.
Una capacità sempre più rara, che ciascuno utilizzerà come meglio può, ma che sarebbe bello se Barbara mantenesse e offrisse ancora a lungo.
Grazie.
Grazie lo dico io a te, Paolo, per questo commento.
Mi fa sempre piacere riceverne, soprattutto perché ogni volta che ne leggo uno, questo mi conferma della “bontà” del mio lavoro.
Grazie ancora
Ciao
Grande Vincenzo
sono pienamente d’accordo con te
Marisa
Barbara sei GRANDEEEE!
A Matteo dico di non perdere il coraggio di continuare, forse non diventerai grande come l’esimio MAESTRO Antonio, ma sono convinto che con la costanza avrai anche delle soddifazioni personali.
Buon lavoro a te e a Barbara.
Guido
Egregio Sig. Antonio
Dall’alto dei suoi 60 anni di esperienza mi inchino.
Mi sorge il dubbio però che i suoi allievi fossero già bravi di loro in quanto preventivamente selezionati e che lei non avesse tempo o capacità per insegnare questa arte indistintamente, anche a chi non ha le basi.
Certamente ci sono predisposizioni naturali ma a livello amatoriale ognuno di noi, poveri mortali, possiamo trovare soddisfazioni personali da questo straordinario strumento.
Devo farle una rivelazione.
I concorrenti che partecipano alla Corrida recitano una parte e vengono reclutati per allietare le serate a seri ed esperti in materia, che da casa credono di illudersi sia tutto vero.
Infine, leggendo una biografia di un modesto chitarrista, ho avuto modo di leggere le prime esperienze con un insegnante, il quale, dopo un’attenta analisi, disse all’allora ragazzino di smettere di suonare la chitarra in quanto aveva una mano troppo lenta e scoordinata per uno strumento così dinamico.
Il ragazzino cambiò insegnante ed oggi è a noi noto con il nome di Eric Clapton.
Quindi Matteo continua a divertirti così come stai facendo e non preoccuparti di chiedere se non riesci ad eseguire una pennata oppure non senti il ritmo di una canzone.
Prima o poi, se avrai la perseveranza, riuscirai a portare a termine i tuoi progetti, e anche se non suonerai come il M° Antonio potrai trovare molte soddisfazioni dalla tua chitarra.
P.S.: attendiamo la tua registrazione del brano
Concludo il mio intervento qui con una considerazione personalissima e che mi riguarda: ho sempre avuto la predisposizione e l’orecchio (quasi) assoluto tanto da sviluppare in me la presunzione di non aver bisogno di studiare.
Quale grave errore !!
Se ho raggiunto il livello che ho senza alcuna didattica, cosa avrei potuto fare con le basi e con le esperienze di un insegnante che almeno mi avrebbe tolto la “fatica” di scoprire da solo tanti piccoli accorgimenti e tecniche, per non parlare del fatto che ancora oggi (e suono da 44 anni) non leggo uno spartito (un po’ le tablature ma poi preferisco sempre ascoltare e sviluppare la tecnica più sicura per me).
Predisposizione si, orecchio si, ritmo si e con lo studio si mette insieme tutto nel migliore dei modi.
Ciao, Mike
quindi, Michele, in un certo senso se avessi avuto questi “piccoli” (perché non mi reputo una grande “insegnante”) accorgimenti o consigli, chiamali come vuoi, li avresti apprezzati?
Da quello che scrivi mi sembra di leggere questo.
🙂
Gentilissima Barbara,
mi è venuta la voglia di commentare le tue interessanti deduzioni sullo studio della chitarra che tanto mi ha dato in gioventù e che pensavo assopito in me.
Ma evidentemente la musica la si ha nel corpo e nella mente, nel DNA oserei dire e nulla potrà mai cancellarla.
Come già avevo accennato con l’altra mia email, sono convinto e lo sostengo ancora : la musica non si può paragonare ad altre professioni dove è sufficiente prendere lezioni, ascoltare illa maestra, fare gli esami e se si viene promossi è fatta.
La musica è qualcosa di diverso, si nasce già con la predisposizione musicale senza la quale non si faranno grandi cose.
Ho conosciuto bambini di 3 anni che cantano rispettando il ritmo e l’intonazione senza mai essere andati a scuola di musica.
Mentre ascolto in TV la Corrida, adulti che mi fanno tanto ridere, non hanno il benché minimo senso del ritmo.
Per quanto io ne sappia, non si puo’ insegnare ad avere “orecchio”.
Quindi insisto, si nasce con la predisposizione, non tutti possono fare i cantanti e ancora meno i musicisti.
E’ stato fatto uno studio, coloro che non hanno orecchio musicale hanno una parte del cervello deputata a tale compito, meno sviluppata, il che non significa che siano menomati.
Non intendo assolutamente mettere in dubbio la tua preparazione che mi pare ottima, tanto meno io che sono un’autodidatta, ma tu fai bene ad avere tanta pazienza con i principianti, io non ne avevo mai, glielo dicevo subito, non hai orecchio, lascia perdere.
Giustamente tutti hanno il diritto di provare, ma non vorrei che si illudessero, non ho mai avuto un allievo privo di orecchio musicale che sia poi riuscito a combinare qualcosa di buono.
Grazie per l’ospitalità.
Ciao
Ciao Antonio,
grazie per il tuo commento.
Sono d’accordo con te in parte.
Io dividerei, intanto, l’orecchio musicale in due parti: la parte melodica e la parte ritmica.
La parte melodica si puo’ educare, la parte ritmica è piu’ difficile.
In realtà, lo “stonato” come una campana, ha la possibilità di diventare intonato facendo tanto esercizio.
Ricordo una volta, quando da bambina seguivo lo Zecchino d’Oro, come penso tutti quelli che possono avere più o meno la mia età, che Mariele Ventre raccontava di quanti bambini arrivavano assolutamente stonati e poi, dopo che erano passati sotto le sue “mani”, cantavano come solisti.
Certo, ci vuole tanta voglia e tanta costanza, non e’ una cosa che viene da sola, ma l’orecchio “relativo” si puo’ educare.
Chi non ce l’ha, non potrà MAI sviluppare l’orecchio assoluto (io per esempio non ce l’ho), ma oggi reputo il mio orecchio piuttosto buono.
Motivo?
Ho fatto (e faccio ancora) tante trascrizioni da cd per depositare i brani alla Siae o per fare spartiti che non si trovano e tutto questo “esercizio” mi serve tantissimo.
Ricordo la prima volta che feci un lavoro del genere, circa 18 anni fa (e per un cliente molto “prestigioso”) fu un vero disastro!
Morale: non mi hanno mai più chiamato dopo 18 anni!
Poi concordo perfettamente con te che se uno ha una certa predisposizione naturale, perfetto: avrà sicuramente la strada spianata!
Ciao ciao
Necessariamente mi associo a quanto scritto da Antonio, si impara ma occorre anche una predisposizione, se il ritmo non viene percepito il risultato purtroppo sara’ straziante.
Barbara fai un grande lavoro. Ciao Mike
Ciao Mike, grazie anche a te!
D’altronde tu hai scritto proprio qui che questa canzone la faresti in modo diverso da come ho scritto io!
Allora diamo, a chi ce la chiede, la possibilità di “imparare” il mestiere!
Sono sicura che piano piano, se ci sono le “imbeccate” giuste, le persone cominceranno a porsi certe domande ed, eventualmente, a cercare soluzioni!
Ciao
Dubito che possiate imparare la chitarra se non riuscite a capire neanche che tempo ha il brano che state ascoltando e che vorreste imparare.
Addirittura la paziente Barbara vi dice se dare il colpo su o giù.
Questo è un chiaro segno che non avete “l’orecchio musicale” e, secondo me, dovreste cambiare hobby.
Ciao a tutti.
PS: Suono la chitarra da 60 anni
Ciao Antonio, grazie del tuo commento.
Verissimo quello che tu dici: ci vuole orecchio per suonare uno strumento musicale.
Vorrei pero’ “spezzare” una lancia in favore di Matteo e di tante altre persone che mi scrivono ogni giorno chiedendomi, appunto, questi “consigli”.
Il fatto è che l’orecchio deve essere allenato e, soprattutto, deve essere stimolato.
Spesso capita che chi suona la chitarra ad “orecchio”, appunto, alla fine va più per tentativi che per “consapevolezza”.
A volte basta dare il giusto “la” per far partire una persona.
E io questo “la” me lo sono costruito in 30 anni di chitarra e in anni e anni di studio in conservatorio.
Sicuramente ora Matteo (scusami se ti prendo come “esempio”, ma la domanda me l’avevi fatta tu) saprà “cosa” ascoltare quando sente un brano e magari potrà dire, se non riesce a suonare: “beh, vediamo se magari è in 3 piuttosto che in 4”.
Ma se le cose non ci vengono dette, non sapremmo mai che c’è quella tale possibilità piuttosto che l’altra.
E’ un po’ come quando si inizia ad andare a scuola: se non c’è la maestra che ci dice come si leggono “l” + “a”, magari noi continueremo a leggere “ellea” (perdonami l’esempio banale).
Ciao
Per la mia “non tecnica” o “tecnica personale da autodidatta” e’ immediato accompagnarla sempre con pennate su giu’ ma fermando le corde con la sinistra, ovvero non lasciandole suonare quando mi serve il silenzio o dare l’accento oppure di allontanare la mano destra e non farle colpire le corde se voglio mantenere l’ultimo accordo fatto prolungandolo nel movimento che vede solo una pennata. Questo mi permette inoltre di mantenere costante il ritmo senza rischi di accelerazioni o rallentamenti e soprattutto di accenti non voluti.
Tra l’altro questa tecnica mi permette di giocare con il suono/non suono e di creare se serve tutta una serie di accenti che non risulteranno mai fuori tempo e sempre rientranti nella ritmica complessiva.
Bel brano comunque, ciao. Mike
Grazie Mike per aver condiviso questa tua esperienza personale: tutti possiamo farne tesoro e … buon uso!
Ciao
Hai ragione scusa, movimenti non battute!
Comunque per le pennate al momento ho risolto cosi:
Giu; giu-su; su giu; .. Non so perchè ma mi viene più comodo!
Grazie ancora, buona giornata.
Matteo
perfetto, come dicevo, ci possono essere tante ‘varianti’ in un ritmo base, quindi ognuno puo’ metterci del suo.
Quella che ho dato è la mia “versione” all’ascolto del video.
In realtà io sento anche altre piccole varianti, più “complesse” e quindi non le ho messe perché pensavo fosse più comodo sapere il ritmo principale.
L’importante è tenere il tempo giusto e fare il ritmo “pulito”.
Ciao ciao
utilissimo grazie veramente!!
Io sbagliavo pensando fosse di 4 battute e mi perdevo continuamente!
Unica difficoltà la trovo nelle pennate, il ritmo è molto veloce..ora devo solo esercitarmi!
Grazie Barbara, chiara e precisa come sempre!
Permettimi una precisazione, Matteo: non “4 BATTUTE”, ma “4 MOVIMENTI” o, se vuoi, “4 PENNATE” perché se dici “4 battute” significa che prendi tutta la prima parte della strofa (che, in questo caso, comprende DO – FA – SOL – LAm).
Un consiglio: inizialmente puoi fare 3 pennate in giù e basta, mettendo sempre l’accento sul primo dei 3 altrimenti non “capisci” più niente!
Un’altra cosa: ora che hai capito che è in “tre”, come si dice in gergo, prova a fare il ritmo delle tre pennate in giù molto lentamente e col metronomo per poi aumentare piano piano.
Una volta che vai a tempo e che hai preso “dimestichezza” col ritmo, allora metti le pennate in su.
Puoi anche provare a metterle tutte in giù-su, in tutti e tre i movimenti, poi elimini il primo e lasci gli altri.
Puoi sbizzarrirti con gli esercizi da fare, l’importante è che li fai gradatamente (dal lento al veloce) e senza voler affrettare i tempi.