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La scala maggiore e i suoi accordi

di Barbara Pubblicato in Scala Maggiore e suoi accordi .

Chitarra_MilaniSempre più spesso mi viene chiesto quali sono gli accordi costruiti sulle varie scale maggiori o minori.

Oggi mi occupo della scala maggiore, ma vediamo prima cos’è una scala musicale.

Nel mio corso di teoria musicale dico che “la scala musicale si ha quando i sette suoni (cioè le note) vengono messi in ordine successivo; dopo il settimo suono si ricomincia daccapo con la stessa successione“.

Inoltre, “la scala prende il nome dalla prima nota da cui comincia la successione: se, ad esempio, la prima nota è DO, allora avrò la scala di DO, se è MI, allora avrò la scala di MI“.Scale_accordi

Praticamente una scala è la successione delle sette note (ognuna chiamato grado della scala) e in base agli intervalli che formano le note tra di loro abbiamo un tipo di scala piuttosto che un altro.

Abbiamo perciò una successione di toni e semitoni che mi indicano a quale scala mi sto riferendo e, ultimamente, in quale tonalità mi trovo.

La scala maggiore è formato da una successione di due toni, un semitono, tre toni e un semitono.

Qui di seguito ti metto tutte le scale che troviamo nel nostro sistema musicale temperato.

Come vedrai, le ho divise in tre gruppi:

  • la scala di DO maggiore che è l’unica scala che non ha bisogno di nessun tipo di alterazioni, quindi né diesis né bemolle
  • le scale con i DIESIS
  • le scale con i BEMOLLI

Eccole:

Scale_maggiori

Come puoi notare non sono consecutive, cioè non c’è prima la scala di DO poi quella di RE poi quella di MI ecc, ma seguono un ordine diverso: seguono cioè l’ordine del circolo delle quinte, dove la prima nota della scala è ad un intervallo di 5° dalla nota precedente.

Bene, a questo punto passiamo avanti.

Su ognuna di queste note posso costruire un accordo formato, minimo, da tre suoni, ma posso metterne quanti ne voglio.

Gli accordi che costruiremo saranno formati dalle note che troviamo nella scala, quindi se avremo, ad esempio, il FA# in SOL maggiore, tutte le volte che trovo il FA su qualsiasi accordo in questa scala, questo sarà DIESIS.

Parlando degli accordi di tre suoni, cioè delle triadi, possiamo dire che troviamo l’accordo maggiore sul I, IV e V grado (cioè gli accordi costruiti sulla prima, quarta e quinta nota saranno maggiori), l’accordo minore sul II, III e VI grado, l’accordo diminuito sul VII grado.

Volendo aggiungere la settima, avremo che sul I e IV grado abbiamo un accordo di settima maggiore (quello denominato “7+”), sul V grado abbiamo una settima di dominante (semplicemente “7”), sul II, III e VI grado abbiamo la settima di seconda specie (quella conosciuta come “m7”), mentre sul VII grado abbiamo la settima minore ma con la 5° diminuita (“dim7”).

In un altro articolo andremo a vedere gli accordi della Scala minore naturale.

Scale_accordi

15 Commenti
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L’universo musicale e la genesi degli accordi: le triadi »

15 Responses

  1. Sarah Jane says
    25 Aprile 2020 in 08:30

    una domanda: l’accordo aumentato su quale grado della scala viene costruito?

    Rispondi
    • Barbara says
      27 Aprile 2020 in 07:35

      Ciao,

      viene costruito sul III grado delle scale minori armonica e melodica (se sei in LA minore, l’accordo del III grado sarà formato dalle note DO – MI – SOL#)

      Ciao

      Rispondi
  2. Luigi says
    8 Dicembre 2017 in 10:40

    Una domanda: in una scala di FA maggiore come giustifichiamo la presenza nella sequenza di accordi di un MIb maggiore?

    Rispondi
    • Barbara says
      11 Dicembre 2017 in 05:10

      Ciao Luigi,
      non è possibile rispondere alla tua domanda in modo “teorico”: bisogna vedere la successione melodica e quella armonica, cosa c’è prima della sequenza di accordi in mib, cosa c’è dopo, …
      Se vuoi, puoi mandarmi per email un jpg o un pdf con quella successione accordale, cosi’ potro’ dirti di più.
      Ciao

      Rispondi
  3. Juri says
    25 Febbraio 2015 in 18:53

    Barbara scusa volevo chiederti una cosa.
    Sarebbe corretto dire che se avendo la scala di mi maggiore (mi- fa#-sol#-la -si-do#-re#) gli accordi che andrò a fare (triadi) dovranno coincidere soltanto con le suddette note della scala ?
    Ed inoltre pur avendo queste note posso cominciare un brano col primo accordo diverso dal mi pur essendo in quella scala ?

    Rispondi
    • barbara says
      26 Febbraio 2015 in 07:37

      Ciao Juri,
      per quanto riguarda la prima domanda, si’, gli accordi che costruisci su una determinata scala usano SOLO le note della scala stessa (ovviamente se vuoi rimanere in un ambito tonale e senza voler cambiare tonalità).
      Nel secondo caso nessuno ti impedisce di cominciare con un altro accordo, ma diciamo che normalmente il primo e l’ultimo accordo di un brano sono quello che si costruisce sulla tonica.
      Spero di averti risposto, altrimenti … chiedi pure 🙂
      Ciao

      Rispondi
      • Juri says
        26 Febbraio 2015 in 11:35

        Ciao Barbara,
        certo che hai risposto, ed anche come speravo (forse anche un po’ come immaginavo)….
        voglio farti i miei sinceri complimenti per la tua abilità sulle spiegazioni, visto che non tutti hanno questa tua dote, ti ringrazio inoltre tantissimo del tempo dedicatomi….
        Salutoni!!!

        Rispondi
        • barbara says
          27 Febbraio 2015 in 06:07

          Grazie Juri per i complimenti che sono sempre bene accetti 🙂
          Mi fa piacere che ho chiarito il tuo quesito.
          Ciao

          Rispondi
  4. Fabio says
    23 Agosto 2012 in 17:34

    Scusa Barbara la mia ignoranza!!!
    Cosa intendi per: ‘ l’accordo maggiore sul I, IV e V grado’
    io ho sempre saputo che gli accordi (maggiori/minori) fossero formati dalla: Tonica, terza (maggiore/minore) e quinta, c’è qualcosa che mi sfugge???
    Ciao e grazie della risposta

    Rispondi
    • barbara says
      23 Agosto 2012 in 18:46

      No, no, Fabio, non ti sfugge niente 😉
      L’accordo è formato da Tonica, terza (maggiore/minore) e quinta e qui non ci piove 😀
      Quando invece parlo di “grado” della scala, mi riferisco alla singola nota che trovo nella scala.
      Quindi, ad esempio in DO maggiore, avro’ che le note della scala (DO – RE – MI – FA – SOL – LA – SI) sono “gradi” della scala.
      Su ognuna di esse (note) o su ognuno di essi (gradi) posso costruire un accordo formato da Tonica, terza (maggiore/minore) e quinta.
      Quindi parlando di I, IV e V grado mi riferisco all’accordo che posso costruire sulla prima nota della scala (nel nostro esempio DO), sulla 4° nota della scala (FA) e sulla 5° (SOL).
      Fammi sapere se ora ti è un po’ più chiaro 🙂
      Ciao
      Barbara

      Rispondi
  5. Francesco says
    3 Agosto 2012 in 10:47

    Grazie per questo post, Barbara.
    Francamente non mi ricordavo piu di questo bel termine “sistema temperato”, e neppure sono certo di sapere cosa voglia dire in questo contesto.
    Quanto alle scale ti faccio una puerile domanda, ma non stupirti, lo sai che di teoria so poco e …a pappagallo.
    Allora, se è vero, come è vero, che possiamo cominciare una scala (tanto maggiore che minore) da qualsiasi suono della scala cromatica, per quanto riguarda le scale maggiori dovrebbe esistere la scala di do, ma anche quelle di do#, re, re# mi fa fa# sol sol # la la# si: insomma, mi aspetterei dodici scale, oppure il doppio se le vogliamo chiamare col “corrispettivo” bemolle (si è parlato fin troppo in un altro forum delle note alterate e dell’uguaglianza tra do# e reb).
    Perché, ad esempio, non esiste, secondo il tuo specchietto, la scala di re# maggiore?
    E perché non le metti in ordine come la scala, quand’anche non cromatica?
    Mi viene da piangere che continuo a non capire queste cose.

    Rispondi
    • barbara says
      3 Agosto 2012 in 14:34

      Ti rispondo subito, Francesco.

      > Perché, ad esempio, non esiste, secondo il tuo specchietto, la scala di re# maggiore?

      Perché se vessi una scala che comincia con il RE#, avrei queste note: RE# – MI# – FA## (doppio diesis) – SOL# – LA# – SI# – DO## – RE#
      Mi troverei percio’ ad avere sia il FA che il DO con il doppio diesis e questo crea due problemi, almeno a me 😉 :

      1) come scrivo il doppio diesis in chiave?
      Le alterazioni in chiave sono 7 diesis e 7 bemolli, non sono “contemplati” di doppi diesis e i doppi bemolli.

      2) è “fastidioso” da leggere un doppio diesis (che su uno spartito è scritto come una specie di “x” e non con i due diesis come l’ho scritto io qui sopra): il cervello fa molta meno fatica a leggere SOL che FA##!
      Per questo la scala di RE# è scritta come MIb, molto più “semplice” da leggere (MIb – FA – SOL – LAb – SIb – DO – RE – MIb).

      > E perché non le metti in ordine come la scala, quand’anche non cromatica?

      Di solito le scale si scrivono secondo il “cricolo delle quinte”, cioè con il numero delle alterazioni che aumenta perché in questo modo è più facile ricordare, appunto, quante alterazioni ha una determinata scala maggiore o minore che sia.

      Spero di averti risposto, altrimenti, come sempre … chiedi pure 😉
      Ciao

      Rispondi
  6. paola says
    24 Aprile 2011 in 15:31

    Scusa Barbara ma non è corretto dire che la scala è la successione di 7 suoni!
    Si dice scala soltanto se l’OTTAVO suono ripete il primo e perciò la tonica!
    Quindi la scala è la successione di otto suoni congiunti.
    Se non si dice così è quasi impossibile capire la relazione tra scale e tonalità.
    Inoltre do-re-mi-fa-sol-la-si tutt’al più può far pensare a un do7 aumentata!
    La scala do7 aumentata non l’ho mai sentita e mai letta nei libri di teoria musicale.
    Scusami ma non è la prima volta che sento e leggo che la scala è una successione di 7 note e la cosa è assai sbagliata.
    Prendila soltanto come una correzione, ok?

    Rispondi
    • barbara says
      24 Aprile 2011 in 19:28

      Grazie Paola per la tua precisazione.
      Effettivamente la scala finisce con la tonica, quindi come dici tu è composta da otto note.
      Pero’ ha sette suoni “diversi”, in quanto il DO è già presente all’inizio e quindi non lo conto come nuova nota.
      Forse è proprio questa cosa che ci fa “fraintendere” quello che diciamo, ma l’importante è “capirsi” nei termini.
      Quindi è verissimo quello che dici, tanto che nell’immagine che ho inserito con il prospetto di tutte le scale maggiori, ho messo anche la fondamentale ripetuta (altrimenti … come faccio a dire che ci sono 2 toni, un semitono, 3 tono e UN SEMITONO? Dove lo troverei l’ultimo semitono se non metto il DO alla fine?) pero’ il DO già l’ho “sentito” come suono e quindi ho sette suoni diversi.
      Non so se sono riuscita a spiegarmi, altrimenti … continuiamo pure questo appassionante “dibattito” :-).
      Un caro saluto.
      Ciao

      Rispondi
      • Ros says
        18 Novembre 2020 in 22:02

        spiegazione perfetta hai illuminato anche me grazie

        Rispondi

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