Oggi voglio approfondire l’argomento sul ritmo che ho trattato qualche tempo fa.
Dopo quell’articolo, infatti, mi sono arrivate diverse email in cui mi si chiedeva:
“Ma come si fa a leggere questi ritmi sul pentagramma?
Che simboli vengono usati?
E come si fa a capire se ho un ritmo binario, ternario o quaternario”?
Con questo articolo voglio dunque rispondere a queste domande.
Cominciamo con il dire che la successione degli accenti che abbiamo visto nell’articolo sul ritmo, e che è quella che ci permette di capire se un ritmo è binario, ternario o quaternario, viene inserita nella battuta, chiamata anche misura:
Nell’esempio qui sopra puoi vedere che ogni tanto ci sono delle stanghette verticali che dividono il pentagramma.
Ebbene: lo spazio tra due stanghette consecutive è la battuta:
All’interno della battuta sono posti gli accenti dei vari ritmi che varieranno in base al tipo di ritmo (binario, ternario o quaternario) e il primo accento della battuta è sempre forte.
Facciamo un altro passo avanti e diciamo che nella battuta io trovo tanti accenti quanti sono quelli compresi nel ritmo stesso.
Mi spiego meglio: se ho un ritmo binario, nella battuta avrò due accenti o tempi, se ho un ritmo ternario avrò tre accenti mentre nel ritmo quaternario ne avrò quattro e questo non cambia per tutto il brano: un valzer avrà tre tempi dall’inizio alla fine, quindi tutte le battute saranno di tre tempi.
Questi tempi si chiamano movimenti.
Nell’esempio qui sopra quindi avrò quattro movimenti perché in ogni battuta ho quattro accenti e tutti i movimenti hanno lo stesso valore all’interno della battuta.
“Ma come vengono indicati questi movimenti o tempi”?
Ti rispondo subito: il tempo è indicato da una frazione numerica inserita, all’inizio del pezzo, subito dopo la chiave, nel nostro esempio qui sotto la chiave di violino:
Questa frazione (4/4 nel nostro esempio) indica il valore e la divisione ritmica della battuta: in altre parole tutti i valori delle figure musicali di ogni battuta devono dare come somma sempre 4/4:
Il numeratore della frazione indica il numero dei movimenti che devono essere presenti all’interno della battuta, mentre il denominatore indica il valore di ogni movimento.
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Visto che nello spartito c’è scritto il tempo in cui è composto o trascritto il brano, personalmente la mia fatica è decifrare in tal senso un brano che ascolto.
Distinguo i tempi tenrnari dai binari perché nei primi il ritmo è riconducibile a un du tre (ma anche u-no du-e tre-e).
Ma non so capire perché, ad esempio “la ballata di miché” di Fabrizio de Andrè debba essere un tre quarti (come mi fu detto da un fisarmonicista quando glie la canticchiai) e non invece un sei ottavi o un tre ottavi.
Come non so riconoscere un tempo tagliato, o un due quarti da un quattro quarti.
Penso che resterò con questo dubbio.
E non so.
E non so neppure capire le terzine di giochi proibiti, anche se quella oso direi di averla imparata (almeno come note, poi la differenza tra me e un grande chitarrista si sente anche in quella).
Complimenti per la tua disponibilità e chiarezza nell’esposizione..
Ottimo sito pieno di suggerimenti.
non ho capito come si fa il ritmo ternario
Per capirlo pensa ad un valzer, tipo Romagna mia, tanto per citarne uno tra i più popolari.
Ciao