Ciao,
nello scorso articolo sull’improvvisazione, ho parlato dell’importanza di cantare quello che suoniamo.
Quindi la primissima cosa da fare nel percorso improvvisativo è quella di familiarizzarci con il materiale musicale e soprattutto con le diverse sonorità, ad esempio, delle differenti scale, fare nostre le varie diteggiature e le varie posizioni lungo tutto il manico della nostra tastiera, tenendo presente che il tutto va fatto, ovviamente, cantando 🙂
Vedrai che dopo un lavoro del genere scoprirai di aver veramente interiorizzato quella determinata scala.
Ma forse questa cosa può spaventare un po’:
“forse passerò il resto della mia vita a … cantare le scale?“,
potresti pensare!
Ma no, sicuramente non è così 🙂
Tuttavia ti assicuro che se dedichi anche soli 5 minuti ogni volta che prendi la chitarra in mano a questa operazione, nell’arco di qualche giorno ti renderai conto di aver progredito in modo incredibile!
Ci scommetto quello che vuoi, tanto sono sicura di quello che dico 🙂
Una volta passati questi 5 minuti passi all’assimilazione pratica, all’esercizio concreto su quella determinata scala in modo da farla diventare automatica (della serie che io posso fare altro, come guardare la televisione, ad esempio, e le mani vanno da sole nell’eseguire quella scala presa in esame).
Tutto questo lavoro preliminare servirà, alla fine, a farci usare quella determinata scala nel pezzo sul quale sto improvvisando.
Volendo fare un piano di studio, se ad esempio riesci a dedicare 20 minuti alla chitarra, puoi suddividere così la tua sessione di studio:
- 5 minuti per la fase di familiarizzazione
- 5 minuti alla fase di assimilazione
- i restanti 10 minuti all’esecuzione e/o improvvisazione, che è la fase la più importante.
Provare per credere 🙂