Ciao,
ritorniamo oggi a parlare dell’intervallo musicale e vediamo altre caratteristiche.
Un’altra distinzione che possiamo fare è tra l’intervallo lineare, diciamo così, e quello che invece si ha da due note sovrapposte.
In questo caso la distinzione sarà tra intervallo melodico e intervallo armonico.
Del primo abbiamo già parlato e abbiamo detto come trovarlo (a livello numerico).
Occupiamoci allora del secondo.
Diciamo subito che per leggere questo tipo di intervallo si parte dalla nota più grave e si sale verso la più acuta: in questo modo potrò stabilire facilmente il valore numerico dell’intervallo stesso.
Praticamente prendo le due note e le metto in sequenza, come se fosse un intervallo melodico e in questo modo riesco a stabilire che tipo di intervallo ho.
In questo esempio qui sotto, abbiamo un DO-MI iniziale, per cui avrò un intervallo di 3° e così pure l’intervallo RE-FA# successivo: anche qui ho tre note quindi è un intervallo di 3°.
Normalmente, quando il nostro orecchio ascolta un intervallo armonico, è catturato soprattutto dalla nota più acuta, che di solito è quella usata per fare la melodia principale.
Un’ulteriore suddivisione che possiamo fare è quella tra intervallo diatonico e intervallo cromatico:
- l’intervallo diatonico è quell’intervallo formato da due suoni appartenenti alla stessa scala musicale (maggiore o minore che sia)
- l’intervallo cromatico invece è quello formato da almeno uno dei due suoni che sono al di fuori della scala di riferimento.
Un esempio di questo può essere l’intervallo DO-MI che è diatonico se mi muovo nella scala (e quindi nella tonalità) di DO maggiore, mente è cromatico se mi muovo nella scala (e quindi nella tonalità) di DO minore perché in DO minore il MI è bemolle.
Gli intervalli, infine, possono essere divisi anche in base alla gradevolezza che danno all’ascolto: a volte, infatti, soprattutto per quanto riguarda l’intervallo armonico, abbiamo la sensazione che l’accordo sia stonato: possiamo quindi chiamare dissonanti gli intervalli stonati e consonanti quelli intonati.
Gli intervalli consonanti sono l’intervallo di 3°, di 5°, di 6° e di 8°; l’intervallo di 2° e quello di 7°, invece, sono dissonanti.
Come vedi, in questa divisione manca un intervallo, che è quello di 4°: questo è considerato una consonanza imperfetta perché, in base al contesto, può risultare più o meno gradevole all’orecchio e quindi può essere più o meno consonante.
Infine tutti gli intervalli cromatici sono dissonanti, a prescindere del loro valore numerico.
Se vuoi approfondire questo argomento, ti consiglio di cliccare sull’immagine qui sotto e di leggere la nuova pagina.
Grazie Barbara,
comincio a capirci qualcosa e quindi proseguo nella lettura.
Spero di non fare confusione, poi.
Bene, Fulvio 😉
Buona lettura