La formazione di un accordo di nona richiede le seguenti note: la prima, la terza, la quinta, la settima e la nona, ad esempio l’accordo di DO9 conterrà le note DO, MI, SOL, SIb, RE.
Ora questo accordo può essere scritto in due modi: Do7/9 oppure Do9/7.
Il significato riguarda la nota finale dell’accordo, la più acuta.
Nel primo caso questa nota finale è la settima, nel secondo è la nona.
Spesso, però, si trova anche questa scrittura: DO add 9.
Il significato è che la nona, il RE in questo caso, va aggiunta all’accordo di maggiore (senza la settima) e quindi DO add 9 sarà formato dalle note DO, MI, SOL, RE.
Lo stesso significato hanno le parentesi, come DO (9) che corrisponde a DO add 9.
Un altro accordo complesso è quello di tredicesima: ad esempio DO (13) equivale a DO add 13, cioè l’accordo di tredicesima è stato privato di settima (SIb), nona (RE) e undicesima (FA) e suona DO, MI, SOL, LA (in ottava perché se non è in ottava l’accordo è un DO 6).
Alcuni accordi sono indicati con la dicitura sus che significa suspended, cioè sospeso.
Si tratta di accordi nei quali manca la nota modale o caratteristica che definisce se un accordo è maggiore o minore.
Ad esempio, nell’accordo di DO maggiore o DO minore manca rispettivamente il MI e il MIb.
L’accordo è indefinito e dà l’impressione di una sospensione sonora.
Nella scrittura dell’accordo viene anche indicata la nota che va a sostituire la modale, come ad esempio DO sus.4 significa che invece del MI suoniamo il FA (DO, FA, SOL).
Non sempre viene detto il grado da sostituire alla terza (maggiore o minore che sia), ed in questo caso si intende che suonano solo tonica e quinta.
Ad esempio DO sus equivale a suonare DO e SOL (il classico power chord).
Il problema che si pone al chitarrista è che molti accordi complessi non possono essere suonati sulla tastiera.
Un accordo di tredicesima, ad esempio, richiede sette note (DO 13, per esempio, è formato da DO, MI, SOL, SIb, RE, FA e LA) e sulla chitarra si dispone di 6 sole corde.
L’altra ragione per cui questi accordi non vengono suonati completi è l’effetto di confusione che arriva all’ascoltatore per il sovrapporsi di molte note che diventano indistinguibili all’ascolto.
Si tratta di capire quale domanda pone il rigo melodico, o la combinazione delle armonie con altri strumenti, tale da richiedere una tredicesima.
Questo problema fu risolto da Paulinho Nogueira, un genio della chitarra popolare brasiliana, sulla base delle elaborazioni concertistiche di Villa Lobos: “la risposta armonica al rigo melodico”.
Nogueira spiegò che un accordo di chitarra che contiene più di 4 (raramente 5) note determina confusione proprio per le caratteristiche tecniche dello strumento, in quanto c’è una intersezione delle frequenze che diviene indistinguibile.
La sua tecnica poggiava sul trittico, vale a dire che, a partire dal basso dell’accordo, si sceglievano tre note (sui cantini) che meglio rispondevano all’equilibrio armonico.
In effetti, in un accordo di tredicesima, ad esempio, possiamo scegliere tre delle 6 note che rimangono dopo avere determinato il basso, quelle che risultano necessarie a dare la sonorità richiesta dalla successione delle armonie.
Ad esempio, prendiamo un pezzo famoso, Corcovado di Antònio Carlos Jobim.
Il primo accordo è un LAm6/LA (significa che il basso dell’accordo è un LA).
Attenzione: un accordo frazionario ha due significati:
- se al denominatore vi è una nota, quello è il basso dell’accordo
- se vi è un numero quella è la finale dell’accordo.
Il secondo accordo è un SOL#dim(13b) cioè dobbiamo aggiungere una tredicesima bemolle al SOL#dim, formato dalle note SOL#, SI, RE e FA.
Dobbiamo allora aggiungere il MI.
Il SOL# viene portato al basso per realizzare la successione dei bassi verso i gravi (sesta corda), il FA sarà sulla quarta corda, il SI sulla terza e il MI sulla seconda.
Quindi abbiamo un trittico ed un basso (in questo caso è stato eliminato il RE).
Il terzo accordo è un SOLm7 col SOL naturale al basso (nota finale RE).
Vediamo che la successione dei bassi è LA – SOL# – SOL e la successione delle finali MI – MI – RE.
Cosa abbiamo sul rigo melodico?
MI – MI – RE, cioè un rafforzativo della melodia.
Se proseguiamo, incontriamo un DO 7 sus 4/9.
Nel DO7 (DO, MI, SOL, SIb) dobbiamo sostituire il MI con il FA, quindi avremo un accordo formato da DO, FA, SOL e SIb, a cui aggiungeremo la nona (finale), cioè il RE.
Poiché queste note si trovano tutte sul terzo tasto possiamo anche suonarle tutte perché le interferenze di frequenze sono ridotte.
(Articolo scritto da Piero)