dopo aver visto il perché è importante lavorare con le scale quando si vuole suonare la chitarra e cimentarsi con l’improvvisazione, oggi vediamo DOVE e COME posso applicarle durante un’improvvisazione.
Per quanto riguarda il DOVE diciamo che le scale sono come un jolly, nel senso che … stanno bene su tutto.
Infatti una volta che hai capito come funziona una determinata scala specifica, come è costruita, da quali note e quali intervalli è formata, a quel punto la sua applicazione sarà molteplice.
Infatti quando prendi la tua chitarra in mano per suonare, potrai usarla:
- come esercizio di riscaldamento
- per andare a tempo e seguire un certo ritmo dato
- per approfondire qualche tecnica particolare della mano destra
- per avere la dimestichezza necessaria con la tastiera
- per cominciare a sviluppare i tuoi assoli
- per coordinare le due mani
- per curare il tocco e quindi il suono
- per entrare nell’atmosfera musicale che la scala stessa ti propone
- ecc ecc.
Per quanto riguarda invece il COME usare una scala, anche qui puoi avere diverse possibilità di scelta: intanto puoi usarla come allenamento per i tuoi assoli, per cominciare a prendere mano con tutto il processo costruttivo di un assolo.
Poi, cosa importante, puoi cominciare a guardare come sono costruiti i pezzi che suoni, soprattutto se suoni anche gli assoli, appunto, e vedere lì come sono usate le scale per prendere poi spunto e fare anche tu altrettanto.
Ovviamente qualsiasi scala è buona per essere usata, ma di solito si comincia con la scala pentatonica minore in quanto è una delle scale usate in diversi generi musicali e spesso è anche la prima scala che si impara quando si comincia a suonare la chitarra (a questo proposito ti propongo questo video di Bobby McFerrin, in cui il cantante fa un esperimento proprio usando la scala pentatonica).
Vorrei precisare che lavorare su una scala in questo momento è soprattutto imparare ad ascoltarla, a cantarla, a riconoscerla, ad interiorizzarla per farla diventare nostra.
Importante, in questo momento, è partire sempre dalla tonica della scala perché ci permetterà di appropriarci della sonorità specifica della scala in questione.
Infatti se, ad esempio, io suono la scala pentatonica minore partendo però dalla terza, avrò una sensazione diversa in quanto io non suonerò più la pentatonica minore ma quella maggiore anche se le note restano le stesse.
Ma il semplice fatto che la nota su cui mi … riposo, quindi la tonica, cambia, anche la percezione acustica della scala non è più la stessa e quindi il nostro orecchio avrà un’immagine falsata della sonorità di quella specifica scala.
In un prossimo articolo vedremo concretamente, sulla chitarra, qualche esercizio utile con la scala pentatonica nell’ottica dell’improvvisazione.
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