Ciao,
nello scorso articolo sull’improvvisazione, ho detto che è importante lavorare con le scale.
Quindi potresti chiederti il perché di questa … scelta.
Mi ricordo che, quando ho cominciato il conservatorio (studiavo composizione e avevo il mio bravo pianoforte complementare da fare), tra i libri per pianoforte primeggiava quello delle scale a cui dovevo, ahimè, dedicare diverso tempo del mio studio pianistico, soprattutto per scaldare le mani.
“Le scale sono importanti“, ci si sente dire e, lo confesso, anch’io lo dicevo ai miei alunni quando, dopo aver finito gli studi, sono passata … dall’altra parte!
E sai qual’era il risultato che ottenevo?
Che nessuno (o quasi) studiava le scale, così come anch’io le studiavo molto raramente e con non poca … sofferenza.
Ma perché?
Così ho cominciato a pormi questa domanda cercando di capire, io per prima, perché le scale fossero così importanti.
Nel frattempo, i miei studi di composizione mi portavano a studiare tanti brani di musica classica, tanti autori differenti, tanti tipi di musica differenti e più prendevo dimestichezza con così tanto materiale musicale più mi rendevo conto che in fondo le scale sono semplicemente … onnipresenti!
Addirittura alcuni compositori avevano inventato le LORO scale, tanto che ancora oggi parliamo di scala bachiana o di scala di Debussy, tanto per fare due esempi su tutti.
Allora, dove voglio arrivare?
Dedicarsi alle scale spesso scoraggia la maggior parte delle persone che vogliono suonare la chitarra (o qualsiasi altro strumento), soprattutto all’inizio, perché le scale danno fastidio, sono scomode e, soprattutto … non sono musica!
“Si, ho capito, ma che c’entra tutto questo con me, con la mia improvvisazione e con la mia chitarra?”
potresti chiedermi.
Ci arrivo tra un attimo.
Prima vorrei porre la tua attenzione su un’altra questione: cos’è una scala musicale
Wikipedia dà questa definizione di scala musicale:
“una scala è una successione ascendente o discendente di suoni compresi nell’ambito di una o più ottave“.
Quindi una scala è SOLO un susseguirsi di note vicine che vanno dal basso verso l’alto e/o viceversa.
Tutto qui, niente di più!
In una scala quindi non c’è niente di espressivo, niente di melodico, niente di cantabile e chi più ne ha più ne metta!
“Ecco, vedi? Lo sapevo che non servono a niente!”
Piano, piano … non ho affatto detto che non servono a niente!
E allora perché sono così importanti?
Per diversi motivi:
- intanto le scale ci permettono di conoscere le varie tonalità: infatti suonando le scale (soprattutto quelle maggiori e minori) posso prendere una certa familiarità con le note che ci sono in una determinata tonalità piuttosto che in un’altra
- ci permettono di conoscere di più il nostro strumento, la sua tastiera, dove si trovano le note
- i diversi tipi di scale, poi, ci permettono di entrare in mondi musicali differenti e di prendere dimestichezza con generi musicali particolari: penso ad esempio alle scale pentatoniche, alle scale blues, a quelle modali, ecc ecc.
- ci aiutano ad esercitare il nostro orecchio musicale e ci aiutano a percepire le varie differenze tra un tipo di scala e un altro
- ci permettono di lavorare sul suono che vogliamo ottenere
- ci permettono di sviluppare la tecnica e ci consentono di rendere le nostre dita più agili.
Quindi, come puoi vedere, dietro le scale musicali c’è un mondo che spesso viene ignorato quando si comincia a suonare, soprattutto perché … si devono fare le scale senza che nessuno ci spieghi la loro utilità pratica!
A questo punto penso di aver risposto alla tua domanda di prima.
Se così non fosse, qui sotto hai lo spazio per lasciare un tuo commento, una domanda, esprimere un dubbio, quindi … chiedi pure 🙂