Ciao,
dopo aver visto qual è lo scopo di una modulazione, vediamo oggi come fare per riconoscere che in quel determinato brano, in quel punto preciso, abbiamo una modulazione.
Ecco i passaggi che sono sempre presenti in una modulazione.
La prima cosa che ci indica che siamo in presenza di una modulazione è l’apparizione di una o più alterazioni che non avevamo in partenza: infatti quando cambio tonalità, avrò tutto un insieme di diesis o di bemolli che non avevo all’inizio e che appartengono alla nuova tonalità.
Se, ad esempio, passiamo dalla tonalità di RE maggiore alla tonalità di SI minore, possiamo notare che il LA diesis (proprio di SI minore) prende il posto del LA naturale (che apparteneva alla tonalità di RE maggiore).
Ebbene: proprio questo LA diesis, nota estranea alla prima tonalità, diventa la nota caratteristica della nuova tonalità.
Un’altra caratteristica di una modulazione è legata agli accordi stessi: quelli della prima tonalità subiscono una trasformazione nella loro funzione tonale e diventano … un’altra cosa nella nuova tonalità.
Se ad esempio vado da RE maggiore a SOL maggiore, oltre a trovare il DO naturale (che avrà SEMPRE il bequadro) al posto del DO diesis, vedrò che l’accordo di RE maggiore non sarà più l’accordo del I grado (tonica) ma diventerà quello del V (dominante), oppure l’accordo di SOL maggiore non sarà più l’accordo del IV grado di RE maggiore ma diventerà l’accordo del I grado, passando quindi dalla funzione di sottodominante di RE alla funzione di tonica in SOL.
C’è un solo caso che fa eccezione a questa regola e cioè quando si modula cambiando soltanto il modo senza cambiare la tonica (ad esempio quando si passa da SOL minore a SOL maggiore o viceversa): in questo caso le funzioni tonali non cambiano, anche se la scala è profondamente diversa (SOL minore ha due bemolli –SI e MI- in chiave mentre SOL maggiore ha un diesis -FA-).
Ancora: perché vi sia una vera e propria modulazione, è necessario che ci siano almeno due accordi appartenenti alla nuova tonalità: un accordo di dominante seguito da un accordo di tonica che formino una cadenza perfetta nel nuovo tono.
Senza di questo, ci troveremo in presenza di un semplice passaggio momentaneo ad un’ altra tonalità, senza avere una modulazione.
Da notare qui che l’ultimo accordo appartenente alla tonalità iniziale deve essere concatenato correttamente con il primo accordo appartenente alla nuova tonalità.
Nel prossimo articolo andremo a vedere come e quando modulare.
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