Ciao.
Oggi voglio occuparmi dell’ultimo parametro importante che genera l’usura delle corde e parlerò del deterioramento dei rivestimenti delle corde basse (dopo aver analizzato, la volta scorsa, la perdita dell’intonazione).
Con l’uso della muta questo rivestimento si ammacca in corrispondenza del punto di contatto con i tasti sottostanti, creando delle piccole fossette caratteristiche, ammaccature che compromettono (anche se in modo più o meno marginale) la perfetta vibrazione della corda, in quanto il punto d’appoggio della stessa sul tasto non è più un punto ben preciso e pulito ma un punto “sporcato” dal rivestimento così intaccato.
Nei casi limite, quando il rivestimento risulta fortemente deteriorato, questo rivestimento potrebbe far friggere la nota anziché farla suonare in modo perfetto e chiaro.
Nei casi più gravi e di mute veramente, ma veramente vecchie, questo rivestimento si può addirittura sfibrare e sfilacciare rendendo la corda qualcosa di più simile ad una corda di canapa intrecciata 🙂
Ovvio che se si notano deterioramenti di questo tipo vuol dire che non siamo arrivati alla frutta, ma al dolce, anzi … al conto!
Ad ogni buon conto per arrivare a questo stato di cose di solito devono passare dei mesi, con una frequenza di utilizzo abbastanza costante.
Tutti i fattori contemplati negli argomenti trattati in questi articoli, vanno di pari passo, si sovrappongono l’un l’altro e contribuiscono a loro modo a rendere inservibile con il tempo la muta utilizzata.
A questo punto non resta che riprendere il punto iniziale e cerchiamo di rispondere alla domanda: quando cambiare le corde?
- Un dilettante che imbraccia la chitarra per farsi bello con gli amici e suona mediamente la chitarra tre/quattro ore al mese avrà una muta che potrebbe durare anche un anno o più; c’è chi ritiene inutile sostituire la muta per anni e anni; peraltro se l’obiettivo è quello di farsi una suonata in allegria non si farà molto caso se le note saranno un tantino stonate, anzi potrebbe addirittura essere motivo di divertimento. 😉
- Un principiante che utilizza la chitarra per studio dilettantistico quelle due/quattro ore alla settimana avrà necessità di sostituire le corde dopo circa tre/sei mesi.
- Un chitarrista già avanzato che suona comunque per proprio conto in ambito domestico quell’oretta al giorno potrebbe gestirsi la muta con tempi variabili fra un mese e tre mesi.
- Un chitarrista semiprofessionista, che suona in una band in modo regolare con un paio di ore al giorno di prove e con due/quattro concerti al mese non dovrebbe far durare la muta più di venti giorni / un mese al max, se non vuole correre il rischio di vedersi saltare una corda in concerto, e quindi molto prima che si verifichino in modo palese i decadimenti di intonazione e del rivestimento, di cui abbiamo parlato prima!
- Un chitarrista professionista oltre ad eseguire la sostituzione della muta con una certa regolarità, dovrebbe teoricamente (come chiunque si appresti ad affrontare un concerto), aggiungere l’accortezza di cambiare le corde uno/due giorni prima del concerto in modo che abbiano il tempo di assestarsi e non avere variazioni di intonazione durante la performance per possibili assestamenti della corda; ma qui si entra in un altro mondo, dove l’esperienza personale ma sopratutto la sensibilità del musicista giocano un ruolo fondamentale.
Ci sono ad esempio professionisti che preferiscono mantenere la stessa muta per più tempo, anziché sostituirla preventivamente e frequentemente, perché preferiscono il suono più stabile che complessivamente la muta assume dopo alcuni giorni di utilizzo.
Molto spesso comunque un turnista professionista può disporre della collaborazione di un backliner che gli setta tutta la chitarra, controlla e sostituisce con la giusta frequenza la muta delle corde in base alle richieste del musicista ma tenendo in debito conto le condizioni reali delle corde.
Alla fine in senso generale l’esperienza conta molto e sarà quella che ci darà le linee guida per decidere se è arrivato il momento di cambiare la muta.
Un ultimo e non proprio secondario fattore che determina questa scelta è anche il costo della muta.
Non tutti ovviamente possono permettersi di far entrare nel bilancio delle varie spese il costo del cambio di una muta alla settimana.
Pertanto ognuno di noi farà alla fine i conti anche con il proprio portafoglio! 🙂
Sperando di essere stato d’aiuto, ti auguro tanta buona musica!
(articolo scritto da Mimmo Positano)