Ciao,
in un articolo precedente ho parlato delle caratteristiche del manico della chitarra.
Oggi, prima di continuare questo percorso per andare a conoscere sempre di più (e sempre più in fretta) le note che si trovano sulla tastiera dello strumento, faccio un passo indietro!
Vediamo allora qualche concetto teorico giusto per essere sicura di … parlare la stessa lingua poi.
Ti prometto che il resto degli articoli sarà molto pratico 🙂
Cominciamo subito dall’inizio e partiamo dalle sette note, base di tutte le canzoni (almeno per quanto riguarda la musica cosiddetta occidentale), che, nell’ordine standard, sono le seguenti:
DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI (DO)
e via di seguito, ricominciando da capo la serie all’infinito.
Per impararle, qualora tu non le conoscessi, è sufficiente ripeterle come un loop nella tua testa: DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI, DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI, DO … .
Ed ecco qualche piccolo esercizio pratico:
- prova a dire le sette note salendo (quindi dal grave verso l’acuto) e poi scendendo (quindi dall’acuto verso il grave) partendo dal DO: se la prima parte è relativamente semplice, la seconda lo è molto meno semplicemente perché non abbiamo l’abitudine di dire il nome delle note al contrario, un po’ come le lettere dell’alfabeto: semplicissimo dirle dalla A alla Z, molto più complicato dirle dalla Z alla A (provare per credere 🙂 )
- una volta che il punto precedente è acquisito e riesci a dire BENE le note salendo e scendendo, prova a fare la stessa cosa ma partendo da una nota diversa dal DO: ad esempio partendo dal MI, avremo salendo: MI, FA, SOL, LA, SI DO, RE, MI, e discendendo: MI, RE, DO, SI, LA, SOL, FA, MI e anche qui ti accorgerai che forse non è semplicissimo dirle, all’inizio, in ordine partendo da una nota qualsiasi
- inventa tu esercizi simili che ritieni possano esserti utili.
Facciamo ora un passo avanti.
Finora abbiamo trattato le note naturali, note cioè che non sono alterate da diesis (#) o bemolle (b).
Queste note alterate sono cinque che vanno ad aggiungersi alle altre sette portando così a 12 il numero delle note usate nel nostro sistema musicale occidentale.
Queste, normalmente, vengono usate in modo diverso nella scala ascendente e in quella discendente.
Infatti troveremo, nel senso ascendente, le note con i diesis:
DO, DO#, RE, RE#, MI, FA, FA#, SOL, SOL#, LA, LA#, SI, DO
mentre nel senso discendente troveremo quelle con i bemolli:
DO, SI, SIb, LA, LAb, SOL, SOLb, FA, MI, MIb, RE, REb, DO
A questo punto potresti dirmi che … “ma se io conto tutte le note, alla fine ne vengono fuori 17 e non 12!”.
È vero, perché abbiamo aggiunto cinque note con i diesis (DO#, RE#, FA#, SOL# e LA#) e cinque con i bemolle (SIb, LAb, SOLb, MIb e REb).
Allora, dov’è … l’inghippo?
L’inghippo è nel fatto che ad esempio il DO# e il REb si trovano entrambe (una salendo e l’altra scendendo) tra il DO e il RE: di conseguenza queste due note in realtà sono una nota sola ma con due nomi differenti.
Di conseguenza avremo che il RE# sarà uguale al MIb, il FA# al SOLb, il SOL# al LAb e il LA# al SIb (se vuoi approfondire la cosa e capire il perché, ti consiglio di leggere questo articolo che ho scritto qualche tempo fa su suonolachitarra).
Quindi, alla fine, avremo due nomi per la stessa nota un po’ come, facendo un esempio forse banale ma che sicuramente rende l’idea, io mi chiamo Barbara Polacchi ma anche Polacchi Barbara: cambia la formula ma io sono sempre io.
Forse avrai anche notato che tra tutte le note naturali c’è una nota alterata ad eccezione che tra il MI e il FA e tra il SI e il DO (anche in questo caso, se vuoi sapere il perché, trovi la risposta nell’articolo che ti ho proposto qui sopra).
“E come faccio a ricordarmelo?”, mi chiederai.
Ebbene, ecco un trucchetto che ti aiuterà sicuramente a memorizzare questa cosa: dopo le note che terminano per “i” (quindi MI e SI) non c’è una nota alterata ma subito la nota naturale successiva.
Su una tastiera di pianoforte le note naturali corrispondono ai tasti bianchi, mentre quelle alterate corrispondono ai tasti neri, come puoi vedere qui.
Quindi a livello visivo abbiamo subito questa differenza, cosa che non succede, invece, sulla tastiera di una chitarra, in quanto qui non si ha nessun tipo di aiuto (o quasi) per trovare una nota, come puoi vedere nella foto della mia chitarra qui sotto:
Quindi il pianista è più avvantaggiato del chitarrista ma … non disperare!
Ci arriveremo, stai tranquillo/a 🙂
Per adesso, mentre aspetti gli altri articoli su questo argomento, ti invito a cliccare sull’immagine qui sotto e scaricare GRATUITAMENTE il pratico schema della tastiera della chitarra con tutte le note fino al dodicesimo tasto.